La Commissione Europea ha dato il via libera al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che consentirà all'Italia di accedere al Recovery Fund. Il piano è però, seconda la LIPU, gravemente deficitario per quanto riguarda le azioni di ripristino e conservazione della biodiversità, nonostante la stessa Europa consideri questi obiettivi prioritari e fondamentali con la nuova Strategia europea sulla biodiversità 2020-2030 approvata appena qualche giorno fa. Inoltre la stessa Commissione aveva avviato appena qualche giorno fa una Procedura d'infrazione contro il nostro Paese proprio in tema di biodiversità, a causa delle gravi mancanze per la tutela delle specie e della Rete Natura 2000.
«L'Europa che promuove a pieni voti il Recovery Plan italiano non può essere la stessa che approva la Strategia per la Biodiversità e apre il contenzioso contro l'Italia su Natura 2000», afferma la Lega Italiana Protezione Uccelli attraverso un comunicato. Contraddizioni forti, che ancora una volta sembrano sminuire e sottovalutare le pesanti emergenze ambientali che stiamo vivendo. «L'Europa ha promosso il nostro Recovery, mettendo in secondo piano le stesse condizioni da essa poste con il Regolamento attuativo secondo cui i piani nazionali, tra le altre cose, devono concretamente concorrere a dare una risposta alla crisi della biodiversità, opportunamente definitiva "drammatica"» ha dichiarato il Direttore Generale della LIPU Danilo Selvaggi, che attraverso un post Facebook ha poi aggiunto: «Qual è l'Europa giusta? Quella che accetta un Recovery Plan italiano in cui la biodiversità è pressoché inesistente e classificata alla voce "Tutela del verde extraurbano"? O quella che approva la bellissima Strategia sulla Biodiversità 2020-2030 e apre la procedura di infrazione contro l'Italia per carenze in tema di protezione della biodiversità e Natura 2000?».
La LIPU fin dall'inizio aveva sottolineato le pesanti lacune del Recovery Plan italiano e del Decreto Semplificazioni. Per rendere ancora più tangibili e concrete queste critiche, insieme ad altre quattordici associazioni ambientaliste, ha formato la Coalizione Articolo 9 con l'obiettivo proprio di contrastare gli interventi di rilancio previsti dal governo che rischiano di compromettere paesaggio e biodiversità.
«Si manifesta, in sostanza, una doppia anima europea, tra chi prende sul serio i problemi della natura, uno dei pilastri del diritto comunitario, e chi fa dell'approccio economicistico, oggi prevalente, l'unico vero driver – prosegue Selvaggi, che ha poi concluso – Analizzeremo il dettaglio del giudizio europeo e dei progetti italiani e continueremo senza sosta la nostra azione, sia per rilanciare l'indispensabile programmazione per la biodiversità, sia per evitare che i progetti del Piano nazionale arrechino danni a siti, specie e habitat, già fortemente provati. Sarebbe davvero grave».
Il piano sembra quindi essere l'ennesima occasione sprecata per porre finalmente al centro delle politiche nazionali la pesante crisi della biodiversità che stiamo vivendo. Ancora una volta natura e biodiversità sembrano però non interessare minimamente al governo italiano.