È stato vietato l'allevamento di polpi nello stato di Washington: il governatore ha firmato la legge che impedisce questa pratica crudele. La legge era stata proposta dal deputato democratico Strom Peterson con il la proposta n. 1153.
Il deputato nel presentare la proposta di legge aveva sottolineato che «l’allevamento di polpi danneggia il nostro ambiente e causa sofferenze ai polpi, ed è ormai giunto il momento di vietare questa pratica insensibile».
Peterson ha continuato riflettendo su cosa ciò significhi per questi animali la permanenza negli allevamenti marini dello stato: «I polpi dovrebbero essere in grado di gridare e nuotare intorno al corallo che si trova sotto la superficie del mare. Non dovrebbero essere confinati all'interno di recinti».
«L'allevamento di polpi porta sofferenza e malattia a uno degli animali più intelligenti e sensibili dei nostri oceani – ha ricordato il deputato – Il loro allevamento porta gravi conseguenze ambientali ed ecologiche. L’allevamento del polpo è dannoso per gli animali stessi e per l’ambiente. È ora di andare avanti».
Con un passaggio storico la legge entrerà ufficialmente in vigore tra 90 giorni. Un sollievo per le associazioni animaliste che da sempre si battono per vietare l'allevamento di polpi e pesci, una pratica che in quanto a impatto ambientale non è seconda all'allevamento intensivo di terra. Per far crescere, curare, uccidere e portare in tavola i miliardi di animali ogni anno sfruttiamo una quantità inimmaginabile di risorse come acqua, farmaci, ed energia. Inoltre, andiamo a sfruttare esseri viventi che provano emozioni e dolore, esattamente come noi.
Il dibattito sugli allevamenti di polpo è attivo anche in Europa. L'organizzazione CIWF Italia, Compassion In World Farming Italia, insieme a 37 ONG ed esperti ha inviato una lettera a Bruxelles in cui sottolinea i problemi connessi allo sfruttamento di questi animali, chiedendo la chiusura degli allevamenti nei paesi membri. Un appello che tuttavia non è stato ancora accolto.