L'ornitorinco (Ornithorynchus analtinus) è un mammifero semi acquatico endemico dell'Australia orientale. Appartiene al genere Ornithorhynchus, alla famiglia degli Ornithorhynchidi e all'ordine dei monotremi, ovvero gli unici mammiferi che depongono uova. Il suo nome deriva dai due termini greci òrnis (che significa uccello) e rhýnchos (che significa muso). Il nome scientifico è, inoltre, composto dal termine anatinus che, in latino, significa anatra. A rendere unica questa specie, oltre al suo curioso aspetto, è la particolare caratteristica di essere ovipara, pur allattando i piccoli, come gli altri mammiferi.
Come è fatto l'ornitorinco
Le antichissime origini della specie rendono gli ornitorinchi animali dall'aspetto decisamente strano. L'ornitorinco, infatti, insieme alle echidne, è una delle specie di mammifero viventi più antiche e, per questo, si suppone che le sue strane caratteristiche morfologiche e fisiologiche siano simili agli antenati comuni dei mammiferi.
Ha il becco che ricorda quello delle anatre, code larghe e piatte che assomigliano a quelle dei castori, arti corti e tozzi, palmati, quelli anteriori, e solo parzialmente palmati quelli posteriori. Tutto il corpo, coda compresa, è ricoperto da un mantello di peli fitti che ricorda quello della lontra, un mustelide diffuso anche in Italia. Il colore del mantello è marrone sul dorso e più chiaro, tendente al giallo, sul ventre.
Ogni piede dell'ornitorinco ha cinque dita e ogni dito ha un'ampia unghia. I maschi sono generalmente più grandi delle femmine e hanno due ghiandole velenifere attaccate agli speroni delle zampe posteriori, utilizzate per la difesa dai predatori e nei combattimenti con i simili per la tutela del territorio. Il veleno non è letale per gli esseri umani, ma può esserlo invece per i cani e per altri animali domestici di piccole dimensioni
Un'ulteriore stranezza dell'ornitorinco è il fatto che i piccoli sono dotati di denti, mentre gli adulti ne sono completamente privi.
La taglia di questi piccoli mammiferi varia molto in base alla regione in cui si trovano, ma possono pesare mediamente da 1 a 2,5 chili e hanno una lunghezza che varia dai 30 ai 40 centimetri, più i 10/15 della coda.
La vita dell'ornitorinco
Gli ornitorinchi sono animali tendenzialmente solitari. Può accadere che due maschi si trovino a condividere parte del proprio home range, ma generalmente cercano di evitarsi, in modo da non dover affrontare conflitti per le risorse alimentari o per l'accoppiamento. Nel periodo degli accoppiamenti, infatti, i maschi sono più aggressivi.
L'approccio ha inizio in acqua, quando si avvicinano alle femmine e nuotano al loro fianco prima di afferrarne la coda con il becco. In questa situazione accade talvolta che la femmina tenti di scappare, nell'intento di liberarsi dalla morsa del maschio. Se invece è disposta all'accoppiamento, gli permetterà di ripetere questo comportamento.
Secondo quanto riportato sul sito dell'University of Michigan, che ha raccolto la descrizione di numerose specie animali e del loro comportamento, i periodi di gestazione sono di circa 27 giorni, a cui seguono 10 giorni di incubazione. Le femmine in questo periodo si occupano di scavare tane particolarmente profonde sugli argini dei fiumi o sulle rive degli stagni, dove deporranno le uova, al sicuro dai predatori, che sono rappresentati principalmente da volpi, cani, gatti e gatti selvatici.
Dopo la schiusa, la madre si occuperà di allattare i piccoli per circa 3 o 4 mesi. Come gli altri mammiferi, infatti, le femmine producono il latte per svezzare i piccoli, ma un'ennesima particolarità di questa specie è l'assenza di capezzoli. Le madri, infatti, allattano attraverso i pori della pelle. Al termine dell'allattamento, i giovani ornitorinchi si staccano dalla madre e sono già in grado di nuotare autonomamente. Le giovani femmine saranno a loro volta riproduttive intorno ai 4 anni di età.
Alimentazione
Gli ornitorinchi cacciano sotto il pelo dell'acqua e mangiano principalmente invertebrati acquatici che si trovano nei torrenti e nei laghi. Laddove siano disponibili, possono mangiare anche gamberetti, altri crostacei, piccoli pesci e uova di pesci d'acqua dolce. Queste abitudini alimentari risultano di enorme importanza per gli ecosistemi fluviali australiani, dove il ruolo dell'ornitorinco è considerato fondamentale per la gestione delle catene alimentari di torrenti, fiumi e stagni.
Habitat, distribuzione e conservazione
L'ornitorinco vive in Australia, nelle zone fluviali e negli stagni. Si tratta infatti di un animale semi acquatico, che vive una parte della sua vita sulla terra ferma, ma trascorre gran parte del tempo in acqua. La dimensione del suo home range è mediamente di 0,7/3,7 km, ma varia in base alla densità della popolazione e alla disponibilità effettiva di aree umide adatte alla sua vita. Gli ornitorinchi che vivono nei fiumi, infatti, tendono a muoversi maggiormente rispetto a quelli che vivono negli stagni. Preferiscono aree con sponde ripide che contengano radici, vegetazione a strapiombo, canneti e tronchi dove trovare riparo e dove scavare le proprie tane.
Un tempo, l'ornitorinco era diffuso in tutta l'Australia orientale. Oggi, invece, si è estinto nella zona meridionale del paese e risulta, inoltre, soggetto ad un'importante frammentazione dell'habitat anche nei singoli sistemi fluviali e zone umide di altri territori. Per questo motivo il Governo australiano è intervenuto, rendendola una specie protetta.
Secondo uno studio pubblicato su Aquatic Ecosystem Health & Management, nel 2003, la causa della riduzione del numero di ornitorinco è dato dall'erosione degli argini, dove questi piccoli mammiferi si riparano e depongono le uova, ma anche dalla presenza di specie introdotte nell'ecosistema dall'uomo, come ad esempio la volpe. A peggiorare le condizioni di vita degli ornitorinco è anche la scarsa qualità dell'acqua e la presenza di rifiuti. Non è da sottovalutare il fatto che in alcune zone vengano svolte catture illegali e vi siano, infine, alcune malattie particolarmente diffuse in popolazioni isolate della specie. Secondo i ricercatori sarà indispensabile, quindi, aumentare le ricerche su questo tema, in modo da favorire la realizzazione di progetti di conservazione.