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19 Giugno 2023
11:49

L’inquinamento luminoso è un serio pericolo per gli organismi marini che si orientano con la luce

L'inquinamento luminoso è un fenomeno che danneggia diversi organismi marini che si orientano con la luce. Un nuovo studio che ha visto come protagonista una specie di isopode costiero, ha dimostrato che la luce artificiale ne modifica il comportamento e gli adattamenti anti-predatori.

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Avete mai sentito parlare di inquinamento luminoso? E' un fenomeno per il quale, a causa dell'antropizzazione, si verifica un'eccessiva illuminazione artificiale dell'ambiente notturno che può danneggiare molti organismi. Una nuova ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, mostra che anche gli isopodi costieri, piccoli crostacei che vivono intorno alla linea di alta marea, cambiano il loro comportamento a causa dell'inquinamento luminoso.

Prima di spiegare in cosa consiste la ricerca, è bene comprendere a pieno in che modo questo fenomeno agisce sugli esseri viventi. Le tartarughe marine, creature maestose e affascinanti che vivono in mare tornano per riprodursi sulla terra ferma. La maggior parte delle specie di tartarughe marine costruisce il nido di notte e risente fortemente degli effetti legati all'intensità della luce artificiale notturna che spesso le fa deviare verso direzioni completamente non adeguate alla deposizione delle loro uova. Lo stesso problema si ripresenta quando queste si schiudono poichè i piccoli tendono spontaneamente ad orientarsi verso le fonti luminose dominanti. Le luci artificiali, quindi, ne determinano un totale disorientamento che li porta a dirigersi nella direzione opposta a quella del mare e, così, a morte certa.

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Le tartarughe rappresentano solo una piccola parte degli esseri viventi che risentono dell'inquinamento luminoso. Tra questi rientra anche Ligia oceanica, isopode marino che si nutre di notte e che, per mimetizzarsi e proteggersi dai predatori, cambia colore a seconda del colore che ha la superficie sulla quale si trova. Poichè si sa relativamente poco di come la luce influenzi gli adattamenti anti-predatori e comportamentali degli organismi, un team di ricercatori ha voluto testare gli effetti della luce su questo piccolo invertebrato con lo scopo di verificare se potesse, così, essere più visibile agli occhi di eventuali predatori. Sono state utilizzate due tipologie di sorgenti luminose: prima quella a "punto singolo" volta ad illuminare una piccola porzione di spazio e successivamente una più diffusa capace di ricreare l'effetto del bagliore proveniente dal cielo.

Si è visto che quando questi animali venivano illuminati da una sorgente luminosa puntiforme, diventavano più scuri e quindi per confondersi con l'ambiente tendevano a posizionarsi su pietre più scure, per l'appunto. Al contrario, quando erano esposti a luce più diffusa, tendevano a schiarirsi in media del 27%. Considerando che di norma prediligono ciottoli neri poichè si avvicinano maggiormente al colore della loro corazza, è chiaro che l'inquinamento luminoso li danneggia moltissimo poichè li rende più visibili e quindi prede facili. Stiamo parlando di una specie non minacciata, ma che comunque rappresenta una fonte di cibo per diversi uccelli marini. «Molti uccelli costieri sono in grave declino, quindi è fondamentale comprendere in che modo l'attività umana influisce sulle loro prede come parte di un ecosistema complesso», ha affermato il dottor Jolyon Troscianko, autore dello studio.

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Queste scoperte pongono l'accento sulla necessità di approfondire la comprensione di come la luce influenzi la morfologia e il comportamento delle diverse specie animali. Solo attraverso ulteriori ricerche sarà possibile identificare quali tipologie di luce utilizzare lungo le coste per proteggere gli abitanti marini senza compromettere il loro ecosistema. Tale studio ci ricorda quanto sia importante considerare le conseguenze delle nostre azioni sull'ambiente e sulla biodiversità. Spesso, senza rendersene conto, l'attività umana crea danni significativi agli ecosistemi e ai loro abitanti che soffrono in silenzio. È fondamentale, quindi, riflettere sui nostri comportamenti e prendere provvedimenti per ridurre l'inquinamento luminoso, preservando così la preziosa vita marina che popola le coste.

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Alessia Mircoli
Dottoressa Magistrale in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi
Sono laureata in Biodiversità e Gestione degli Ecosistemi e la divulgazione scientifica è la mia passione. Durante il mio percorso ho scoperto il mondo del giornalismo scientifico e ho capito che è la mia strada. Sono estremamente affascinata dalla natura e da tutto ciò che ne fa parte, credo nell’importanza di diffondere un’informazione corretta sugli animali e l’ambiente.
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