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11 Luglio 2022
16:41

L’«esercito di rane» e le challenge su TikTok pericolose per biodiversità e ambiente

Su TiKTok alcuni profili molto seguiti hanno iniziato ad allevare "eserciti" di animali come rane e coccinelle con l'obiettivo di spargerli in giro. Azioni come queste possono però causare danni enormi agli ecosistemi e il rischio emulazione è più che concreto.

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I social come Instagram o TikTok possono essere uno strumento potentissimo per diffondere cultura ed educazione ambientale, soprattutto tra i giovanissimi. Nonostante ciò, il "rischio disastro" legato all'enorme potenziale di diffusione e di emulazione di queste piattaforme è sempre dietro l'angolo e potrebbe avere conseguenze devastanti anche per la biodiversità e l'ambiente.

Lo scorso febbraio, per esempio, un giovane utente TikTok del Regno Unito con ben 2 milioni di follower ha iniziato a collezionare un «esercito di rane» raccogliendo uova in natura da stagni e pozze vicino casa.

Il suo obiettivo è quello di creare il più grande "esercito" di anfibi della storia – in inglese un gruppo di rane viene chiamato proprio army – da rilasciare in giro. Di recente ha anche annunciato di aver raccolto circa 1,4 milioni di uova che, come dimostrano i suoi video, ha fatto schiudere e allevato in giardino fino alla completa metamorfosi da girini ad adulti. «L'anno prossimo creerò uno stagno gigante per 10 milioni di rane», ha inoltre annunciato di recente.

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Raccogliere e spostare anfibi può facilitare la diffusione di pericolose malattie creando danni enormi alle popolazioni

Come se non bastasse, un altro utente di TikTok ha dichiarato di recente di voler liberare ben 100 milioni di coccinelle al Central Park di New York City e che continuerà a farlo se riceverà sempre più "mi piace". Entrambi hanno così accumulato centinaia di milioni di visualizzazioni, numeri enormi e accompagnati da tantissimi commenti che li incitano ad andare avanti e a spargere in giro sempre più animali, cosa che sembra averli gasati al punto tale che tutti e due hanno promesso di intensificare le loro attività.

Quasi certamente, sia il promotore dell'esercito di anfibi che quello delle coccinelle volevano, a modo loro, aiutare gli animali tuttavia azioni come queste possono causare invece proprio danni enormi agli animali e agli ecosistemi.

Anche se fatto in buona fede raccogliere e traslocare animali oltre che impoverire le aree di prelievo può mettere a repentaglio in primis gli animali stessi, che potrebbero finire in luoghi non adatti alla loro sopravvivenza, ma soprattutto può innescare disequilibri e scompensi negli ecosistemi pericolosissimi.

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Anche rilasciare coccinelle o altri insetti può causare danni enormi all’ambiente

Gli anfibi come le rane e i rospi sono animali molto sensibili all'inquinamento, al riscaldamento globale e alla comparsa di patologie. Una delle più importanti minacce per la loro sopravvivenza è rappresentata infatti da un microscopico fungo chiamato chitridio (Batrachochytrium dendrobatidis), che può causare l'estinzione di intere popolazioni o addirittura specie, poiché altera la respirazione cutanea inducendo problematiche neurologiche.

Secondo uno studio pubblicato su Science il fungo avrebbe avuto origine in Asia e si sarebbe propagato nei primi anni del XX secolo nel resto del mondo anche a causa del commercio internazionale e dello spostamento di anfibi, grazie al quale starebbe continuando a muoversi attraverso i continenti ancora oggi causando danni enormi. Toccare gli animali con le mani e trasferirli in nuove pozze o laghi può facilitare la propagazione di questo pericoloso patogeno, facendolo così arrivare in aree e popolazioni rimaste per ora immuni e rischiando addirittura di causarne l'estinzione. Cosa che sta già avvenendo praticamente in tutto il mondo.

Rilasciare poi animali in queste quantità, magari anche alloctoni, potrebbe alterare le dinamiche di popolazione tra predatori e prede, creando squilibri che potrebbero impattare negativamente sugli animali, sulle piante e sugli interi ecosistemi o aiutare la diffusione di specie aliene invasive. È proprio per questo che nella maggior parte dei Paesi, seppur in modalità differenti, queste pratiche sono espressamente vietate per tutelare ambiente, ecosistemi e animali.

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Diffidiamo e segnaliamo sempre i video dove persone non autorizzate interagiscono in maniera invasiva ed eclatante con la fauna selvatica

Purtroppo però TikTok, con le su dinamiche esclusive, potrebbe spingere sempre più persone a esaltare o a emulare gesti come questi. Sia nel caso delle rane che in quello della coccinelle, molti utenti non solo hanno incoraggiato gli autori ma hanno chiesto anche informazioni su come fare per trovare e allevare uova di rane o dove acquistare coccinelle in gran quantità. La continua ricerca di "like" e condivisioni facili, accelerata da gesti eclatanti e sopra le righe, challenge e trend sta perciò preoccupando molto biologi e naturalisti che si occupano di conservazione.

Pericolosi video come questi vanno segnalati anche alle autorità: si tratta di azioni il più delle volte illegali. E bisogna riflettere e stare attenti anche quando scrollando ci imbattiamo in video virali di interazioni con selvatici: occorre farsi sempre due domande di fronte a qualsiasi video con animali, soprattuto fauna selvatica. Se osserviamo interazioni troppo invasive, eclatanti e dove gli animali vengono maneggiati, a meno che non si tratti di ricercatori o enti autorizzati, molto probabilmente allora c'è qualcosa che non va.

Occhi aperti quindi: una nuova potenziale minaccia per l'ambiente e la biodiversità potrebbe diffondersi proprio sullo schermo dei nostri smartphone.

Kodami ha verificato i video ma ha scelto di non pubblicare le immagini né i profili dei protagonisti perché nulla aggiungono rispetto a quanto scritto e per non mostrare azioni potenzialmente molto pericolose per animali ed ecosistemi

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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