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È accaduto a Londra mercoledì 24 aprile: quattro dei cinque cavalli dell'esercito britannico che hanno seminato il panico nel traffico cittadino hanno disarcionato i propri cavalieri per poi lanciarsi in una corsa disperata scontrandosi contro un taxi e un pullman.
Secondo quanto dichiarato da un portavoce della Household Cavalry − la cavalleria della Household Division, formata da soldati storicamente incaricati della sicurezza del Capo dello Stato − sembra che i cavalli stessero prendendo parte a una "esercitazione di routine" quando alcuni operai che stavano eseguendo dei lavori "proprio accanto a loro", nei pressi di Buckingham Palace, hanno lasciato cadere delle macerie dall'alto spaventandoli a morte.
Il ministro della Difesa, James Cartlidge, ha dichiarato a Sky News che in tutto i cavalli erano cinque e sono stati tutti recuperati: «Tre di loro stanno bene, due purtroppo sono in condizioni relativamente gravi che ovviamente terremo monitorate».
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Fra le quattro persone portate in ospedale ci sono sia militari disarcionati che passanti, feritisi durante la corsa dei cavalli.
Avevamo già raccontato in occasione del funerale della Regina Elisabetta degli addestramenti a cui devono essere sottoposti i cavalli per resistere agli stimoli e alle sollecitazioni delle folle durante le parate o il quotidiano esercizio delle loro mansioni. I cavalli infatti rappresentano ancora un ingranaggio fondamentale del complesso cerimoniale che accompagna le manifestazioni pubbliche della Corona inglese, per questo gli animali sono sottoposti ad addestramenti specifici per resistere alle numerose stimolazioni delle folle di cittadini inglesi che si riversano per le strade di Londra.
L’obiettivo degli addestramenti a cui vengono sottoposti, in situazioni come queste, è evitare che si spaventino davanti a rumori forti e al caos.
Questi animali, estremamente sociali e intelligenti, vivono in condizioni ben lontane da quelle naturali tipiche delle propria specie, facendo sorgere spontanea la domanda: abbiamo davvero ancora bisogno che continuino a lavorare al nostro servizio?
