Ha banchettato tra gli elefanti e le zebre nella Savana, ha sorvolato le maestose foreste pluviali dell'Africa centrale e ha attraversato in volo il deserto del Sahara e il Mar Mediterraneo solamente per fare ritorno in Italia, il luogo in cui è nata. È l'incredibile viaggio compiuto da una ghiandaia marina seguita grazie a un dispositivo GPS dagli ornitologi e dai ricercatori di Ornis Italica: circa 8000 km in volo tra due continenti percorsi non una ma ben quattro volte tra andate e ritorno.
L'uccello migratore dal peso inferiore a quello dello smartphone che abbiamo in tasca è tra i più colorati e appariscenti presenti in Italia ed è uno dei protagonisti del progetto di monitoraggio attraverso dei GPS logger cominciato nel 2018 dalla ONG ornitologica. Biologi e naturalisti studiano ormai da anni questa specie in Centro e Nord Italia, dove sono state inoltre installate decine di cassette nido per dare una mano alle ghiandaie a mettere su famiglia e far crescere così la popolazione.
Coracias garrulus – è questo il suo nome scientifico – è un uccello che nidifica in cavità naturali e artificiali che trova in habitat aperti e praterie steppose assolate, come le zone incolte o le aree rurali con alberi sparsi presenti nel Nord del Lazio e in Emilia-Romagna. Di marino possiede solamente i meravigliosi colori azzurro e turchese del piumaggio, che la rendono una delle specie più riconoscibili e iconiche del nostro Paese. Purtroppo però la popolazione italiana è in forte calo ed è considerata in serio pericolo di estinzione, proprio per questo Ornis Italica è impegnata danni in progetti di conservazione.
La protagonista di questa incredibile migrazione è tornata dal Sud dell'Africa, dove ha trascorso l'inverno tra il Botswana e lo Zimbabwe, per nidificare esattamente nello stesso nido dell'anno precedente, dove si è riunita con la sua compagna che non vedeva da ben 8 mesi. Il suo viaggio di ritorno dall'Africa è durato ben 2 mesi e mezzo e ricalca quasi in maniera perfetta il percorso andata e ritorno compiuto nell'anno precedente.
Una precisione impressionante svelata solamente grazie al dispositivo GPS che si porta dietro, che serve non solo a ricostruire il tracciato migratorio ma anche a studiarne il comportamento e le abitudini alimentari, informazioni preziose che aiuteranno ad adottare misure di conservazione sempre più efficaci. Ora questa ghiandaia marina, dopo aver trascorso tutto l'inverno in Africa meridionale, dovrà affrontare una nuova stagione riproduttiva tra le praterie afose e assolate del centro Italia.
La sua sosta nei territori riproduttivi sarà però breve. Già a metà estate, infatti, partirà nuovamente alla volta del continente africano, sorvolando il Mar Mediterraneo in una sola notte per fare ritorno esattamente dove è stata nelle due stagioni invernali precedenti, tra Botswana e Zimbabwe. Un viaggio incredibilmente rischioso che la porterà a sorvolare nuovamente mari, deserti, foreste e savane, mettendo in scena uno degli spettacoli più straordinari che la natura ci dona ogni anno: la migrazione.