Di viaggi e migrazioni straordinarie ne è pieno il regno animale. Uccelli che volano da un polo all'altro, mandrie di mammiferi che seguono rotte e sentieri millenari, pesci che risalgono le correnti come atto finale della loro estenuante vita. Viviamo in un mondo in perenne movimento, anche se non ce ne accorgiamo, e tra tutti questi eccezionali globe-trotter ce ne sono alcuni a dir poco sorprendenti. Un animale lungo appena 5 cm e dal peso di solamente 0,3 g detiene il record della migrazione non-stop più lunga al mondo in relazione alle dimensioni del corpo. È la minuscola libellula frecciaerrante (Pantala flavescens), un insetto in grado coprire fino a 18mila km migrando dall'India verso l'Africa, attraversando in volo l'Oceano Indiano per oltre 2mila km. Grazie a un nuovo studio, pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution, un team di ricerca internazionale guidato dall'Università di Lund in Svezia ha utilizzato modelli e simulazioni per svelare finalmente tutti i segreti del suo incredibile viaggio.
Simulazioni e modelli per studiare la migrazione
Che la libellula frecciarante fosse una specie migratrice è in realtà una scoperta piuttosto recente. Solamente nel 2009 il biologo marino Charles Anderson aveva ipotizzato che gli esemplari da lui osservati alle Maldive potessero arrivare addirittura dall'India, attraverso una migrazione transoceanica a staffetta, compiuta cioè da più generazioni: una all'andata e una al ritorno. Un po' come fanno le farfalle monarca (Danaus plexippus) in Nord America. Riuscire però a studiare un insetto tanto piccolo non è cosa semplice. Utilizzare dei trasmettitori GPS come avviene per gli uccelli sarebbe alquanto complicato, e così i ricercatori hanno provato a esaminare i parametri fisiologici della frecciaerrante per calcolare quanto tempo potrebbe effettivamente rimanere in volo. Inoltre hanno utilizzato dei modelli meteorologici del vento per determinare se esistono venti che potrebbero facilitare la migrazione proposta inizialmente da Anderson.
I risultati dello studio hanno confermato non solo che una migrazione tanto lunga è effettivamente possibile, ma anche che come ipotizzato dai ricercatori l'aiuto dei venti è fondamentale. Utilizzando solamente il grasso immagazzinato nel suo corpo, una libellula tanto piccola non riuscirebbe mai a coprire distanze del genere. Ha bisogno della spinta di venti favorevoli, che sono presenti però solamente in finestre temporali molto ristrette durante l'anno. Secondo i calcoli e le simulazioni realizzate dagli scienziati quindi, solamente il 15,2% delle libellule riesce a completare la migrazione primaverile dall'India all'Africa, mentre in autunno – al ritorno – la percentuale può arrivare fino al 40%, impiegando rispettivamente in media 127 e 55 ore.
L'importanza del vento e la minaccia dei cambiamenti climatici
Le frecciaerrante devono quindi essere in grado calcolare e governare con precisione i venti, scegliendo con estrema accuratezza il momento esatto della partenza, altrimenti il rischio di fallire è decisamente alto. A distanza di 12 anni dalle prime ipotesi stiamo finalmente iniziando a svelare alcuni dei segreti dell'incredibile viaggio compiuto da questo piccolo insetto. Lo studio studio si incastra alla perfezione con tutte le osservazioni aneddotiche effettuate lungo la rotta, con cicli dei venti e dei monsoni e con i movimenti di altri migratori, come il falco dell'Amur (Falco amurensis), un rapace che si nutre proprio di questi odonati e che li segue durante il loro lungo viaggio in Africa.
Resta però ancora molto da scoprire sulle modalità e sull'orientamento durante la migrazione della libellula frecciarante. Serviranno ovviamente altri studi, ma nel frattempo gli autori hanno già lanciato un allarme: le rotte e i modelli migratori proposti, proprio perché fortemente dipendenti dai venti, sono certamente suscettibili a eventuali sconvolgimenti climatici. Se il riscaldamento globale dovesse stravolgere il ciclo delle correnti, la migrazione della frecciaerrante rischia di essere seriamente di essere compromessa.