L'ippopotamo comune (Hippopotamus amphibius) è un grosso mammifero erbivoro africano appartenente alla famiglia degli ippopotamidi. Sebbene trascorra molto tempo in acqua e alcuni lo confondano quindi per una specie acquatica, viene spesso considerato il terzo mammifero terrestre per dimensioni dopo elefanti e rinoceronti. Di fatto, però, per via delle sue abitudini di utilizzo dell'ambiente in cui vive, è più corretto definirlo come semi-acquatico e, infatti, si trova nei pressi dei fiumi della savana africana e nei principali corsi d'acqua dell'Africa centrale.
Il nome della specie deriva dalla lingua greca, in cui hippopotamos (ἱπποπόταμος) si traduce letteralmente come "cavallo d'acqua". Questo termine, infatti, è composto dalle parole hippos (che significa "cavallo") e potamos (che significa "fiume" o "acqua corrente") e descrive in modo eloquente l'utilizzo dell'home rangeche caratteristico di questo animale.
Un maschio adulto può superare i 4 metri di lunghezza e raggiungere le due tonnellate di peso. Dal punto di vista comportamentale, gli ippopotami sono animali piuttosto territoriali e stanziali, che vivono in gruppi di dimensioni variabili e aumentano le proprie attività durante gli orari notturni, per trascorrere invece le ore più calde riposando.
Gli ippopotami hanno un'origine evolutiva comune con i cetacei. Entrambi, infatti, fanno parte dell'ordine dei cetartiodattili, che comprende sia gli artiodattili (come le giraffe e i cammelli) che i cetacei (come le balene e i delfini). Alcuni antenati degli attuali artiodattili si sono però adattati alla vita acquatica, dando origine, appunto, ai cetacei. Questo adattamento ha implicato lo sviluppo di una serie di caratteri anatomici e comportamentali necessari per sopravvivere nei rispettivi, diversi, ambienti. Gli ippopotami, ad esempio, hanno zampe corte e robuste, adatte alla vita semiacquatica e anche agli spostamenti sulla terra, mentre i cetacei, per nuotare in mare aperto, hanno sviluppato le pinne.
In passato esistevano diverse specie di ippopotami, diffuse anche in Asia e in Europa e, secondo uno studio condotto dall'Università del Nevada (USA) a Cipro, nel Mediterraneo orientale, la loro estinzione sull'isola potrebbe essere stata accelerata dall'uomo.
Caratteristiche fisiche dell'ippopotamo
L'ippopotamo comune adulto può raggiungere una lunghezza di circa 4 metri e un'altezza di oltre 1,5 metri alla spalla, con il peso che può superare le due tonnellate. Ha un corpo massiccio, sorretto da zampe corte e robuste. Le orecchie, anche se relativamente piccole rispetto alle dimensioni del corpo, consentono di captare i suoni provenienti da tutte le direzioni, grazie alla loro mobilità. La testa è ampia, con occhi e narici posizionati in modo da poter osservare ciò che lo circonda e respirare sopra l'acqua anche mentre rimane parzialmente sommerso.
I denti sono a crescita continua e si consumano masticando. Inoltre, vengono utilizzati come strumento di difesa e di attacco in particolare nei combattimenti tra maschi e durante l'accoppiamento.
La bocca è sorprendentemente grande e una ricerca condotta dall'ente privato Afri Wild Services ne descrive l'ampiezza dell'apertura, che può arrivare a cinquanta centimetri. L'ippopotamo ha una serie di denti affilati ed è dotato di grandi canini, utili per la difesa e la competizione tra conspecifici. La pelle è di colore grigio scuro ed è spesso priva di peli visibili, con una consistenza che ricorda quella del rinoceronte.
Il più grande ippopotamo di cui si abbia notizia è un maschio che visse nello zoo di Monaco di Baviera, in Germania, e raggiunse un peso di 4.500 kg.
Habitat e distribuzione
L'ippopotamo comune è un mammifero semi-acquatico che abita in laghi, fiumi e paludi poco profonde. Lo specchio d'acqua, per essere adeguato, deve disporre di una profondità sufficiente per consentigli di immergere tutto il suo corpo. Se non trova acque profonde circa 2 metri, può muoversi anche in laghi e fiumi più profondi, emergendo solo con il muso.
In particolare questa specie si trova in 29 paesi africani, tra i quali vi sono l'Angola, il Botswana, il Camerun, il Kenya, il Mozambico, la Namibia, la Tanzania, l'Uganda, la Zambia e lo Zimbabwe.
Abitudini e comportamento
L'ippopotamo comune è noto per il suo comportamento aggressivo, specialmente quando si tratta di difendere il proprio territorio o i cuccioli. Nonostante appaia pigro e tranquillo, può cambiare atteggiamento in maniera repentina, sia in acqua che sulla terraferma. Questa aggressività è spesso esibita attraverso minacce evidenti come vocalizzazioni forti, inseguimenti e scontri violenti con i rivali o con le potenziali minacce.
Nonostante la stazza, è sorprendentemente agile in acqua, dove è in grado di nuotare piuttosto velocemente grazie alle potenti zampe. Sulla terraferma, la sua velocità è ridotta, ma non va sottovalutata. Un rinoceronte adulto, infatti, su brevi distanze può superare i 30 chilometri all'ora.
Dal punto di vista sociale, gli ippopotami vivono in gruppi di dimensioni variabili (20/100 individui) e la maggior parte delle attività si svolgono durante gli orari notturni. I maschi mostrano comportamenti competitivi nei confronti dei propri simili e comunicano con sbadigli, ruggiti e scontri diretti. Molto importante risulta essere anche la comunicazione olfattiva, che avviene attraverso lo spargimento di urina e soprattutto di feci. Le code oscillano avanti e indietro, durante le marcature, in modo da riuscire a raggiungere una distanza maggiore.
Hanno inoltre un vasto repertorio di vocalizzazioni, sia per quanto riguarda la comunicazione nell'aria che quella che avviene sotto il pelo dell'acqua. Il museo di zoologia del Michigan, descrive uno di questi suoni come un forte tuono, percepibile fino a oltre un chilometro e mezzo di distanza. Se a produrlo è il maschio dominante, può venirsi a creare un coro a cui partecipano anche altri maschi.
I combattimenti sono generalmente più intensi durante la stagione secca, quando le risorse alimentari sono più scarse. L'ippopotamo comune non ha molti nemici naturali, eppure talvolta viene predato (in particolare i piccoli) da iene, coccodrilli e leoni.
Alimentazione
L'ippopotamo comune è un animale erbivoro che occupa fino a quattro o cinque ore della giornata nutrendosi. Generalmente è molto stanziale ma, se il cibo scarseggia, può muoversi fino a 3 o 4 chilometri di distanza. La dieta consiste prevalentemente in piccoli germogli, erbe ed arbusti leggeri. Ha labbra molto muscolose, ideali per strappare l'erba e, infatti, non usa i denti per masticare, altrimenti vi sarebbe una perdita delle sostanze nutritive presenti nelle piante.
Talvolta sono stati osservati ippopotami intenti a consumare prede morte nei pressi delle pozze d'acqua, ma gli stomaci di questi animali non sono adatti per consumare la carne.
Riproduzione
Gli ippopotami sono animali poliginici, ciò significa che un maschio si accoppia con diverse femmine appartenenti al gruppo sociale. Sebbene la riproduzione non sia strettamente stagionale, il concepimento avviene solitamente durante la stagione secca, che va da febbraio ad agosto, e le nascite di solito avvengono durante la stagione delle piogge, ovvero tra ottobre e aprile.
Durante la ricerca di una femmina adatta per l'accoppiamento il maschio dominante della mandria vaga annusandone l'estremità posteriore per poi dare inizio al corteggiamento. La spinge fuori dal branco, verso acque profonde, finché lei si scaglia contro di lui. A quel punto avviene generalmente uno scontro con le mascelle e in seguito avviene la monta, durante la quale la femmina tiene la testa sotto l'acqua.
L'accoppiamento si verifica generalmente ogni due anni, in quanto le femmine offrono prolungate cure parentali. La gestazione stessa dura quasi un anno, al termine del quale nasce un solo piccolo, e lo svezzamento dura un altro intero anno. La maturità sessuale viene raggiunta intorno ai 6/8 anni per i maschi e intorno ai 9/13 anni per le femmine.
Rapporto con l'uomo e minacce per la specie
Vista la sua rapidità e la sua potenza, l'ippopotamo comune può aggredire gli esseri umani e ciò avviene in particolare quando la madre sta svezzando il piccolo e assume, quindi, un atteggiamento protettivo nei suoi confronti. Incidenti possono avvenire anche durante la stagione secca, quando scarseggiano le risorse alimentari, oppure in caso di incontri accidentali con cacciatori e navigatori.
Secondo la IUCN si tratta di una specie Vulnerabile e, infatti, negli ultimi anni vi è stato un calo fino al 20% del numero di ippopotami comuni diffusi nei 29 paesi in cui si può trovare.
La ragione principale di questo declino è la caccia da parte dell'uomo. Il suo avorio e la sua carne, infatti, vengono ancora commercializzati in molti paesi del mondo. L'ippopotamo comune, inoltre, rischia di perdere gran parte del suo delicato habitat a causa della siccità, dello sviluppo agricolo e industriale e della modifica dei flussi d'acqua.