L'azienda agricola La Baita delle FateA si trova a Dorà, una delle 13 frazioni di Valfloriana, a pochi chilometri dalle più famose località sciistiche trentine della Val di Fiemme. E' una realtà che ospita galline, conigli, pecore, diverse specie di volatili, cavalli e alpaca con cui i gestori svolgono trekking per i turisti e diverse attività di pet therapy.
Da tempo però gli animali della struttura sono vittime di tentativi di avvelenamento e minacce culminate pochi giorni fa, quando i titolari hanno ricevuto una lettera anonima, scritta in parte in dialetto e in parte in italiano, dal contenuto intimidatorio. «Avete portato confusione. Dovete andarvene prima che succeda qualcosa di brutto a voi o alle vostre bestiacce», si legge nel testo.
Minacce che spaventano e, a detta dei gestori, sono solo le ultime di una vicenda che si protrae da tempo, come racconta la proprietaria dell'azienda Simona Alfieri a Kodami: «I primi problemi sono nati già nel 2019, quando abbiamo dato inizio alla costruzione della struttura. Alcuni mesi fa, invece, qualcuno ha buttato dei bocconi avvelenati nel nostro terreno, poi hanno tagliato i lucchetti, hanno aperto il recinto degli alpaca e le gabbie dei volatili, hanno buttato chiodi e bulloni di varie dimensioni nell'erba e, infine, è arrivata la lettera inquietante e piena di minacce per noi e per gli animali».
La donna, originaria dell'Emilia Romagna e residente in Trentino da tempo, è stata anche denunciata per diversi motivi, come racconta lei stessa: «Dalle modalità di detenzione degli animali, alla presunta detenzione illegale di rapaci. Ad ogni controllo delle forze dell'ordine, però, siamo risultati in regola con tutti i parametri richiesti».
Il Sindaco: «Condanniamo violenza, minacce e intimidazioni»
Anche il Sindaco del paese, Michele Tonini, conferma a Kodami di conoscere da tempo la vicenda ed è consapevole del fatto che l'apertura dell'azienda agricola abbia creato alcuni malcontenti tra i residenti del Comune, una piccola realtà che conta poco più di 450 abitanti.
«Negli anni abbiamo ricevuto segnalazioni da parte di persone allarmate per gli odori e i rumori provenienti dai recinti – racconta il Sindaco – Ciò nonostante, ci teniamo a condannare violenza, minacce e intimidazioni. Vivo in questo paese da oltre 50 anni e, umanamente, mi fa male rilevare questo comportamento inedito da parte dei miei compaesani. Uno stile che non conosco perché, fino ad oggi, le denunce sono sempre state fatte di persona e non certo anonime. Di solito si preferisce dialogare o andare in tribunale, piuttosto che mantenere l'anonimato».
Nel testo della lettera c'è però un ulteriore dettaglio che non convince e viene sottolineato dalla stessa titolare: «Inizialmente credevo fosse uno scherzo, perché il linguaggio è in parte in italiano e in parte in una forma di dialetto scorretto e non esattamente del posto – e continua – Forse è stata scritta così per camuffare e depistare, ma è stata la goccia che mi ha portata a reagire e rendere tutto pubblico».
Oltre alle minacce destinate ai proprietari della Casa delle Fate, il testo contiene anche un'allusione all'amministrazione comunale che, secondo gli autori, sarebbe essa stessa contraria alla presenza dell'azienda agricola: «Anche loro parlano male di voi e non vi sopportano più. La valle non vuole voi e nemmeno le bestiacce che avete in giro. Siete arrivati con i soldi e vi siete comprati tutto. Chi credete di essere?».
In seguito alla pubblicazione della lettera sui social, il Sindaco di Valfloriana ha risposto però con un comunicato in cui esprime solidarietà e vicinanza ai proprietari della struttura, sottolineando come il Comune non si sia mai espresso in maniera negativa su persone, famiglie o aziende locali. «Non abbiamo interesse a denigrare l'attività di nessuno, quindi non capisco per quale motivo siamo stati tirati in causa», spiega il Sindaco.
Ciò nonostante la proprietaria della Baita delle Fate è preoccupata e spaventata: «Ora gli animali sono sorvegliati costantemente per evitare nuovi tentativi di avvelenamento. Abbiamo investito quasi 2 milioni di euro in questa zona perché avevamo un sogno. Se potessi tornare indietro andrei altrove, anche non tutti si sono dimostrati contrari alla nostra presenza. Ci sono anche persone che ci supportano e sono felici del nostro operato – commenta Alfieri – L'intervento del Comune, in ogni caso, è arrivato solo ora che abbiamo denunciato pubblicamente i fatti e ciò dimostra che ci sostiene solo per salvare la faccia».
Estremamente amareggiato per quanto accaduto, il Sindaco conclude invece con una riflessione: «Ricordo ancora quando, durante la pandemia, dicevamo che ne saremmo usciti migliori. Evidentemente, però, in questi anni qualcosa è andato storto e, con enorme tristezza, questa vicenda mi obbliga a pensare che, sebbene il nostro sia potenzialmente un contesto da favola, così facendo riusciamo a rovinare tutta la meraviglia con le nostre stesse mani».