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28 Maggio 2022
9:28

L’orca nella Senna è in pericolo. «L’acqua dolce non è il suo habitat, a rischio la sua sopravvivenza»

Un giovane maschio di orca è stato avvistato nel fiume francese. Un evento raro, ma soprattutto molto pericoloso per la sopravvivenza del temuto mammifero marino, specie il cui habitat naturale è il mare e non certo l'acqua dolce di un fiume. L'esemplare è, infatti, visibilmente in pessime condizioni.

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Un giovane maschio di orca è stato avvistato nella Senna. Un evento raro, ma soprattutto molto pericoloso per la sopravvivenza del mammifero marino, specie il cui habitat naturale è il mare e non certo l'acqua dolce di un fiume.

L'esemplare, misura oltre 4 metri e, come riferiscono i biologi marini del Groupe d'E'tude des Cetaces du Cotentin (GECC) che se ne stanno occupando, è visibilmente in pessime condizioni. La sua pinna dorsale è infatti piegata, indice di uno stato di salute preoccupante e, inoltre, avrebbe perso il suo tono muscolare.

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Il timore maggiore degli scienziati è che più a lungo l'animale rimane in acqua dolce più le sue condizioni si deterioreranno. Ma pur diventando estremamente urgente reinserirlo nel suo habitat naturale, con la sua famiglia, al momento una serie di ragioni non permettono alcun intervento di recupero o salvataggio da parte delle autorità.

Intanto, perché avvicinarsi all'orca solitaria è complicato per gli scienziati e poi soprattutto perché essendo già in condizioni precarie, per non peggiorare la situazione, è indispensabile non stressarla oltremodo. E, quindi, al momento, ci si affida alla speranza che cambi rotta e possa ritrovare da solo la via del mare aperto dove poter tornare a nuotare in libertà.

Avvistata per la prima volta vicino a Le Havre, in Normandia, lo scorso aprile, l'orca è apparsa di nuovo lunedì 23 maggio diretta verso Rouen. L’evento, a detta degli esperti, è rarissimo visto che nello Stretto della Manica questi cetacei non si vedono quasi mai. E indicherebbe anche che, per chissà quale ragione, l'animale si sia probabilmente perso.

Secondo le ipotesi degli scienziati, il mammifero «potrebbe essere un giovane escluso da un gruppo o che si è isolato a causa di una malattia ed è quindi venuto in acque più tranquille per nutrirsi più facilmente», spiega Delphine Eloi, direttrice del Gecc aggiungendo che di certo l'aspetto dell'animale non è dei migliori.

Secondo, invece, Sébastien Jacquot, project manager del Cotentin Cetacean Study Group, «l’orca potrebbe provenire da una popolazione che vive al largo dell'Irlanda e potrebbe essersi allontanata dal gruppo per cacciare», tesi però meno probabile, visto che le orche sono animali fortemente sociali e la caccia coinvolge tutto il gruppo.

La sua salvezza sarebbe quella di raggiungere nuovamente il mare, ma è proprio questo il problema: al momento, infatti, non sembra affatto intenzionata a farlo.

L'orca, il bellissimo mammifero che spaventa i mari

Pur con il grande stupore provocato, non è la prima volta che un'orca viene segnalata in acque dolci. Nel lontano 1931 un esemplare ha risalito per 100 miglia il fiume Columbia, negli Stati Uniti, soggiornandovi per quasi 100 giorni.

Sono grandi eccezioni, però, perché normalmente l’orca ama le acque fredde, sia artiche che antartiche dove, in estate, caccia tra i banchi di ghiaccio. Ci sono anche popolazioni che in estate migrano verso l’equatore in maniera molto simile alle balene grigie che migrano vicino alle coste statunitensi, ma sono molto più rare.

Questo grande mammifero marino è diffuso in tutti i mari e in tutti gli Oceani del mondo e vive sia negli abissi sia nei bassifondi vicino alle coste. Gli avvistamenti nel mar Mediterraneo sono stati finora abbastanza rari. Alcune orche sono apparse nel mar Ligure vicino a Pra’ nel dicembre del 2019. I biologi marini erano convinti che provenissero da un branco di orche che vive da tempo nei pressi dello Stretto di Gibilterra, ma poi invece si è capito che si trattava di un gruppo conosciuto e schedato in Islanda.

Per quanto riguarda il numero di individui nel mondo e il loro stato di conservazione, secondo l’IUCN, l’Unione internazionale per la conservazione della natura, è difficile calcolarne il numero preciso a causa della insufficiente quantità di dati e della probabilità che due o più tipi di orche siano specie separate. Una delle stime considerate più attendibili parla, comunque, di circa 50.000 esemplari.

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Simona Sirianni
Giornalista
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