Il parco naturale Adamello Brenta è la più vasta area naturale protetta del Trentino, ricca di animali selvatici affascinanti: negli scorsi giorni la pagina Facebook del parco ha condiviso alcune fotografie, scattate da Cristiano Tarantino, di tracce di ali e zampe nella neve, esortando gli utenti del web a provare a indovinare a quale animale appartenessero. «Di chi saranno queste tracce?» si legge nel post, ma la verità è che nessuno può dirlo con certezza.
In molti hanno provato a dare una risposta: la maggior parte degli utenti ha riconosciuto la forma delle ali del misterioso animale sulla neve e sostiene che quindi si tratti un volatile, alcuni azzardano a identificare la specie e tra i commenti i nomi più gettonati sono gallo forcello (o fagiano di monte, un uccello della sottofamiglia Tetraoninae, la stessa del gallo cedrone), aquila reale o un falco nel tentativo di ghermire una preda.
Nei commenti è presente anche la risposta dei referenti del Parco che chiariscono: «In realtà non siamo in grado di dire con certezza di quale animale si tratti, per il fatto che non c'è un oggetto di paragone a confronto che ci possa far capire bene la grandezza delle orme, e non si veda nel dettaglio almeno un’impronta. Non è possibile escludere che si tratti di un tetraonide, per il quale però ci si potrebbe aspettare i segni delle timoniere un po’ più arretrati rispetto all’arco tracciato dalle remiganti, ma difficile dirlo con certezza».
E ancora, cercando di far chiarezza sugli indizi, aggiungono: «Sicuramente osservando i segni lasciati dalle zampe si può intuire una progressione a balzi con colpi d'ali. Sarebbe stato utile vedere le piste con una visuale complessiva più ampia, per capire se l’animale si sia avvicinato di pedina, o in volo e poi si sia involato, o si sia allontanato di pedina. Nonostante da queste immagini non sia possibile determinare con certezza la specie, siamo felici di ammirare le tracce della natura che ci circonda».
Al che risponde proprio l’autore degli scatti, Cristiano Tarantino, che aggiunge alcuni dettagli: «Esatto, progressione a balzi con colpi d'ali. Erano purtroppo presenti solo queste tre impronte su neve, dato che successivamente la pendenza più elevata ne ha probabilmente facilitato il decollo. L’ampiezza fra punta delle due ali era di 1,8 metri circa. Il numero di penne timoniere visibili è 12, compatibile con quelle di aquila reale o altri accipitridi (famiglia di uccelli rapaci diurni che comprende le aquile ma non i falchi, ndr). Nel gallo cedrone sono invece 18 e a coda aperta, non sono solitamente così distinguibili singolarmente, con il "ventaglio" più chiuso e regolare. Il gallo forcello invece presenta una forma della coda totalmente diversa».
Nonostante, quindi, non sia possibile identificare con precisione la specie, grazie ai nuovi dettagli è stato possibile capire che le impronte appartengono ad un grosso rapace, possibilmente un’aquila reale che cercava di catturare una preda nella neve. In ogni caso queste fotografie, riportando le parole dei responsabili del Parco, restano «una chiara testimonianza di come il nostro territorio sia abitato da molti animali, tanto stupendi, quanto fragili».