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22 Agosto 2021
18:00

L’inganno del serpente a sonagli

Un nuovo studio pubblicato recentemente su Current Biology ha dimostrato che il Crotalo Adamantino Occidentale (Crotalus atrox), il serpente a sonagli più conosciuto, modifica la frequenza del suono che produce per ingannare l'orecchio umano e fargli credere che sia più vicino di quel che è realmente.

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I serpenti a sonagli sono famosi per la loro capacità di produrre suoni dalla coda, grazie allo sfregamento dei segmenti cheratinosi l'uno sull'altro. Questo affascinante comportamento ha la funzione di avvertire e minacciare altri animali, come ad esempio potenziali predatori che stanno nelle vicinanze, e evitare così di trasformarsi in del delizioso cibo. Una domanda interessante da porsi è: questi segnali acustici hanno solo questo compito o svolgono anche altri ruoli nella comunicazione? A svelarlo è un team di ricercatori che ha studiato il serpente a sonagli più conosciuto, il Crotalo Adamantino Occidentale (Crotalus atrox), dimostrando che questa specie può ingannare l'orecchio umano e, probabilmente anche quello di tanti altri animali. Produce infatti un suono sempre più ad alta frequenza man mano che si avvicina alla potenziale minaccia, facendo credere di essere più vicino di quel che è realmente. La ricerca è stata poi pubblicata recentemente su Current Biology.

Lo studio: il serpente a sonagli varia la frequenza del suono in rapporto alla distanza

L'idea di questa ricerca è nata da una semplice osservazione fatta dall'ultimo autore dello studio, Boris Chagnaud, che si trovava all'interno di una struttura per animali. Durante la visita si è reso conto che quando si avvicinava al serpente a sonagli la frequenza del suono prodotto aumentava, mentre diminuiva man mano che si allontanava. Ha quindi deciso di voler andare fino in fondo e ha messo su il team di ricerca, ideando diversi esperimenti. Per verificare come la frequenza di suono variava rispetto all'avvicinamento di una minaccia, Chagnaud e colleghi hanno riunito 30 giovani di Crotalus atrox, dell'età compresa tra gli uno e i due anni, e sottoposti inizialmente a due test diversi: nel primo hanno utilizzato un torso umano, facendolo avvicinare gradualmente al serpente.

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Cambiamenti di frequenza sonora in avvicinamento del torso umano ©Current Biology, Forsthofer and Schutte et al.: "Frequency modulation of rattlesnake acoustic display affects acoustic distance perception in humans"

Registrando i suoni emessi dai serpenti, si sono accorti che più il torso si avvicinava all'esemplare, più la frequenza dei singoli suoni aumentava, fino ad arrivare ai 40Hz. Dopo poco vi era poi uno sbalzo improvviso che portava la frequenza a circa 60-100 Hz. Successivamente hanno ripetuto il test sostituendo il torso con un cerchio nero proiettato che si avvicinava agli animali modificando il proprio diametro e che ha prodotto gli stessi risultati.

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Risposta del serpente a sonagli al disco nero incombente ©Current Biology, Forsthofer and Schutte et al.: "Frequency modulation of rattlesnake acoustic display affects acoustic distance perception in humans"

Infine, per capire se questo sbalzo di frequenza portasse a una differente percezione della localizzazione dell'animale, hanno coinvolto 11 volontari, di età compresa tra i 20 e i 36 anni, e sottoposti a un esperimento di realtà virtuale. Il test riproduceva le frequenze sonore emesse dal serpente e consisteva nell'avvicinarsi virtualmente alla sorgente del suono, ossia il serpente virtuale, fermando l'esperimento quando percepivano di solo 1 metro la distanza dalla sorgente. I risultati hanno dimostrato che i volontari sottovalutavano la loro distanza dal serpente virtuale quando vi era il forte sbalzo di frequenza del suono.

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Test di simulazione virtuale a cui hanno partecipato i volontari ©Current Biology, Forsthofer and Schutte et al.: "Frequency modulation of rattlesnake acoustic display affects acoustic distance perception in humans"

Il suono come forma di comunicazione

Questo studio dimostra che il suono generato dalla coda del serpente a sognali non è solo un segnale di avvertimento acustica, ma rappresenta una forma di comunicazione piuttosto complessa. Il brusco passaggio da frequenze più basse a quelle più alte, man mano che l'animale si avvicina a una potenziale minaccia, suggeriscono i ricercatori, inganna chi ascolta sulla reale distanza dalla sorgente, creando così un margine di sicurezza di spazio non condiviso. In alternativa, potrebbe essere che il cambio repentino serva a "sbalordire" l'uomo, facendogli aumentare lo stato di attenzione. Infine, i ricercatori suggeriscono che le frequenze sonore potrebbero funzionare allo stesso modo del rilevatore di distanza che possiedono ad oggi le automobili e che produce un suono sempre più acuto quando si avvicina ad un oggetto.

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