Il disorientamento e la paura causati dall'esplosione dei fuochi d'artificio rappresentano un mix estremamente dannoso per la fauna selvatica. Consapevoli di questo problema, che si ripete ogni anno, il Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm) ha organizzato un convegno all'interno del Centro Natura di Pescasseroli.
«Quello che per molti è un momento di festa e di gioco per tanti altri costituisce motivo di stress e pericolo – ha fatto sapere il Parco – sull'ambiente, sugli animali (selvatici e non) e sugli stessi esseri umani, gli impatti derivanti dall'utilizzo dei fuochi artificiali è enorme e per questo risulta fondamentale parlarne e discuterne insieme, sulla base di fatti ed evidenze scientifiche».
All'incontro di questo pomeriggio interverranno Alessandra Soldati, dirigente medico del reparto chirurgia della mano dell'Ospedale dei Pellegrini di Napoli, insieme agli esperti di fauna selvatica Roberta Latini e Daniela Gentile del Servizio Scientifico del Pnalm e ad Alessandra Laureano, medica veterinaria esperta in comportamento che parlerà di come aiutare gli animali domestici a gestire l'ansia e la paura derivante dall'esplosione dei botti. Quest'ultimo rappresenta un tema molto caro a Kodami che in un video ha scelto di raccontare la "trincea di Capodanno" vissuta ogni anno da milioni di animali nelle nostre case.
L'incontro è organizzato dal Parco in collaborazione con l'associazione Come on Dog e il Comune di Pescasseroli. Un dibattito necessario per diffondere consapevolezza rispetto ai danni che i festeggiamenti di Capodanno possono causare agli animali. Se l'effetto dei botti su cani, gatti e altri animali d'affezione è ben noto, il riscontro sugli animali selvatici come orsi, lupi, uccelli e altri è stato meno studiato dalla scienza e poco attenzionato dall'opinione pubblica. Tuttavia, sappiamo che botti e fuochi d’artificio possono causare effetti negativi sugli uccelli selvatici anche a lungo termine grazie a un recente studio realizzato dai ricercatori del Max Planck Institute of Animal Behavior e del Netherlands Institute of Ecology e pubblicato su Conservation Letters.
Gli studiosi hanno monitorato e studiato per ben 8 anni, grazie ai GPS, il comportamento e gli spostamenti di 347 oche, scoprendo che la notte di Capodanno, quando venivano accesi i primi fuochi d'artificio, gli uccelli hanno improvvisamente lasciato i luoghi in cui stavano riposando per fuggire, volando verso nuove aree molto più distanti dagli insediamenti umani e dai botti.
durante la notte di Capodanno molte specie selvatiche vengono spaventate dai botti e volano ininterrottamente anche per centinaia di km, il che si traduce con uno spreco di energie enorme per animali che hanno bisogno di affrontare le rigidità e le difficoltà dell'inverno.
Una problematica di cui sono a conoscenza anche i responsabili dei Parchi nazionali italiani, che l'anno scorso avevano spiegato a Kodami tutte le problematiche in cui incappano orsi, lupi e altre specie della nostra Penisola. Non si può impedire ai privati cittadini di dare seguito alla pratica dei botti di Capodanno, tuttavia convegni come quello organizzato dal Pnalm possono convincere i residenti ad abbandonare questa insana abitudine.