Dalla Carelia, in Russia, al Parco regionale di Oglio Sud, tra Cremona e Mantova: è il viaggio incredibile compiuto da un pettirosso di pochi mesi. «Un caso straordinario», ci tiene a sottolineare a Kodami l’ornitologo Adriano Talamelli che ha catturato per l’inanellamento il piccolo uccello migratore, nella riserva naturale Torbiere di Marcaria, facendo la curiosa e inaspettata scoperta.
«L’esemplare che abbiamo catturato e poi liberato è molto giovane, aveva ancora una parte del piumaggio da nido – spiega Talamelli – E' nato da pochi mesi, al 90% proprio in Russia, e da lì ha iniziato il suo lunghissimo viaggio. Per niente comune per la sua specie».
Ma come è stato possibile scoprire che arrivava proprio dalla Russia? «Il pettirosso aveva un anello in cui era scritto “Mosca” e una serie di numeri, grazie ai quali siamo riusciti a risalire al luogo dove era stato inanellato la prima volta: Zapovednik Kivach, prima riserva naturale della regione della Carelia in Russia. Abbiamo contattato i nostri colleghi sul posto per avere tutti i dettagli».
Non è possibile definire con esattezza quanti giorni abbia impiegato l’animale per arrivare in Lombardia, dato che gli esperti non possono individuare il giorno preciso di approdo del pettirosso nella riserva. Ma si può fare una media di 68 giorni di viaggio, percorrendo almeno 33 chilometri ogni 24 ore. L’uccello è stato infatti inanellato in Russia il 9 settembre ed è stato catturato nel parco regionale di Oglio Sud il 16 novembre. Quel che è certo è che abbia percorso ben 2.223 chilometri.
Ma cosa potrebbe aver spinto il piccolo migratore a compiere un percorso così lungo? «Nel primo anno di vita i giovani di pettirosso sono piuttosto dispersivi nella migrazione e tendono ad allontanarsi molto – chiarisce Talamelli – Questo perché cercano con grande attenzione nuovi territori di svernamento e di riproduzione, ma raramente arrivano a percorrere addirittura 2.223 chilometri. Di solito, infatti, in Italia troviamo pettirossi che provengono dal Ungheria, Croazia, Germania o Svizzera. Tutti territori più vicini a noi della Russia. È come se un essere umano andasse a piedi in Nordafrica».
Dalla Russia all’Italia e poi? Quali saranno le prossime tappe del viaggio del pettirosso? Come spiega l’esperto, è possibile che il migratore rimanga nella riserva naturale Torbiere di Marcaria, ma potrebbe anche spostarsi nel sud delll'Italia, alla ricerca del caldo: «Dipende dal clima e, in particolare da quanto freddo farà. Ma visto che l’animale era ancora qui dopo la prima metà di novembre potremmo ipotizzare che resterà nella riserva per tutto l’inverno. Non possiamo però averne la certezza».
Per questo Talamelli tornerà con il suo gruppo di lavoro nella riserva dopo il periodo natalizio, per cercare di individuare il pettirosso viaggiatore: «Sempre che si faccia di nuovo catturare».
Secondo l’esperto, il pettirosso intraprendente non potrebbe scegliere posto migliore per svernare e riposarsi dopo il lungo viaggio compiuto: «La riserva naturale Torbiere di Marcaria rappresenta un’isola felice con una biodiversità unica, un luogo prezioso per gli uccelli migratori, che è importante tutelare – racconta –. Mantiene la sua bellezza incontaminata pur essendo circondata da coltivazioni intensive».
Tra i suoi ospiti più affascinanti, come spiega l’esperto, «c’è lo splendido picchio nero». Per sapere quanto a lungo rimarrà ospite il pettirosso intrepido, invece, bisognerà aspettare che passi il Natale.