Una condanna a tre mesi di carcere e al risarcimento dei danni all'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) che si è costituita parte civile nel processo: questa la pena per una donna di Ferrara accusata di aver maltrattato il proprio cane ormai 4 anni fa. L'animale era stato trovato in condizioni al limite della sopravvivenza dalle guardie zoofile nel maggio del 2019 e, oltre al carcere, sarà costretta a rimborsare 2800 euro di spese legali all'associazione.
«Linda, questo suo nome, quasi non si reggeva in piedi ed era piena di piaghe», racconta a proposito il coordinatore delle guardie zoofile Oipa di Ferrara, Enrico Forlani. I volontari l'avevano trovata a seguito di una segnalazione in casa di una residente in provincia di Ferrara: era ridotta pelle e ossa e nelle foto scattate, che a Kodami abbiamo deciso di non mostrare per non spettacolarizzare la sofferenza dell'animale, è chiaro il grave stato di salute nel quale versava l'animale.
«L’abbiamo immediatamente trasferita nel canile della Lega del Cane di Ferrara, dove le condizioni apparvero subito molto gravi – continua Forlani – Con in mano i referti dei veterinari della struttura, che confermarono la carenza di alimentazione e la presenza di una rogna sarcoptica mai curata, denunciammo subito la proprietaria per maltrattamento. Linda poi seguì un percorso di recupero che le permise di guarire e di riprendere il suo peso forma, ma purtroppo non trovò mai una famiglia adottiva. Ci ha lasciati qualche tempo fa, ma almeno l’ultima parte della sua vita l’ha vissuta curata e accudita al meglio».
La donna non negò mai l'evidenza dei fatti: 4 anni fa riferì proprio alle guardie zoofile Oipa che l’alimentazione di Linda consisteva in pasta e pane inzuppato nell’acqua o nel latte, che non aveva mai fatto vaccini né profilassi antiparassitarie e che non ricordava se fosse stata sterilizzata dal canile di provenienza.
Insomma, un maltrattamento in piena regola proprio come descritto dalla legge n. 189 del Codice penale “Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate” e più in particolare nell’articolo 544 ter. Questo esplicita come la tutela degli animali non sia garantita in senso assoluto, ma solo in presenza di determinate condizioni quali la “crudeltà e l'assenza di necessità” della condotta, condizioni che il Tribunale di Ferrara ha ritenuto aderire pienamente alla situazione di Linda.
«Casi come questi raccontano di un disagio psichico e della necessità di svolgere costanti controlli post-affido quando si dà un animale in adozione – conclude Enrico Forlani -Questa cagnolina era stata adottata da un canile, ma nessuno si è poi occupato di controllare in che condizioni vivesse».