Vittoria delle associazioni ambientaliste in Emilia Romagna: la giunta del presidente Stefano Bonaccini, sulla base della sentenza emessa dal Consiglio di Stato lo scorso 21 ottobre, ha disposto la chiusura anticipata della caccia a turdidi e beccacce e agli uccelli acquatici, che si concluderà quindi tra il 31 dicembre, il 9 e il 19 gennaio.
La modifica al calendario venatorio 2022/2023 è stata disposta dopo che le associazioni ambientaliste avevano presentato ricorso prima al Tar – che aveva respinto la richiesta – e poi al Consiglio di Stato, che aveva invece dato loro ragione. Obiettivo della richiesta, «limitare la forte pressione venatoria nel mese di gennaio, in particolar modo all’interno delle zone umide regionali, a tutela di molte specie di avifauna sempre più minacciate da una caccia selvaggia», come hanno spiegato Lac, Lav, Lipu e Wwf, che riunite avevano presentato il ricorso. Conseguenze diretta della decisione della Regione, l’anticipazione della data di chiusura della caccia alla beccaccia al 31 dicembre 2022 e l'anticipazione della data di chiusura della caccia al tordo bottaccio, tordo sassello e alla cesena al 9 gennaio.
Per quanto riguarda la caccia agli uccelli acquatici legati alle zone umide (anatidi, rallidi e limicoli), e dunque germano reale, canapiglia, fischione, codone, mestolone, marzaiola, folaga, gallinella d’acqua, porciglione, beccaccino e frullino, al 19 gennaio 2023.
Le associazioni avevano allegato alla richiesta di chiusura anticipata un parere dell’Ispra, suggerendo che la caccia venisse chiusa per tutte le specie al 31 dicembre. A fine ottobre la Regione, sempre per effetto dell’ordinanza del Consiglio di Stato, aveva già dovuto ridurre da due a una soltanto le giornate aggiuntive di caccia settimanali da appostamento alla fauna migratoria, nei giorni di ottobre e novembre. Restava pendente la decisione sulla chiusura anticipata, per cui il Consiglio di Stato aveva rimandato, per merito, al Tar: «Esaurita la fase cautelare, la discussione di merito della causa al Tar di Bologna resta fissata al 16 marzo 2023», chiariscono le associazioni, che si sono comunque dette soddisfatte del risultato ottenuto.
«Nonostante la costante diminuzione dei cacciatori italiani, la caccia continua rappresentare una delle principali cause di perdita di biodiversità e diffusione delle illegalità», aveva fatto notare Dante Caserta, vice presidente Wwf Italia, al termine della stagione di caccia dello scorso anno, ricordando anche le centinaia di uccelli, in gran parte specie protette, uccise dai bracconieri: «Uno studio commissionato dal Wwf dimostra come in coincidenza del periodo di apertura della caccia aumenta in maniera esponenziale il numero di esemplari appartenenti a specie protette (soprattutto rapaci) che vengono ricoverati nei centri di recupero animali selvatici dell'Associazione, come Vanzago e Valpredina, in Lombardia».