Dal 19 al 21 settembre si terrà a Matera il convegno finale del progetto Life Egyptian Vulture, che si occupa della tutela del raro capovaccaio, uno degli uccelli a maggior rischio estinzione al mondo, soprattutto in Italia. Verranno illustrati i risultati delle attività svolte in questi anni e lo stato di conservazione della specie, sia in Italia che negli altri paesi coinvolti, in particolare in Spagna con le isole Canarie, e nei Balcani. L’evento prevede due giornate di sessione congressuale (19 e 20) ed una giornata di visita alle aree di progetto (il 21 settembre 2023).
Il progetto LIFE Egyptian Vulture ha lo scopo di favorire la conservazione del capovaccaio (Neophron percnopterus), un piccolo avvoltoio che a livello europeo viene considerato estremamente minacciato e che in Italia è addirittura la specie di uccello a maggior rischio di estinzione. Poco conosciuto dalla maggior parte delle persone, decisamente particolare per il suo aspetto e per il suo contributo di "spazzino" ambientale, il capovaccaio è andato via via scomparendo rapidamente dalle regioni dell'Italia centro-meridionale, nelle quali nidifica oggi con appena una decina di coppie in alcune regioni del Sud.
Il progetto, durato cinque anni, si svolto prevalentemente in Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia, le uniche regioni in cui il capovaccaio ancora si riproduce o nelle quali transita spesso durante la migrazione verso l'Africa, e nelle isole di Fuerteventura e Lanzarote, nell'Arcipelago delle Canarie, dove è presente una particolare sottospecie endemica chiamata "guirre" (N. p. majorensis), anch'essa bisognosa di particolare protezione poiché composta da appena una sessantina di coppie.
Sia la popolazione italiana che quella delle Canarie sono minacciate da varie problematiche, alcune delle quali identiche, ragione per la quale una sinergia tra i due paesi è servita per trovare ed applicare le soluzioni ancora più adatte e su larga scala. Il progetto ha previsto numerosi interventi finalizzati a favorire la crescita demografica delle popolazioni e l'espansione degli areali di nidificazione, ma anche per rendere più sicura la migrazione dei capovaccai italiani, spesso abbattuti dai bracconieri durante i loro viaggi da e per l'Africa. Inoltre, il monitoraggio di numerosi esemplari mediante GPS è servito e servirà ancora a rilevare le principali minacce e le aree più critiche per il futuro della specie.
Le azioni messe in campo dagli esperti, hanno previsto infatti la sorveglianza e il monitoraggio dei nidi, la gestione di punti di alimentazione artificiali, lo sviluppo di attività contro l'utilizzo illegale di veleni e soprattutto il rilascio in natura di giovani esemplari nati in cattività come Sara, allevata al CERM (Centro Rapaci Minacciati) e che è stata la prima capovaccaio a riprodursi in natura dopo il rilascio.
Sia in Italia che alle Canarie sono stati effettuati anche estesi interventi sulle linee elettriche, curati da e-distribuzione e da Endesa distribuzione, tra i numerosi partner del progetto oltre al CERM, ISPRA, Federparchi, affinché i capovaccai possano posarsi in tutta sicurezza su pali e tralicci delle linee elettriche, tra le minacce principali di origine antropica per avvoltoi e altri rapaci.
Al convegno conclusivo saranno presenti esperti provenienti da Italia, Spagna, Portogallo, Bulgaria, Israele, Gran Bretagna e Grecia. Il programma completo e le tematiche affrontate sono disponibili sul sito del progetto, dove è possibile inoltre iscriversi all'evento. In Italia il capovaccaio è diminuito di oltre l’80% in appena 50 anni e si trova ormai sull'orlo dell’estinzione. Con appena una decina di coppie riproduttive confinate esclusivamente in Italia meridionale, il futuro della specie nel nostro paese e non solo dipende fortemente da progetti di conservazione come il Life Egyptian Vulture, che dovranno però necessariamente continuare anche in futuro.