Lo scheletro di Trinity, una femmina di T. rex composta dalle ossa di tre diversi esemplari, è stato appena venduto per il prezzo record di 6,1 milioni di dollari, in una prestigiosa asta per grandi collezionisti di reperti fossili avvenuta in Svizzera alla casa d'aste Koller di Zurigo. Il reperto era stato messo in vendita da un privato americano e ora è stato acquistato da un collezionista europeo che già in passato aveva fatto parlare di sé acquistando diverse opere d'arte moderna. Poche le speranze che il grosso animale possa essere esposto al pubblico in museo di scienze naturali.
Il banditore ha affermato che questa è stata la prima volta in Europa e solo la terza in tutto il mondo dove un intero scheletro di tirannosauro è stato messo all'asta, e dalle informazioni rese pubbliche al momento dell'acquisto, si sa che due degli esemplari che hanno permesso la ricostituzione di questo scheletro risalivano a 65 milioni di anni, mentre il terzo è leggermente più antico, risalendo a 67 milioni di anni fa.
Lo scheletro misura 3,9 metri di altezza, 11,6 metri di lunghezza e 2,65 metri di larghezza e tutte le ossa sono state prelevate dal territorio degli Stati Uniti, all'interno della formazioni di Hell Creek e Lance Creek nel Montana e nel Wyoming, anche se bisogna chiarire che non tutte sono originali. Circa un terzo dello scheletro, infatti, è composto solo da un insieme di calchi in gesso e resina epossidica.
«È stata un'asta meravigliosa perché abbiamo mostrato Trinity per due settimane e mezzo nella sala concerti di Zurigo. Più di 30.000 visitatori sono così venuti ad ammirarla, tra cui molti bambini», ha detto il padrone di casa dell'evento, Cyril Koller, che è tra i maggiori esperti di vendita di fossili al mondo.
Non tutti però si sono dichiarati entusiasti dalla vendita dello scheletro e fra questi molti paleontologi hanno criticato l'operazione commerciale. Thomas Holtz, che lavora presso il Dipartimento di Geologia dell'Università del Maryland, rimane per esempio ancora molto scettico sulla vendita dei reperti e sulla natura dell'oggetto venduto: «Qui in realtà non si sta parlando tanto di un'esemplare quanto di un'installazione artistica. Un'opera ispirata a dei veri fossili, che seppur imita altri reperti noti come Sue (una femmina di T. rex scoperta nel 1990 ndr) non possiede però la valenza scientifica, educativa ed espositiva di uno scheletro originale».
Holtz ha anche contestato che il commercio di reperti fossili riadattati per i bisogni espositivi dei milionari potrebbe essere dannoso per la scienza, rovinando per esempio reperti importanti e mettendo i nuovi esemplari lontano dalla portata dei ricercatori. Uno scandalo, che sta cominciando a preoccupare molti esperti di dinosauri in tutto il mondo e che ha spinto alcune realtà a prediligere le esposizioni pubbliche rispetto alle collezioni private quando si dà il via alla vendita di un reperto.
Finora non si era però mai visto uno scheletro di dinosauro venduto ad un prezzo così alto. Quindi la maggiore preoccupazione di Holtz è che i milionari collezionisti di fossili di tutto il mondo abbiano solo iniziato a esplorare il mercato e che presto in nuove aste ci sarà il pericolo che si potrebbero accaparrare reperti estremamente importanti dal punto di vista scientifico.