Continua la campagna di Animal Equality per chiedere il divieto di macellazione dei cavalli. Dopo aver lanciato una petizione sottoscritta da oltre 100.000 persone, mercoledì 28 giugno, l'associazioni ha condotto due iniziative a Milano e Roma per affermare la necessità di porre fine a una pratica che condanna ogni anno in Italia 25.000 cavalli alla macellazione.
A Milano la manifestazione davanti al Duomo ha portato in piazza le 100.000 firme delle persone che hanno supportato la campagna. A Roma, in parallelo, un rappresentante di Animal Equality ha incontrato i parlamentari per sollecitare un intervento urgente da parte del Governo verso il divieto di macellazione dei cavalli. Tra i parlamentari che hanno aderito all’iniziativa #stopmacellazionecavalli ci sono Luana Zanella, Francesco Emilio Borrelli, Devis Dori ed Eleonora Evi (Alleanza Verdi e Sinistra Italiana), insieme a Susanna Cherchi, Carmen Di Lauro e Gisella Naturale (M5S).
Per Eleonora Evi ha sottolineato le condizioni in cui questi animali sono costretti a vivere: «Nei loro confronti vengono perpetrati inaccettabili maltrattamenti, in particolare durante la macellazione e il trasporto. In Grecia invece questi meravigliosi animali sono diventati animali d’affezione. Nel 2023 è decisamente ora di cambiare le cose». E ha spiegato i motivi che la hanno convinta a sostenere la campagna lanciata da Animal Equality Italia: «Chiedere lo stop della macellazione di questi splendidi animali, fare un passo verso il raggiungimento di un sistema alimentare più etico, giusto e privo di sofferenza di esseri senzienti».
Anche Francesco Emilio Borrelli ha aderito: «Difendere cavalli e altri animali da questo ingiusto e illegale massacro non soltanto è una giusta causa dal punto di vista etico e legale ma anche un modo per tutelare la salute dei cittadini che si trovano nei loro piatti animali macellati abusivamente e non sottoposti ai dovuti controlli sanitari. Sosterremo questa battaglia a livello legislativo e parlamentare con tutte le nostre forze».
Per Susanna Cherchi «I cavalli sono animali sensibili, che hanno sentimenti, e non è possibile continuare con la macellazione di queste creature meravigliose. È una pratica orribile ed è ora di dire basta».
L’Italia è il maggior importatore di carne di cavallo del mondo e il primo consumatore di tutta Europa. I cavalli uccisi al mattatoio sono vittime di gravi condizioni di trasporto su camion affollati dove trascorrono lunghe ore in piedi, subendo lesioni, sviluppando febbre da trasporto (una malattia respiratoria associata al trasporto su lunghe distanze), perdita di peso, affaticamento e disidratazione.
Nel Paese, sempre più cavalli non destinati al consumo alimentare, perché provenienti dalle corse ippiche, vengono comunque macellati e la loro carne venduta ai consumatori. Questa pratica è tuttavia illegale e pericolosa per via dei farmaci veterinari che sono stati somministrati a questi animali nel corso della loro vita e che non sono adeguati al consumo umano. Il fatto che questa violazione della normativa avvenga in maniera sistematica dimostra che l’attuale sistema di controlli a livello nazionale non è sufficiente a garantire la tutela di questi animali né dei cittadini, esposti a rischi di salute.
Il team investigativo di Animal Equality ha indagato sulla macellazione dei cavalli in Spagna, Italia e Messico, documentando in diversi casi l’uccisione di animali ancora coscienti, vittime di sofferenze inutili e ingiustificate.
Il lavoro di denuncia dell’organizzazione internazionale è arrivato anche in Parlamento. Proprio in riferimento a questo lavoro investigativo, Carmen di Lauro, componente della Commissione Affari Sociali, ha presentato un’interrogazione parlamentare, sottoscritta anche da Andrea Quartini e Gaetano Amato e rivolta al Ministro della Salute, per chiedere il «riconoscimento dello status di "animale d'affezione" anche per gli equidi». In questo modo anche i cavalli sarebbero equiparati a cani e gatti e non potrebbero essere macellati.
«La partecipazione che abbiamo visto a Milano e le migliaia di firme raccolte dimostrano che da parte dei cittadini c’è una chiara volontà di mettere fine all’uccisione sistematica dei cavalli: la vendita della loro carne intercetta una nicchia di consumatori, ma la sofferenza estrema di questi animali macellati a scopo alimentare non può e non deve essere più consentita», ha detto Ombretta Alessandrini, Campaign Coordinator di Animal Equality Italia.