Ottime notizie dagli Usa: lo Stato di Washington ha permanentemente vietato l'allevamento di polpi, stabilendo un precedente unico al mondo. Il disegno di legge 1153 della Camera è stato prima approvato dal Senato e poi ufficialmente convertito in legge dopo la firma del governatore Jay Inslee lo scorso 13 marzo.
Lo Stato della California probabilmente presto farà lo stesso, il ché solleva una domanda importante: quando tocca all'Unione europea? Ad oggi, i piani per aprire il primo allevamento di polpi del mondo continuano in Spagna e, sfortunatamente, altri paesi del Vecchio continente prevedono di seguire l'esempio.
L’allevamento di polpi è una pratica dell’acquacoltura che sta guadagnando sempre più terreno e facendo fantasticare sempre più aziende in sempre più parti del mondo. La domanda legata al consumo di questi animali per ricette locali e non è aumentata a dismisura tanto da dare vita a ipotesi di all’allevamento intensivo in vasconi di accrescimento.
Questa pratica, prima ancora di nascere materialmente, è diventata oggetto di intensi dibattiti internazionali tra ambientalisti, scienziati e difensori dei diritti degli animali, a causa delle questioni sia ambientali che etiche che porta con sé.
La complessa natura dei polpi, la loro straordinaria intelligenza, le loro capacità cognitive, il loro comportamento sociale e la loro capacità di sentire dolore non sono più un segreto per la scienza. Allo stesso modo, la sofferenza che la cattività e l’allevamento intensivo potrebbero generare non possono più essere ignorate.
Non di minore importanza sono i danni ambientali che ne potrebbero derivare. Le grandi quantità di pesce che i polpi necessitano per essere nutriti contribuirebbe alla pressione sulle già vulnerabili popolazioni ittiche selvatiche. Inoltre, la produzione massiva di rifiuti organici derivanti dalla produzione intensiva contribuirebbe all’eutrofizzazione delle acque causando danni agli ecosistemi acquatici locali. Esiste inoltre un alto rischio di diffusione di malattie dagli allevamenti all’ambiente selvatico.
Alla luce di quanto descritto, lo Stato di Washington fa storia con l'approvazione di una legge pionieristica che vieta il controverso allevamento di polpi. La legge è stata fortemente sostenuta da diverse organizzazioni per i diritti degli animali, tra cui l’Aquatic Life Institute (ALI) e l’Aquatic Animal Alliance. Le ONG hanno esercitato una costante pressione sui legislatori, promuovendo il disegno di legge che nel tempo è passato attraverso varie fasi di approvazione, dalla Commissione per l’agricoltura e le risorse naturali della Camera fino alle Commissioni per le leggi della Camera e del Senato.
Nell’ultimo mese il disegno di legge HB 1153 aveva superato l'ostacolo del Senato con 29 voti favorevoli contro 20, e restava in attesa della firma del governatore dello stato per diventare legge. E così è stato. La decisione segna un punto di svolta significativo nella legislazione a favore del benessere animale negli Stati Uniti.
Sembrerebbe che anche gli stati della California e Hawaii stanno valutando attuazioni simili, con proposte legislative volte a proibire l'allevamento di polpi e l'importazione di esemplari allevati.
È imperativo che l'Unione europea segua l'esempio degli Stat che stanno avendo il coraggio sociale e la forza legislativa di proibire la nascita e la proliferazione di questo nuovo disastro ecologico e etico. In Europa sono già in corso i progetti per la costruzione del primo allevamento intensivo del mondo in Spagna, più precisamente nei mari delle isole Canarie.
Le preoccupazioni relative a questi stabilimenti sono state chiaramente espresse dalla ONG Compassion in World Farming, che già lo scorso anno aveva presentato un documento riportante tutte le criticità relative a questo tipo di allevamento.
Nonostante le evidenze scientifiche, le numerose proteste e il disaccordo generale del pubblico, la Commissione europea non ha ancora vietato l'allevamento di questi incredibili animali, e il progetto delle Canarie rischia di andare a “buon” fine.