Una nuova petizione è comparsa per salvare Riù, l'unico gorilla presente in Italia, raggiungendo in pochi giorni trentacinquimila firme che rappresentano forse l'ultima speranza per il destino di un animale che ne ha visto davvero tante.
Riù infatti sembra essere stato bersagliato dalla sfortuna e dalla cattiveria umana. Catturato da cucciolo nel 1975 direttamente dal Kenya, all'età di un anno, è stato usato negli spettacoli per decenni in un circo itinerante – il circo Medrano – che ha viaggiato in tutto il mondo fino al 1994, per poi finire venduto – "in pensione" – presso lo zoo pugliese di Fasano. In questa struttura ha continuato a vivere per circa trent'anni, unico esemplare di gorilla (Gorilla gorilla) presente in Italia, circondato da una barriera di vetro che lo espone al giudizio e allo sguardo del pubblico.
L’Associazione Meta Parma ha lanciato così una petizione per sottrarlo a questa condizione, con l'obiettivo di trasferirlo in un’oasi, in quanto è ormai troppo anziano e disadattato alla natura per liberarlo nella foresta kenyota da cui era stato sottratto 48 anni fa. La sistemazione in un ambiente protetto dovrebbe infatti garantirgli un po' di pace nei suoi ultimi anni di vita, assicurano i promotori della petizione.
Riù non ha vissuto tutto questo tempo da solo. Fino al 2008 con lui c'era Pedro, un altro piccolo gorilla che era stato catturato da cucciolo sempre in Kenya e che era stato con Riù anche durante gli anni del circo. Pedro però è morto quindici anni fa e da allora la solitudine morde lo spirito affaticato di questo grande primate.
L'Associazione Meta Perma e altr animalisti così hanno deciso di appellarsi alla sensibilità del direttore dello zoo pugliese, Fabio Rausa, perché lo zoo si renda disponibile a cedere Riù per liberarlo dalla condanna costituita da una intera vita vissuta dentro ad una gabbia di vetro.
Già qualche anno fa il caso era comparso nei tabloid dei quotidiani nazionali. Nel 2015 infatti un articolo aveva provocato molto sdegno, mostrando come dentro allo zoo di Fasano Riù non fosse l'unico animale a vivere in condizioni di solitudine o di depressione. Sempre la stessa associazione afferma che a Fasano si trovano rinchiusi anche due orsi polari, che con l'arrivo del bel tempo soffrono il caldo e si trovano in condizioni non propriamente ideali.
All'epoca alcuni funzionari dell'ex Ministero dell'Ambiente avevano tentato di convincere lo zoo a giocarsi la carta della riproduzione, riportando le loro dichiarazioni sulla carta stampata. «Ci sarebbero due gorille, a Copenhagen» avevano proposto « che potrebbero accoppiarsi con lui. Non lì dove si trova ora, però. Perché ci sono enormi problemi di privacy e di spazi. Bisognerebbe che per il bene di questo gorilla lo si lasciasse andare, ma la proprietà non vuole saperne». Alla fine anche quest'ultima proposta per Riù svanì in un nulla di fatto e d'allora il tempo è passato.
La scienza ha più volte confermato come i grandi primati ed in generale i mammiferi siano capaci di emozioni e di provare grandi sofferenze. Eticamente dunque il dilemma si dovrebbe porre ogni volta che un visitatore incontra gli occhi stanchi del povero Riù. Cosa proverebbe qualsiasi essere umano, nell'essere rinchiuso dentro ad una gabbia trasparente, lontano chilometri da qualsiasi altro suo simile, se non la stessa sensazione d'impotenza che sembra affliggere la mente di questo gorilla?
Per carità, Riù in questi anni è stato nutrito, protetto, forse anche amato dai gestori dello zoo in cui ha vissuto così tanto tempo. Lui però, circondato da spettatori e turisti, è riuscito a sentirsi veramente un gorilla, durante una vita di prigionia?