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13 Luglio 2021
16:36

Leone, il cucciolo a cui avevano tagliato le orecchie, sta bene e ha trovato famiglia

Leone, il cucciolo di cane randagio di Acate, in provincia di Ragusa, aggredito brutalmente da un gruppo di bambini tra i 9 e i 10 anni, si è completamente ristabilito dopo settimane di sofferenze e pesanti cure antibiotiche. E adesso ha anche una nuova "mamma" ed è proprio la stessa persona che si è presa cura di lui con amore giorno e notte.

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Leone, il cucciolo di cane randagio di Acate, in provincia di Ragusa, aggredito brutalmente da un gruppo di bambini tra i 9 e i 10 anni che  a colpi di forbici avevano cercato di mozzargli le orecchie, sta bene. Ma la buona notizia non è solo questa: Leone ha trovato anche una famiglia, così come è successo anche ai suoi fratellini. Tutti hanno trovato una casa, degna ricompensa dopo l’orrore passato.

La persona che ha scelto di vivere la sua vita con Leone, che si è completamente ristabilito dopo settimane di sofferenze e pesanti cure antibiotiche, si chiama Franca ed è la stessa persona che lo ha tenuto in stallo, mentre il cucciolo era in terapia e stava cercando di recuperare: si è presa cura di lui giorno e notte.

Ma in queste settimane il legame è diventato troppo forte per lasciarlo andare e Franca ha chiesto di poterlo tenere con sé per continuare a dargli quell’amore e il rispetto di cui ha avuto tanto bisogno durante la riabilitazione anche psicologica per il trauma subito. Sì: Leone era terrorizzato, aveva paura anche di un alito di vento. E ora con i suoi 21 chili, invece, è tornato a correre, forse dimenticando in parte l'orrore a cui era stato sottoposto.

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«Resta un’amarezza come volontari – ci dice Riccardo Zingaro presidente della sezione locale dell'Oipa, l’associazione che si è presa in carico le spese di guarigione dei cuccioli aggrediti, grazie anche alle donazioni dei sostenitori – Con tutti gli appelli fatti né i genitori dei ragazzi né l’amministrazione si sono sentiti in dovere di contribuire alle spese mediche. Sarebbe potuto essere un segnale importante di comprensione dell’atroce gesto fatto, visto che i ragazzi, essendo minorenni, non sono imputabili».

Oipa sta promuovendo incontri nelle scuole, mentre nel periodo subito successivo al fatto, sono stati fatti incontri online con scolaresche, soprattuto con i bambini delle scuole primarie: «Abbiamo utilizzato un approccio di gioco per poter parlare con i più piccoli. E in questo modo siamo riusciti a spiegare loro anche il fenomeno del bullismo, visto che gli atti di crudeltà nei confronti degli animali nascondono spesso atteggiamenti simili nei confronti degli umani. Gli istituti scolastici sono stati molto contenti di questi incontri perché i bambini hanno dato dimostrazione di grande empatia e di voler proprio comprendere cosa era successo. Quello che speriamo è che queste lezioni di educazione civica spingano le nuove generazioni a parlare con i genitori quando succedono questi fenomeni a scuola, per poterli fermare subito».

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Simona Sirianni
Giornalista
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