Lo sciacallo dorato trovato legato al cartello di benvenuto del Parco delle Dolomiti Friulane è stato investito. Lo conferma a Kodami il direttore del Parco, Graziano Danelin: «I risultati dell'autopsia hanno rivelato che è stato investito, è successo in un'area esterna ai nostri confini e successivamente è stato appeso al cartello».
È successo lo scorso 10 marzo, quando il corpo senza vita di uno sciacallo dorato è stato rinvenuto legato così nel territorio di Claut, in Provincia di Pordenone. Un episodio che ha profondamente scosso la comunità e la direzione dell'Ente: «Un gesto del genere si commenta da solo – conferma Danelin – Non ci era mai successo un episodio di questo tipo, e non si capisce neanche perché si debba fare questo a un animale».
Il Parco ha pubblicato sui propri social una foto per denunciare l'accaduto, si tratta di immagini di estrema efferatezza che da giorni fanno il giro di tutti i media ma che non troverete qui su Kodami per una precisa scelta editoriale: non aggiungono nulla a quanto scritto e non le aggiungiamo per non ledere la dignità di qualsiasi essere vivente.
Ciò che dunque non è chiaro è l'intento della persona che ha compiuto il gesto che può però essere chiaramente interpretato come un messaggio ostile nei confronti del parco. Su questo aspett sta indagando il Corpo Forestale Regionale e la prima ipotesi, antecedente ai risultati dell'autopsia, era che un bracconiere dopo aver ucciso l'animale avesse deciso di farne scempio. Ora non è da escludere che lo sciacallo dorato sia stato invece vittima del malumore nei confronti dei grandi carnivori, un sentimento presente anche nella zona del Parco delle Dolomiti Friulane. «Qui come altrove c'è apprensione per la presenza di lupi, per questo la Regione ha organizzato degli incontri informativi e, probabilmente, ne saranno fatti altri in futuro», conclude Danelin.
Lo sciacallo dorato (Canis aureus) è un mammifero di taglia media che in Italia è presente presente sull'arco alpino, ma la sua diffusione sta raggiungendo anche la pianura. Non rappresenta in alcun modo un rischio per l'uomo, e questo soprattutto perché si tratta di un animale che cerca di evitare l'incontro diretto con la nostra specie. Anche per quanto riguarda gli allevamenti, le preferenze alimentari lo portano a scegliere prede di più piccole dimensioni o già morte.