Il Recovery Plan, ossia il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che arriverà a breve in Parlamento, sembra essersi dimenticato della tutela della natura e della biodiversità. A lanciare l'allarme è la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) che a fine marzo aveva avanzato cinque proposte in merito tra cui il ripristino degli habitat marini, un programma per la salvaguardia delle specie minacciate e l'attuazione della Rete Natura 2000, una rete di siti europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie.
Nessuno dei programmi per il ripristino della biodiversità italiana è però stato inserito, fatta eccezione per alcune azioni rivolte verso i parchi nazionali e un progetto sul fiume Po. Al posto dei progetti di tutela è invece prevista la costruzione di diverse opere antropiche come strade, impianti sciistici e opere idrauliche che portano ad un vero e proprio assalto al territorio naturale nazionale, come suggerisce il presidente della Lipu Aldo Verner. Inoltre la Rete Natura 2000 non è stata proprio citata nel Recovery Plan e questo rappresenta già di per sé un grave problema.
Peraltro l'Europa con La Strategia per la Biodiversità del 2030 aveva messo al centro delle politiche europee la creazione di zone protette e il ripristino degli ecosistemi terrestri e marini attraverso, ad esempio, la riduzione dell'utilizzo di pesticidi del 50% e il ripristino di almeno 25 000 km di fiumi liberi entro il 2030. L'Italia sembra però ad oggi non seguire gli obiettivi prefissati dalla Comunità Europea. Il presidente della LIPU lancia quindi un appello chiedendo alla Commissione europea di correggere il Piano affinché non si commettano danni irreversibili.
La stessa associazione attraverso un post di Facebook ha iniziato una raccolta firme per far arrivare il messaggio al Presidente Draghi e al Ministro Cingolani. Ecco il post: