Non ci gireremo attorno, i vampiri esistono. No, non parliamo di tetri individui umanoidi emaciati e diabolici, ma piccoli pipistrelli sudamericani ematofagi, cioè consumatori di sangue.
In un nuovo articolo scientifico pubblicato su Science Advances, alcuni scienziati hanno cercato di comprendere le basi genetiche di questa "macabra" dieta. I chirotteri vampiro sono infatti unici tra i mammiferi a basarsi esclusivamente su questa fonte nutritiva, a differenza dei tantissimi invertebrati "succhiasangue" come zanzare, cimici e sanguisughe (dalle ridottissime necessità metaboliche).
La maggior parte dei mammiferi non potrebbe sopravvivere con una dieta liquida a basso contenuto calorico come quella ematofaga, e a differenza di quanto si ritenga, infatti, tutte le 1400 specie di chirotteri mangiano principalmente insetti, frutta, nettare, polline o carne, come piccole rane e pesci. Fanno eccezione solo tre specie i pipistrelli vampiro, un gruppo di chirotteri della sottofamiglia Desmodontinae che vivono nell'America meridionale e centrale.
I pipistrelli vampiro sono fondamentalmente dei Conti Dracula viventi», come ha scherzosamente affermato uno degli autori dello studio, Michael Hiller del Max Planck Institute. Lunghi circa 8 centimetri con un'apertura alare di 18 centimetri, questi pipistrelli mordono e poi leccano il sangue dal bestiame o da altri animali durante la notte. I problemi di questo tipo di alimentazione sono molteplici: il sangue è un alimento ricchissimo in ferro e proteine ma carente di grassi e carboidrati, la vera fonte energetica di ogni pasto che si rispetti. Per permettere la loro sopravvivenza nel corso dei secoli, generazione dopo generazione, la selezione naturale ha evoluto questi piccoli mammiferi rendendoli dei veri e propri specialisti del settore.
Infatti questa eccezionale specializzazione alimentare ha richiesto adattamenti in tutti gli aspetti della loro biologia, tra cui morfologia, fisiologia e comportamento. Per rilevare la preda, il pipistrello vampiro comune (Desmodus rotundus) mostra un sistema olfattivo ben sviluppato, capacità uditive avanzate a bassa frequenza e, unica tra i mammiferi, la capacità di percepire la radiazione infrarossa emanata dalla pelle delle vittime. Rispetto ad altre specie possiede eccezionali capacità di locomozione per avvicinarsi di soppiatto alle sue prede ed è munito di incisivi superiori affilati come rasoi senza smalto ed anticoagulanti salivari, per tagliare la cute ed evitare la cicatrizione.
Ma quali sono gli adattamenti genetici che hanno permesso tale dieta? Per capirlo, gli esperti hanno confrontato il genoma dei pipistrelli vampiro comuni con altre 26 specie di pipistrelli e hanno identificato 13 geni che mancano o non funzionano più nei pipistrelli vampiro. Tutte queste mutazioni sono state evolute una singola volta nel progenitore comune delle tre specie.
Inoltre questi piccoli animaletti non sono assolutamente dei mostri, in special modo con i loro simili. Un altro adattamento interessante riguarda infatti l‘alto grado di altruismo raggiunto nei loro complessi gruppi sociali. Con una dieta così ipocalorica, i pipistrelli vampiri non possono resistere a lungo senza un pasto: quelli ben nutriti rigurgiteranno il loro cibo per condividerlo con un vicino affamato. In questo compito però è fondamentale tenere traccia di chi li ha aiutati in passato, in modo da ricambiare i favori ricevuti e punire gli egoisti.