La testa che sbuca dall’acqua, una nuotata prima di aggrapparsi alle rocce e la prontezza di prendere lo smartphone per eseguire uno scatto. Una lontra eurasiatica è stata avvistata a Barletta a pochi passi dalla foce del fiume Ofanto. A immortalarla è stato Vito Rizzi, fotografo di professione, amante della natura per indole. Con un gruppo di persone fa parte della sezione provinciale per la BAT dell’Ekoclub International, con lo scopo di ricostruire un modo corretto di vivere e pensare la natura.
«Passo di lì quasi tutti i giorni – spiega il fotografo a Kodami – a tempo perso mi occupo anche di api dalle parti della Fiumara. In quel punto, in zona Pantaniello (dove si interrompe il lungomare Pietro Mennea), sono stati posti anni fa dei frangiflutti per arginare l'erosione della costa. Mi sono accorto di questa lontra che nuotava nell’acqua con la testa fuori. A un cero punto è salita sugli scogli e ho fatto in tempo a scattarle una foto col cellulare. Non mi era mai capitato di vederne una in zona, le ho sempre cercate all’interno del fiume perché si diceva che lì ve ne fossero ma non ero mai riuscito ad avvistarle».
L’avvistamento, non frequentissimo in Puglia, risale a pochi giorni fa, ma assume un importante valore simbolico per questo 31 maggio, Giornata Mondiale della Lontra. Quest’anno, a tal proposito, il WWF Italia ha sottolineato, anche sulle pagine di Kodami, come la popolazione di questa specie, considerata molto vulnerabile, stia pian piano tornando a fare capolino in molte zone del Paese.
Si tratta, inoltre, di un avvistamento eccezionale, sia per il luogo che per l’orario in cui è avvenuto, in pieno giorno: lo scatto è avvenuto alle 10 del mattino. Le lontre, invece, sono animali notturni e hanno come habitat naturale i fiumi interni. Difficilmente si spingono fino alla foce. «È un segnale chiaro e tangibile dello stato di salute in cui versa questo tratto di costa – spiega in una nota Maurizio Marrese, Presidente del WWF Provincia di Foggia – La lontra è da sempre considerata la “specie bandiera” degli ecosistemi fluviali, una specie bio-indicatrice di ambienti sani e naturali. Questo avvistamento non può che considerarsi di buon auspicio e dimostrazione che si sta percorrendo la giusta strada nella gestione del territorio attraverso le aree protette. È chiaro che in futuro si apriranno nuovi scenari per la valorizzazione del territorio e la destagionalizzazione anche grazie a queste nuove ed appassionanti presenze».
Secondo gli esperti che collaborano con le istituzioni provinciali e con il Parco Naturale del Fiume Ofanto, la presenza della lontra alla foce dell'Ofanto può essere anche legata, però, a cambiamenti climatici che incidono sull’habitat e inducono la fauna a modificare le proprie abitudini: la presenza di specie alloctone che rappresentano nuove fonti di cibo, come il granchio blu di cui le lontre sono ghiotte e che si è insediato alla foce dell’Ofanto, può aver indotto l’animale a spingersi fino alla costa. Proprio sull’invasione del granchio blu, peraltro, il CNR Irbim di Lesina sta conducendo uno studio molto approfondito.
«Continuiamo a rilevare segnali di come il nostro territorio sia in costante cambiamento – ha commentato Mauro Iacoviello, direttore Parco Naturale Regionale del Fiume Ofanto – Il fiume è un contenitore di biodiversità, una riserva di acqua dolce, un grande sistema di difesa dal rischio alluvioni, un patrimonio di cultura e identità. Dobbiamo continuare a monitorare e governare questo complesso sistema, cogliendo nel cambiamento tutti gli elementi, positivi e negativi, per tracciare una possibile rotta del Parco negli anni a venire. L’avvistamento di una lontra in quelle condizioni è certamente un fatto eccezionale che infonde speranza ma ci chiama anche ad indagare sulle cause, spingendoci in campi inesplorati alla ricerca di una nuova possibile armonia tra uomo e natura. Invitiamo quindi tutti i cittadini a segnalarci eventuali avvistamenti di fauna selvatica, soprattutto in luoghi insoliti, per aiutare il Parco in questo lavoro così importante per tutta la comunità».