Durante il debutto del suo nuovo spettacolo al teatro Arcimboldi di Milano, Checco Zalone ha riacceso i riflettori sul Jova Beach Party, dedicando una canzone di Natale proprio a Jovanotti, presente in sala tra il pubblico. Sulle note di A Natale puoi e imitando la voce di Lorenzo Cherubini, Zalone ha ironizzato sulle polemiche che hanno accompagnato il tour durante tutta l'estate. L'obiettivo del comico barese non era di certo criticare Cherubini, visto che è stato lui stesso ospite del tour, ma alcuni passaggi sono piuttosto interessanti e non affatto lontani dalla realtà, oltre che divertenti.
Eccone alcuni, nemmeno troppo sottili e piuttosto precisi: «Io voglio andare su una spiaggia fantastica e riempirla di bottiglie di plastica. E incendiarla, fare un falò cantando Battisti, sai la faccia degli ambientalisti. Poi gettare cicche di sigaretta, dove nidifica il fratino di Barletta. Capirete fosse un'aquila, un falco o una padula, ma ‘sto fratino, dai, chi se lo incula».
Ironizzando come solo lui sa fare, le strofe cantate da Zalone riflettono però in parte proprio l'atteggiamento tenuto da Jovanotti rispetto all'evidente e inevitabile impatto ambientale che il suo gigantesco tour ha avuto sull'ecosistema spiaggia e i suoi abitanti.
L'evento organizzato dal cantante sulle spiagge italiane, infatti, si presentava come una sorta di baluardo nei confronti della tutela all'ambiente, tanto da guadagnarsi addirittura l'approvazione e la tanto discussa partnership con il WWF Italia. Peccato però che com'era già successo in occasione della prima edizione – quella del 2019 – fatti, testimonianze, documenti e pareri di chi della conservazione della natura se ne occupa per lavoro ogni giorno, erano piuttosto evidenti.
Ne avevamo parlato approfonditamente in occasione della risposta seccata di Jovanotti a una lettera aperta che invece lo invitava al dialogo scritta dal geologo e divulgatore Mario Tozzi. In quella lettera, dopo aver dato dell'«econazista» a chiunque non la pensasse come lui e aver prima ancora affermato che il mondo dell'ambientalismo «è più inquinato delle fogne di Nuova Delhi», il cantante aveva provato a difendere il suo tour con affermazioni superficiali, parziali o del tutto false.
Quella di Zalone è perciò un sarcasmo senza dubbio divertente ma che, tuttavia, come già accaduto in passato da satira su Jovanotti si trasforma in parodia dell'intero movimento ambientalista e conservazionista. Un mondo composto non di soli fanatici rompiscatole come in molti vogliono far credere ma che include esperti, attivisti, comunicatori o semplici cittadini che degli ecosistemi, del fratino, delle dune o – più semplicemente – al bene pubblico ci tengono eccome.
Perché il fratino, solo una delle tantissime specie che compongono la ricca e minacciata biodiversità costiera, non sarà forse una maestosa aquila reale, ma come vi abbiamo raccontato in un episodio speciale di Kodami Trails, è tra gli animali a maggiore rischio di estinzione in Italia. Nidificando esclusivamente in ambienti costieri, risente di ogni forma di degrado ambientale, come urbanizzazione delle coste, l'erosione dei litorali sabbiosi e – ovviamente – il disturbo arrecato da attività turistiche e ricreative.
In appena 10 anni, la popolazione italiana è diminuita di almeno il 50%, ed è per questo inserito nella categoria In pericolo (EN) della Lista Rossa italiana delle specie minacciate. Anche per questo, a differenza di quanto ha affermato lo stesso Jovanotti, il fratino lo conoscono bene parecchie persone e da ben prima che lo portasse alla ribalta lui col suo tour. Sono in tanti a "incularselo" per dirla alla Zalone e non di certo per inutili prese di posizione ma perché ce lo chiede la scienza, l'Europa, lo Stato italiano – che lo ha inserito anche in Allegato I della Direttiva Uccelli – e soprattutto il buon senso e il rispetto per la natura e la biodiversità.
Per cui, anche se la canzone parodia di Checco Zalone si è conclusa come al solito "a tarallucci e vino" (esattamente come successo con Mario Tozzi), con Jova che è salito sul palco a scherzare e a cantare col comico, c'è veramente poco da ridere in tutta questa vicenda. In piena crisi climatica ed ecologica, la natura deve tornare al centro del dibattito e delle politiche pubbliche, ma non a parole, con slogan oppure loghi appiccicati qua e la, ma con un cambiamento concreto e radicale di atteggiamento, politiche e modi di fruire anche le aree antropizzate con residua naturalità, come le spiagge.
Il modo in cui abbiamo sempre pensato alla valorizzazione della natura e alla possibilità che questa possa essere compatibile con qualsiasi tipo di attività umana è anacronistico, antiscientifico, immorale e da mettere definitivamente da parte. Ci sono luoghi in cui non è più possibile, oggi, permettere certe attività e non deve essere di certo la natura ad adattarsi al nostro stile di vita, ma il contrario. Questo dobbiamo farlo tutti e il prima possibile, che ci piaccia a no e a prescindere dalle parodie e dalle caricature.