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scheda razza
30 Ottobre 2021
15:00

Lo Shar Pei, un compagno di vita riservato e affidabile

  • Origine: Cina
  • Standard: Gruppo 2: Cani di tipo Pintscher e Schnauzer – Molossoidi e cani bovari svizzeri. Sezione 2.1 Molossoidi
  • Taglia: Media
  • Altezza: 44-51 cm.
  • Peso: 18-25 Kg
  • Pelo: Corto, duro, ruvido e privo di sottopelo. Può essere di molti colori
  • Vita media: 9-11 anni
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Lo Shar Pei è un cane di origine cinese particolarmente riconoscibile per le evidenti rughe, concentrate principalmente sul muso e all’altezza del garrese, causate da un eccesso di pelle che con l’età diventa via via meno vistoso. Lo Shar Pei è un compagno di avventure serio e riservato che, una volta entrato a far parte del gruppo, desidera proteggerlo e difenderlo dai pericoli. Per secoli, infatti, questa razza ha vissuto a stretto contatto con le famiglie della Cina meridionale, nella zona del Guangdong svolgendo il compito di guardiano nelle abitazioni.

socialità

  • Rapporto con la famiglia umana2
  • Rapporto con altri umani0
  • Rapporto con altri cani0
  • Rapporto con altri animali in casa1

attività

  • Attività fisica1
  • Giocosità0
  • Ricerca0
  • Riporto0
  • Guardia3

adattabilità

  • Vita in città3
  • Adatto come primo cane0
  • Adattabilità ai viaggi2
  • Tolleranza alle temperature calde2
  • Tolleranza alle temperature fredde2

cure e salute

  • Cura del pelo3
  • Predisposizione alle malattie2
  • Attenzione all'alimentazione2

motivazioni

  • Epimeletica0
  • Affiliativa3
  • Comunicativa0
  • Et epimeletica0
  • Somestesica2
  • Sociale0
  • Protettiva3
  • Territoriale3
  • Possessiva3
  • Competitiva3
  • Perlustrativa3
  • Predatoria3
  • Sillegica0
  • Esplorativa3
  • Di ricerca0
  • Cinestesica0
  • Collaborativa2
Che cosa sono le motivazioni?Scopri tutti i desideri e i bisogni dei cani

Il nome dello Shar Pei proviene dalla particolare consistenza del mantello, ispido e sabbioso. I due ideogrammi cinesi da cui deriva infatti, significano proprio “pelle” e “sabbia”.

Questa razza di taglia media è diventata sempre più popolare in Occidente a partire dagli anni 80 e, soprattutto nei primi anni del 2000, l’adozione dello Shar Pei è divenuta una moda che è ora però in lento declino.

Si tratta di un cane con cui, in famiglia, si creano relazioni anche molto profonde, ma perché si fidi completamente degli umani con cui vive è indispensabile concedergli tempo e spazio a sufficienza. Non ama particolarmente la vita mondana, anzi preferisce un divano spazioso, dove posizionarsi nel suo angolo, senza essere mai troppo invadente: quando ha voglia di coccole, lo Shar Pei si avvicina, con il suo grosso testone rugoso che non può che strappare un sorriso.

Origine: Cina

Standard: N°309 / 09.08.1999 – Gruppo 2 Cani di tipo Pintscher e Schnauzer – Molossoidi e cani bovari svizzeri Sezione 2.1 Molossoidi

Aspetto: Lo Shar Pei è un cane di taglia media dall’aspetto compatto. Le orecchie sono triangolari e di piccole dimensioni. Il muso è piuttosto grande rispetto al corpo e, oltre ad essere ricoperto dalle caratteristiche rughe, ha una forma particolarmente rettangolare che ricorda la bocca di un ippopotamo. Il tartufo è quasi sempre nero, ma non è escluso che possa essere del colore del mantello. La lingua è generalmente scura, ma spesso presenta anche macchie rosa o color lavanda. Gli occhi sono a mandorla e gli conferiscono un’espressione quasi imbronciata.

L’aspetto generale è quello di un cane forte e muscoloso, nonostante la pelle lassa nella parte inferiore del corpo. Le rughe, inizialmente diffuse su tutta la superficie del corpo, si ritirano con l’età restando solo sul muso, sulla base della coda e al garrese. La coda è solida e si affusola verso la punta. Può essere portata alta e incurvata, ma anche arrotolata a ricciolo.

Motivazioni: Territoriale, affiliativa, competitiva, esplorativa, protettiva, possessiva, collaborativa (con il gruppo di riferimento) perlustrativa e predatoria.

Amante di: Passare il tempo in tranquillità insieme ai propri compagni umani e uscire per lunghe passeggiate in ambienti spaziosi, dove poi fare merende nella natura, sopra alla propria preziosissima copertina che ama difendere con coraggio.

Alimentazione, cura e mantenimento: Questa razza è stata fortemente manipolata dall’uomo nel corso dell’ultimo secolo, per questo motivo, alcune caratteristiche morfologiche possono complicare il suo stato di salute. L’eccesso di rughe, ad esempio, può causare fastidiose dermatiti e, in particolare per quanto riguarda la zona degli occhi, questa razza può inoltre sviluppare l’entropion, ovvero una patologia che porta la palpebra a piegarsi verso l’interno causando danni al bulbo oculare.

La febbre dello Shar Pei è invece una malattia ereditaria autoinfiammatoria tipica di questa razza, causata da un’anomala regolazione del sistema immunitario. Inoltre, anche la displasia dell’anca, che porta la testa del femore a spostarsi dalla sua posizione con conseguenti dolori cronici, è frequente in questa razza.

Origine e storia

L’origine dello Shar Pei è molto antica e, secondo alcuni, va individuata nel Tibet del 2000 a.C. I primi veri e propri cenni storici legati a questa razza però risalgono all’epoca della dinastia Han, ovvero il secondo secolo d.C., nella Cina meridionale. Piccole statuette in terracotta raffiguranti lo Shar Pei, venivano poste ad ornamento dei templi e dei sepolcri. Secondo la leggenda, la forma delle rughe sulla fronte di questi cani somiglierebbe al simbolo della longevità e ricorderebbe inoltre il muso di un drago, una figura considerata benevola e di buon auspicio per le tradizioni dell’epoca.

Per secoli è stato allevato come cane da pastore e guardiano dei templi e delle corti, nonostante mostrasse anche ottime abilità nella caccia, in particolare verso prede di piccola taglia.

Come molte razze di origine cinese, anche lo Shar Pei ha rischiato la scomparsa tra il 1400 e il 1650, durante il regno della dinastia Ming, quando i cani domestici venivano considerati un lusso perché la popolazione, afflitta da fame e povertà, era costretta a nutrirsi di quelli che un tempo erano preziosi compagni. Questo triste destino proseguì fino agli anni del regime di Mao Tze Tung (1954 -1959), quando il possesso di un cane veniva fortemente tassato. Negli anni 60 erano ormai pochissimi gli individui di Shar Pei sopravvissuti, ma il loro triste destino non si era ancora concluso. In questa fase infatti, in Cina cominciarono a prendere piede i combattimenti tra cani, la cui tradizione aveva avuto inizio negli anni 20. Gli allevatori del tempo, desiderosi di incrementare le abilità di questa razza, attraverso una selezione mirata, aumentarono ulteriormente la profondità delle rughe sul muso dello Shar Pei, in modo da proteggere gli occhi e rendere la pelle più resistente ai morsi e ai colpi degli avversari.

Negli anni 60, Matgo Law, un giovane cinofilo originario di Hong Kong, preoccupato per il rischio della scomparsa di questa razza, si impegnò per fare in modo che lo Shar Pei non si estinguesse per sempre e, svolgendo ricerche approfondite in tutto il paese, individuò 12 cani adatti alla riproduzione. Tutti gli Shar Pei odierni infatti, si può dire che abbiano origine proprio da questi individui.

La prima assemblea di razza venne organizzata proprio da Matgo Law nel 1974, il quale ne definì anche gli standard per il primo pedigree, rilasciato due anni dopo.

Lo Shar Pei raggiunse poi l’America, l’Europa e infine l’Italia, negli anni 80.

Motivazioni (desideri e bisogni)

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Lo Shar Pei è un cane che ama la compagnia di chi rispetta i suoi spazi e non è mai troppo invadente. I lunghi secoli passati a controllare e proteggere i cortili lo hanno reso un cane autonomo, che non desidera passare le sue giornate in mezzo alla gente, anzi, si può dire che preferisca poche persone ma fidate. Ha bisogno di tempo per determinare se gli individui che si trova davanti siano effettivamente meritevoli di rispetto. Per questo motivo è indispensabile non essere frettolosi, ma accoglierlo in casa dandogli la possibilità di avvicinarsi quando lo desidera.

La sua personalità rispettosa e competitiva lo rende inoltre un ottimo compagno di giochi e, infatti, grazie alla sua forte motivazione affiliativa, una volta superati i primi momenti di timidezza e diffidenza, ama giocare anche in maniera fisica, soprattutto con i propri compagni umani, perché dagli sconosciuti non sa cosa aspettarsi.

Lo Shar Pei è un cane che ha bisogno di essere guidato nelle relazioni con i suoi simili perché a causa della sua storia, fatta anche di combattimenti, e della ridotta espressività per via delle rughe sul muso, potrebbe venire frainteso dagli altri cani e generare conflitti indesiderati. Ama perlustrare ambienti nuovi, ma non lo fa con la foga dei segugi o dei cani da caccia europei in generale: lo Shar Pei è più pacato e, spesso, anche lento. Può quindi accadere che preferisca concentrarsi sui dettagli di un prato piuttosto che vedere l’intero bosco in un giorno.

Non è un cane che soffre particolarmente la solitudine, ma questo non significa che stia bene in giardino da solo anche perché, senza la sua guida umana, davanti ad una recinzione, potrebbe ripensare al suo lavoro dell’antica Cina e dare ampio spazio alla motivazione territoriale e protettiva.

Aspetto fisico

Lo Shar Pei è un cane di taglia media con un’andatura sciolta ed energica. Il pelo è corto, duro, ruvido e privo di sottopelo. La lunghezza del mantello, generalmente varia da 1 a 2,2 centimetri. Gli individui presenti in Europa e in Occidente, in particolare, presentano un mantello più lungo di quelli cinesi. Può essere di molti colori e generalmente, la zona della coda è leggermente più chiara rispetto al resto del corpo.

Il muso è particolarmente grosso e rettangolare, e gli occhi sono scuri e incassati sotto le rughe, ma non devono assolutamente essere coperti da pieghe o peli, altrimenti il rischio è quello di presentare patologie come l’entrepion. Le orecchie sono piccole, ricurve e triangolari, poste sopra agli occhi, verso il centro del cranio.

Gli individui di Hong Kong, luogo in cui vennero selezionati i primi Shar Pei cosiddetti “moderni”, presentano meno rughe rispetto a quelli occidentali.

L’altezza al garrese è di circa 44 – 51 centimetri e il peso va dai 18 ai 25 chilogrammi, ma i maschi tendono ad essere più grandi e muscolosi delle femmine.

Cura e salute

Lo Shar Pei è un cane che necessita di particolari attenzioni durante l’arco della sua vita e per questo motivo è importante che accetti senza difficoltà la manipolazione da parte del veterinario. Le rughe della pelle potrebbero causare problemi di dermatiti e gli occhi, particolarmente delicati, vanno tenuti costantemente sotto controllo. Per quanto riguarda il mantello, non necessita di particolari cure, sebbene subisca due volte l’anno una muta particolarmente evidente che lo porta ad avere un aspetto leggermente “spelucchiato”. Questo cane non è un grande amante delle temperature estreme: va quindi tutelato dal caldo eccessivo e anche dal freddo, per questo motivo assicuratevi che la sua cuccia si trovi in un luogo in cui non soffra in estate e in inverno.

Cosa fare con uno Shar Pei

Insieme al vostro Shar Pei potete cercare luoghi sempre nuovi da esplorare con calma e tranquillità. Questo cane infatti, non ama la fretta, ma preferisce invece avere tutto il tempo necessario per annusare ogni singolo filo d'erba. Per via della sua motivazione affiliativa, ama collaborare con voi, quindi potete portare nello zaino un giochino da nascondere e poi cercare insieme.

Se trovate un posto davvero pacifico, dove lo Shar Pei possa sentirsi sereno, stendete la sua copertina al suolo e fate merenda l'uno accanto all'altro all'aria aperta, lontani dai rumori della città che non è certamente il luogo preferito per questo cane.

Dentro casa invece il vostro Shar Pei non sente la necessità di stare tutto il tempo a contatto con voi, ma potete prendervi il tempo per condividere un pisolino sul letto, spazzolandolo delicatamente mentre vi guarda con i suoi occhi buffi.

Relazione e contesto ideale

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La famiglia ideale per uno Shar Pei è paziente e accetta la sua diffidenza senza forzarlo a fingersi diverso da ciò che è. Lo Shar Pei non vuole andare tutti i giorni al mercato, stare in mezzo alla gente e fare aperitivo in piazza ma preferisce giornate semplici e abitudini chiare. Ama essere guidato da figure sicure e coerenti in grado di farlo sentire protetto e proprio a queste persone restituisce il favore con la sua lealtà e affidabilità.

La forte motivazione predatoria, lascito di un passato in cui ha svolto anche il ruolo del cacciatore, potrebbe generare qualche difficoltà con i gatti di casa ma nulla che non si possa risolvere contattando un professionista che possa aiutarlo a socializzare con le altre specie.

Lo Shar Pei desidera vivere insieme a chi non sente la necessità di toccarlo eccessivamente, ma essendo dotato di un ottimo autocontrollo, tollera e addirittura apprezza il contatto con i propri umani di riferimento e, sempre sotto il loro controllo dei genitori, anche quello dei bambini di casa.

Non ha per forza bisogno di un giardino o di una casa grande per sentirsi bene nel suo territorio, ma ha bisogno di sapere che esiste un luogo in cui, in ogni caso, non viene disturbato, una sorta di base sicura da cui controllare i movimenti dei componenti del gruppo e dove appisolarsi in tranquillità, se arrivassero ospiti a cena.

Una giornata con uno Shar Pei

Lo Shar Pei si sveglia con calma, fa qualche festa, generalmente in maniera composta, e attende diligentemente che, dopo la colazione della famiglia, arrivi il momento della sua passeggiata. Prendete il guinzaglio e gli fate indossare delicatamente la pettorina, consapevoli del fatto che non ama venire abbracciato, come vi aveva spiegato l’educatore cinofilo quando il vostro cane era ancora cucciolo. Da questo momento inizia la sua sfilata di eleganza lungo il viale che porta al parco.

Costeggiate l’area cani, che lo Shar Pei guarda con un po’ di supponenza, senza esigere l’incontro con i suoi simili. Superate le zone più trafficate e vi aggirate con pazienza nel boschetto che delimita l’area verde, dove il naso del vostro Shar Pei ha sentito un odore che va analizzato nel dettaglio per lunghissimi minuti. Tornate a casa e gli preparate da mangiare. Dopo il pasto, è pronto per accoccolarsi nella sua cuccia, dove passerà le prossime ore, contento di poter svolgere l’importante compito di controllore, ora che la casa si svuota e rimane in silenzio.

Tornati dal lavoro siete pronti per un’altra passeggiata e, almeno un paio di volte a settimana, vi ritagliate il tempo per andare insieme fuori città a respirare il silenzio e la pace degli ampi spazi naturali. Passeggiando tra i prati, le persone si fermeranno ad osservare il vostro cane, dall’aspetto così buffo e chiederanno di poterlo toccare. Voi sapete che non ama il contatto con gli sconosciuti e quindi, rispondete educatamente che è meglio di no.

Una volta arrivati, giocate insieme con una lunga treccia finché la competizione non si trasforma in una simpatica lotta. Dopo qualche delicata coccola, siete pronti per tornare a casa, dove vi aspetta l’intera famiglia. Il vostro Shar Pei, a quest’ora attenderà ansioso la cena e, soddisfatto e appagato, si sdraia sul divano, attendendo il vostro arrivo. Quando anche l’ultimo componente della famiglia arriva in soggiorno e lo spazio è quindi più ristretto, lui si sposta pacifico nella sua cuccia sicura, dove potersi rilassare per davvero, sapendo che ci siete voi, a controllare tutto insieme a lui.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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