Lo pterodattilo è il primo e più famoso genere mai descritto tra gli pterosauri, i rettili volanti del Mesozoico. Infatti anche se tutti li considerano "dinosauri volanti", in realtà questi rettili alati non sono affatto dinosauri, ma appartengono a un gruppo differente: gli pterosauri. Il termine Pterodactylus significa dito alato, poiché l'intera membrana alare era ancorata a un'unico dito della mano, il quarto, che era enormemente allungato. A questo genere viene solitamente associata una sola specie, Pterodactylus antiquus, vissuta nel Tardo Giurassico tra circa 151 e 148 milioni di anni fa. Ma col termine pterodattilo molto spesso ci si riferisce genericamente a tutti gli pterosauri, che tuttavia erano un gruppo di specie estremamente diversificato ed eterogeneo.
Caratteristiche dello pterodattilo
Gli pterosauri sono i primi vertebrati in assoluto ad aver evoluto un sistema di volo battuto, molto prima di uccelli e pipistrelli. Sono vissuti per buona parte del Mesozoico, dal Tardo Triassico alla fine del Cretaceo (da 228 a 66 milioni di anni fa, quando si sono estinti anche la maggior parte dei dinosauri). Le loro ali erano formate da una membrana di pelle che si estendeva dalle caviglie fino a al quarto dito della mano, allungato a sostenere le ali come fosse una vela.
Lo pterodattilo, in particolare, era uno pterosauro relativamente piccolo, con un'apertura alare adulta stimata di circa 1 metro, aveva un cranio lungo e sottile, una sorta di becco dotato di circa 90 denti conici. I primi resti fossili di Pterodactylus sono stati trovati in Germania nel 1784, e furono descritti dall'italiano Cosimo Alessandro Collini, ma nei decenni successivi molti altri fossili sono stati trovati in Europa e Africa. In base alla forma, alle dimensioni e alla disposizione dei suoi denti si ritiene sia stato un carnivoro abbastanza generalista, che si nutriva principalmente di piccoli invertebrati, soprattutto marini.
Pterodactylus viveva infatti in ambiente marino costiero, un po' come molti uccelli attuali, ed è stato ritrovato spesso in associazione con fossili marini come pesci, crostacei, echinodermi e molluschi. Ma tra gli pterosauri esistevano tantissimi altre specie molto differenti per forme, dimensioni e anche per stile di vita.
Gli altri pterosauri
Gli pterosauri sono stati un gruppo di enorme successo, ricco di specie con aspetto e abitudini molto differenti. In genere erano piuttosto grandi, ma esistevano anche specie molto piccole (come Nemicolopterus) che avevano un'apertura alare di appena 25 cm. Le forme giganti, invece, erano gli animali volanti più grossi mai esistiti, e poteva raggiungere un'apertura alare che superava addirittura i 10 m. Tra questi troviamo per esempio Hatzegopteryx e Quetzalcoatlus, che da terra era alto quanto una giraffa.
A terra alcune specie erano in grado di muoversi agilmente su tutti e quattro gli arti, e c'erano persino pterosauri in grado di corre o nuotare. Le loro mascelle potevano avere becchi cornei molto simili a quelli degli uccelli, e alcuni gruppi erano anche privi di denti. Possedevano anche altre caratteristiche simili agli uccelli, come l'endotermia (erano a sangue caldo) e le ossa cave e piene d'aria.
Alcuni gruppi hanno sviluppato creste sulla testa molto grosse ed elaborate, probabilmente colorate e legate al dimorfismo sessuale. Il loro corpo era inoltre ricoperto da una sorta di peluria formata da picnofibre, un filamento piumoso simile al pelo dei mammiferi. Queste strutture filamentose erano in realtà più simili alle proto-piume e alle piume di dinosauri e uccelli, e molto probabilmente hanno un'origine evolutiva comune.
Tradizionalmente si pensava che quasi tutti gli pterosauri fossero piscivori e che vivessero in ambiente costiero, da cui partivano per andare a caccia in mare aperto. In realtà l'enorme successo evolutivo ha portato questi rettili alati ad occupare moltissime e differenti nicchie ecologiche. Vi erano specie con abitudini più terrestri, quindi carnivore, e altre invece specializzate nella cattura di invertebrati.
Storia della scoperta
Il primissimo fossile di pterosauro fu descritto dal naturalista italiano Cosimo Alessandro Collini, nel 1784. Collini però non capì che si trattava di un rettile volante, e lo identificò come un animale marino dalle lunghe pinne. Fu poi Georges Cuvier all'inizio del 1800 ha identificarlo correttamente e stabilire che si trattava invece di un rettile in grado di volare, proprio come gli uccelli.
Nei decenni successivi tantissimi altri pterosauri sono stati ritrovati un po' in tutto il mondo, e ancora oggi vengono scoperte periodicamente nuove specie. Di recente è stato ritrovato il fossile dello pterosauro più grande del Giurassico in Scozia, mentre nel 2021 ne fu ritrovato uno dotato persino di un pollice opponibile.
Pterodattilo e pterosauri nella cultura di massa
Gli pterosauri son da sempre presenti accanto ai loro "cugini", i dinosauri, nella cultura di massa. Il termine pterodattilo viene comunemente utilizzato per descrivere genericamente tutti gli pterosauri, ma come abbiamo visto tecnicamente si riferisce a una sola specie. Inoltre in film, serie TV e cartoni animati vengono ancora definiti, erroneamente, "dinosauri volanti", generalizzando e accomunando animali, che seppur contemporanei, erano in realtà molto diversi e imparentati solo lontanamente.
In un modo o nell'altro gli pterosauri sono comunque entrati prepotentemente nell'immaginario collettivo. Sono stati ampiamente utilizzati in romanzi, come Il mondo perduto di Arthur Conan Doyle, e in tantissimi film, da King Kong alla saga di Jurassic Park. Sono tra gli animali preistorici più carismatici e conosciuti dopo i dinosauri, e certamente il loro aspetto unico, unito al modo di volare, ha fatto sì che diventassero protagonisti di tantissimi film, cartoni animati, serie TV e romanzi.