Avvistare un numbat è difficile ma scattare una foto come quella di Sean Van Alphen lo è ancora di più. Il fotografo e attivista si trovava venerdì scorso nel Dryandra Woodland National Park, nella regione Wheatbelt dell'Australia occidentale, per osservare i numeri dei numbat quando ha assistito alla scena: un pitone tappeto meridionale (Morelia spilota imbricata) che divorava uno di questi piccoli marsupiali australiani. Van Alphen ha dichiarato alla stampa australiana di essere rimasto turbato dall’accaduto, perché partecipa ad un progetto di conservazione del numbat, ma allo stesso tempo non ha potuto fare a meno di guardare la scena e scattare qualche foto.
Il numbat (Myrmecobius fasciatus), noto anche come formichiere fasciato o walpurti, è un piccolo marsupiale australiano a rischio di estinzione. Deve il suo nome scientifico alla sua dieta a base di insetti, specialmente termiti, (dal greco myrmecos, formica) e al suo aspetto (fasciatus, per via delle striature sul dorso). Si tratta di un animale di dimensioni ridotte, circa 35/45 cm, coda compresa, con il muso appuntito e una lunga lingua che usa per catturare gli insetti. Un tempo era diffuso in tutta l'Australia meridionale e occidentale, ma oggi ne rimangono solo piccole colonie ed è classificato come specie in pericolo dalla lista rossa delle IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). Oggi questo piccolo marsupiale è protetto da vari programmi di conservazione.
Il Dryandra Woodland National Park ospita una delle poche popolazioni selvatiche di numbat rimaste nel Paese e qui gli animali sono soggetti alla legge di natura: questi piccoli marsupiali sono infatti predati da diversi carnivori, tra cui, appunto, i pitoni tappeto. Catturare le immagini di un serpente in natura che mangia un numbat, però, è un evento davvero molto raro, sia perché entrambi gli animali sono schivi nei confronti dell’uomo, sia perché i pitoni non mangiano frequentemente come i mammiferi. Questi non sono serpenti velenosi, ma stritolano la preda tra le spire prima di ingoiarla intera, non potendo masticare.
Il numbat immortalato nell’abbraccio mortale era molto probabilmente già morto, ma questo non è un problema per gli sforzi conservazionistici: questi animali vengono naturalmente predati e infatti si riproducono piuttosto velocemente: generalmente hanno un'unica gravidanza all'anno, con una gestazione di appena 15 giorni, da cui viene partorita una cucciolata di quattro piccoli. Van Alphen e gli altri volontari continueranno a monitorare la specie, sperando in una rapida ripresa della popolazione.