In seguito alle dichiarazioni del Presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, intenzionato a catturare ed abbattere MJ5, Lipu e Wwf hanno inviato una diffida alla Provincia Autonoma.
Secondo le associazioni, infatti, le informazioni in possesso alle autorità riguardo l'aggressione dello scorso 5 marzo sono ancora troppo scarse, lacunose e prive di dettagli indispensabili per chiarire adeguatamente la dinamica dell'incidente. Di conseguenza, non possono essere sufficienti per motivare l'abbattimento dell'animale.
«È essenziale verificare in via prioritaria, se il comportamento del soggetto sia stato conforme alle norme di prudenza alle quali deve attenersi chiunque si trovi in aree naturali, ancor di più quando si ha la consapevolezza di trovarsi in zone notoriamente frequentate da grandi carnivori – si legge nel testo del comunicato – Ciò diventa ancor più necessario se si considera che l’orso bruno, normalmente, teme l’uomo e se ne mantiene a distanza, cercando di evitare incontri più o meno ravvicinati».
Secondo Lipu e Wwf, inoltre, la scelta della Provincia Autonoma è stata presa con eccessiva frettolosità: «Si tratta di una conclusione contrastante con principi di proporzionalità e ragionevolezza. Motivata da ragioni esclusivamente politiche, che nulla hanno a che fare con la tutela della pubblica incolumità. Per questo le associazioni sono pronte ad agire in tutte le sedi, anche quelle giudiziarie, per tutelare il fondamentale principio di tutela dell’ambiente e della biodiversità sancito dall’art. 9 della Costituzione».
Lipu: «Non ci sono motivi sufficienti per uccidere MJ5»
«Non ci sono motivi sufficienti per uccidere MJ5, ma sappiamo che Maurizio Fugatti ha un approccio giustizionalista – commenta a Kodami Sergio Merz, delegato provinciale della Lipu – Dal racconto della vittima sembra evidente che l‘animale si trovava a quasi 2000 metri di altitudine e non era in alcun modo interessato ad aggredire una persona. È stato improvvisamente sorpreso dall'uomo e dal suo cane, eppure viene descritto come un orso "cattivo" che voleva aggredire».
Vi è inoltre un dettaglio che, secondo Merz, andrebbe analizzato con particolare attenzione ed è quello legato alla gestione del cane nel momento dell'incontro: «L'uomo dice che, inizialmente, il cane era al guinzaglio, ma noi sappiamo bene, grazie all'analisi delle fototrappole posizionate nei boschi trentini, che il 90% dei cani che frequenta i nostri boschi è libero».
Secondo il racconto fatto da Lorenzo Cicolini, fratello della vittima e Sindaco di Rabbi, una volta avvistato l'orso Alessandro Cicolini avrebbe deciso di togliere il guinzaglio al cane. Una scelta diametralmente opposta rispetto ai comportamenti da tenere in presenza del plantigrado. Anche questo aspetto, secondo le associazioni, fa parte delle analisi che vanno svolte accuratamente prima di determinare la necessità di abbattimento dell'animale.
«Bisogna conoscere i rischi e i comportamenti da tenere in montagna»
«Mi sembra che non si stia ragionando sul fatto che in montagna non esiste l'annullamento del rischio e non esisterebbe nemmeno se eliminassimo gli orsi – aggiunge il referente di Lipu Trentino – Nel bosco ci sono anche le vipere e le zecche, ad esempio, con cui l'incontro è certamente più frequente rispetto alla rara eventualità dell'incontro con un orso. Il nostro dovere è quello di conoscere i comportamenti da tenere».
Nel testo diffuso dalle associazioni viene anche sottolineato come l'incidente della Val di Rabbi rappresenti in realtà la prima occasione in cui MJ5, uno degli orsi più anziani del Trentino, si è reso protagonista di un comportamento aggressivo nei confronti degli esseri umani.
L'animale, infatti, è un soggetto di 18 anni, figlio di Maya e Joze, due degli esemplari introdotti dalla Slovenia all’inizio del progetto LifeUrsus e, in questo ventennio si è spostato dall'Alto Adige alle Dolomiti di Brenta Meridionali senza mai attirare l'attenzione.
Questo particolare aspetto spinge Sergio Merz a concludere con una riflessione riguardo l'utilizzo umano degli ambienti montani: «Non dimentichiamo che nei nostri boschi si svolge anche l'attività venatoria, un passatempo umano che causa ogni anno molti più incidenti rispetto agli orsi ed è assolutamente più pericoloso di MJ5».