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6 Luglio 2023
16:13

L’Europa accoglie le firme di “Stop Finning” per fermare la caccia agli squali e studia un regolamento

Sul tavolo la possibilità di adottare un'azione legislativa che tuteli gli squali e la pesca sostenibile, considerando inaccettabile la pratica di spinnamento di milioni di esemplari che sta portando questi animali marini sulla soglia dell'estinzione.

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Giornalista
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È stato un lunghissimo percorso quello che ha portato 1.204.722 firme di "Stop finning – Stop the trade" sul tavolo della Commissione Europea che ora, accogliendo le istanze dell’iniziativa, si impegna ad intensificare l'applicazione delle misure di tracciabilità dell'Ue e avviare un dialogo con i partner internazionali. L’obiettivo è porre fine al commercio internazionale di pinne di squalo e alla pratica del finning: letteralmente il tagliare via la pinna degli squali con una lama lasciandolo agonizzante in acqua.

Una pratica che sta portando all’estinzione di questi animali marino che, dalle testimonianze fossili, risalirebbe almeno a 400 milioni di anni fa. Si stima che ogni anno per soddisfare la richiesta che arriva dal mercato asiatico dove la zuppa di pinne è considerata uno status symbol, circa 73 milioni di squali vengano uccisi solo per le loro pinne e che questo incredibile numero di uccisioni sta portando questi predatori fondamentali per l’equilibrio della vita degli oceani, sulla soglia dell’estinzione.

Tra le contromisure annunciate da Bruxelles, infatti, c'è anche l'avvio, entro la fine del 2023, di una “valutazione d'impatto sulle conseguenze ambientali, sociali ed economiche della pratica del ‘finning', sia all'interno dell'Ue che nel commercio internazionale”. Si tratta, secondo l’Unione, di andare a fondo su come e quanto il commercio di carne di squalo influisca sulla devastazione dell’ambiente, ma anche sul commercio e sulla attività di pesca.

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Entro la fine del 2024 la Commissione fornirà inoltre informazioni più dettagliate sulle importazioni ed esportazioni di pinne dall'Ue per migliorare l'affidabilità delle statistiche sugli scambi di prodotti a base di squalo” è spiegato infatti nel documento “Comunicazione della Commissione sull'iniziativa dei cittadini europei (ICE) "Stop al finning – Stop al commercio" pubblicato il 5 luglio.

La Commissione intende, infatti, “rafforzare le modalità di applicazione del diritto dell'UE per quanto riguarda il monitoraggio delle attività di pesca e di mercato, misure di controllo per quanto riguarda la lavorazione e la commercializzazione, nonché l'importazione e l'esportazione di prodotti a base di squali, la tracciabilità e l'identificazione”. Pur considerando fondamentale il ruolo svolto dalla pesca, la Commissione ritiene “lo spinnamento degli squali una pratica di pesca inaccettabile. Secondo la legge dell'UE, gli squali pescati dai pescherecci dell'UE o nelle acque dell'UE devono essere sbarcati con le pinne attaccate alla carcassa”.

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la consegna dei voti a Bruxelles a gennaio di quest’anno

Accolta con grande entusiasmo la risposta della Commissione Europea da parte di Stop Finning Italy, il comitato che si è impegnato nella raccolta di firme che ha portato alla valutazione. «Accogliamo con favore il riconoscimento da parte della Commissione Europea dell’importanza degli squali e della loro protezione – scrivono sulla loro pagina Facebook. – L’UE ha infatti annunciato che avvierà una valutazione dell’impatto ambientale, sociale ed economico del bando del commercio delle #pinne di squalo nell’#Unione Europea entro la fine del 2023».

Stop Finning Italy ci tiene a sottolineare inoltre l’importanza di questa valutazione positiva nell’ottica del successivo percorso verso un regolamento comunitario. «Avere a disposizione questo tipo di valutazione prima di introdurre un nuovo regolamento è importante: riduce la probabilità che il regolamento possa essere contestato successivamente e garantisce che tutti gli impatti vengano valutati in anticipo. Siamo fiduciosi che l'esito della valutazione dimostrerà che non c'è alternativa a un #FinBanNow!».

L’ultima considerazione di Stop Finning Italy è proprio sui tempi previsti per il raggiungimento del risultato finale: «tenete a mente che le modifiche legislative non avvengono in tempi brevi. Servono pazienza e impegno. Recentemente il lungo lavoro svolto nel Regno Unito su questo tema ha dato i suoi frutti con la firma della legge che vieta il commercio delle pinne di squalo. Il viaggio di StopFinningEU non è ancora finito ma sta procedendo in modo molto positivo. Faremo in modo che la voce degli 1.1 milioni di cittadini europei venga ascoltata nei prossimi step verso il FinBanNow e rimarremo in prima linea in questa lotta per gli squali».

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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