L'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha espresso un parere "non negativo" riguardo l'abbattimento dell'orsa KJ1, la femmina con cuccioli che aveva aggredito e ferito un turista francese nei boschi di Dro, scatenando l'ennesimo acceso dibattito sulla gestione dei grandi carnivori. Ora, la Provincia Autonoma di Trento, dopo le due ordinanze bloccate dal TAR, potrebbe ricorrere a un decreto per procedere all'abbattimento.
Secondo il Piano d'Azione interregionale per la Conservazione dell'Orso Bruno nelle Alpi Centro-Orientali (PACOBACE), le soluzioni possibili non si limitano però all'abbattimento. Infatti, oltre a questa misura estrema, sono previste anche alternative meno drastiche come l'applicazione di un radiocollare — già installato su KJ1 — e la cattura e lo spostamento dell'orsa in un recinto. Quest'ultima opzione era stata già messa in atto per l'orsa JJ4, coinvolta nella tragica morte di Andrea Papi.
Nonostante l'attenzione mediatica e le pressioni delle associazioni animaliste, dalla Provincia non sono ancora pervenute dichiarazioni ufficiali. La situazione è resa ancora più complessa dalla recente sospensione di due decreti di abbattimento firmati dal presidente Maurizio Fugatti, da parte del TAR di Trento. Le associazioni animaliste, tra cui la Lega Anti Vivisezione (LAV), hanno espresso forti critiche e preoccupazioni.
«Il presidente Fugatti cercherà di compiere al più presto la sua vendetta sugli orsi», ha dichiarato la LAV in un comunicato, definendo l'eventuale abbattimento di KJ1 un atto sanguinario supportato dalla legge provinciale che consente di uccidere fino a otto orsi l'anno. L'associazione ha inoltre criticato il Governo per non aver impugnato questa legge davanti alla Corte Costituzionale, nonostante le ripetute richieste e proteste. «Chiediamo alla Provincia di fermare qualsiasi deriva orsicida e di lasciar vivere libera KJ1, così che possa continuare a crescere i suoi cuccioli, finché non saranno autonomi», ha concluso la LAV.
L'OIPA auspica invece «che il presidente Fugatti riveda la sua "strategia antiorso" in nome del rispetto per la vita animale e della biodiversità. I modi per favorire una serena coesistenza tra uomini e plantigradi ci sono: basta applicarli. È quel che auspica anche la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica a livello nazionale». L'associazione ricorda anche che «la legge provinciale "ammazzaorsi" è oggetto di una procedura Pilot innanzi alla Commissione Europea e che potrebbe essere incostituzionale anche per violazione dell’articolo 9 della Carta costituzionale».
Anche L'Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) ha espresso «profondo sconcerto per le indiscrezioni sul parere di ISPRA». ENPA ha sottolineato la necessità di chiarire la dinamica dell'incidente di Dro, segnalando una «totale carenza di istruttoria» allo stato attuale. L'associazione ha inoltre annunciato l'intenzione di ricorrere contro il parere di ISPRA e di impugnare eventuali nuove ordinanze di abbattimento da parte della Provincia Autonoma di Trento, denunciando la situazione anche alla Commissione Europea.
La comunità trentina e le associazioni animaliste attendono con ansia la decisione finale, sperando che si possa trovare una soluzione che rispetti la vita di KJ1 e garantisca la sicurezza degli abitanti e dei turisti che frequentano i boschi trentini. Intanto, l'orsa – che con 22 anni è la femmina più anziana attualmente presente nella popolazione trentina – continua a vagare nei boschi insieme ai suoi cucciole, inconsapevole del destino che la attende, mentre il dibattito pubblico si infiamma sempre di più.