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23 Aprile 2023
10:00

L’elefantessa Noor non ce l’ha fatta: la morte dopo nove giorni di agonia

Aveva solo 17 anni, di cui 15 trascorsi allo zoo di Karachi in Pakistan. Era peggiorata dopo una caduta nella piscina del recinto da cui non era più riuscita ad alzarsi. Ora il governo pakistano ha promesso che chiuderà lo zoo e permetterà che il suo compagno, rimasto solo, venga trasferito al più presto in santuario.

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Giornalista
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Noor, incapace di alzarsi e costretta sdraiata negli ultimi nove giorni della sua vita (credits:Four Paws)

C’è tanta tristezza tra chi ha cercato di salvarla. Noor, l’elefantessa di 17 anni che una decina di giorni lottava tra la vita e la morte in uno zoo di Kirachi, in Pakistan, non ce l’ha fatta. È morta nella mattina del 22 aprile lasciando completamente solo il suo unico compagno di recinto Madhubala, che ora è rimasto l’unico elefante in cattività dello zoo.

C’è tanta tristezza perché in molti avevano sperato fino all’ultimo di riuscire a salvare l’elefantessa.  Malgrado fosse stata trovata zoppicante e quasi paralizzata, incapace di muoversi e con lo sguardo fisso sul muro del recinto dove vive prigioniera da quando aveva due anni, Noor infatti aveva mostrato ai veterinari che erano stati chiamarla a curarla una reattività e una voglia di guarire che aveva fatto sperare non solo in una guarigione ma addirittura nel suo trasferimento in una santuario dove avrebbe potuto vivere dignitosamente il resto della sua vita.

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«Quando abbiamo lasciato Karachi dopo la nostra valutazione iniziale dello stato di salute di Noor, eravamo fiduciosi sul suo recupero – racconta il dottor Amir Khalil, veterinario di Four Paws che ha guidato il gruppo di esperti nel tentativo di salvarla – eravamo in costante contatto con l'équipe locale dopo che era rimasta bloccata nella piscina. È straziante che sia dovuta morire a soli 17 anni, quando avrebbe potuto vivere molti anni in più».

Ad esserle fatale, infatti, la caduta nella piccola piscina del recinto che condivideva con Madhubala: una caduta dalla quale non è più riuscita ad alzarsi. Un team di esperti di Four Paws era stato invitato a Karachi dai funzionari dello zoo all'inizio di aprile per fornire una valutazione medica urgente di Noor, le cui condizioni di salute si erano rapidamente deteriorate nel giro di poche settimane, rendendola incapace di muovere le zampe posteriori e molto sofferente. Gli esperti avevano individuato la causa del dolore e le avevano fornito un sollievo immediato. Noor aveva risposto bene alle cure e, pur essendo ancora trattata come paziente in terapia intensiva, aveva mostrato segni di miglioramento prima dell'incidente in piscina.

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Noor, quando ancora riusciva a stare in piedi malgrado i primi sintomi di paralisi (credits:FourPaws)

Tutti avevano grandi speranze che Noor potesse farcela. «Dopo l’incidente del 13 aprile che non le ha permesso di uscire dalla piscina del suo recinto per ore – spiega Four Paws che si è adoperata in tutti i modi per gestire l’emergenza dello zoo di Karachi chiaramente incapace di prendersi cura degli animali che custodisce – la squadra locale è riuscita a tirarla fuori dalla piscina, Noor non è stata più in grado di alzarsi da sola nonostante i molteplici tentativi di aiutarla. Già indebolita da una grave patologia da cui si stava riprendendo, l'elefante non aveva la forza di alzarsi ancora una volta. Dopo aver lottato per nove giorni, ha ceduto alle sue condizioni critiche. Ha trascorso troppo tempo sdraiata a terra, una situazione che mette a rischio la vita degli elefanti».

Nella sua troppo breve vita l’elefantessa aveva già dovuto ricorrere alle cure di veterinari esperti. Ad agosto dello scorso anno, infatti, Amir Khalil era già dovuto intervenire per una grave infiammazione alle zanne di Noor e della sua compagna: i due esemplari erano stati sedati in piedi ed era stato rimosso il tessuto morto, pulendo le radici infiammate e applicando una speciale resina. L'équipe guidata dal dottore Amir Khalil aveva utilizzato una nuova tecnica meno invasiva, unica nel suo genere, che richiedeva una cura post operatoria meno complicata.

Tutto era andato bene fino a quando Noor non si era nuovamente ammalata, qualche mese fa. La caduta in piscina e l’impossibilità di rialzarsi, da sola o aiutata dai tecnici, ha portato alla morte del giovane esemplare che, assieme a Madhubala, suo compagno di recinto, e a Malika e Sonu che vivono al Karachi Safari Park, sono gli ultimi quattro elefanti africani in cattività in Pakistan e sono stati tutti catturati liberi in Tanzania da un commerciante di animali pakistano e da dove sono arrivati in Pakistan nel 2009. «La vita di Noor Jehan era in bilico dopo essere stata tirata fuori dalla piscina.

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Noor, l’elefantessa di 17 anni morta oggi a Karachi in Pakistan
(credits:@FourPaws)

Non riusciva ad alzarsi da sola nemmeno dopo giorni di sostegno con una gru. Di conseguenza, le autorità competenti di Karachi hanno istituito un comitato di esperti e veterinari nazionali e internazionali. Il comitato comprendeva membri del team di esperti di Four Paws che aveva precedentemente curato Noor Jehan e ha ricevuto il mandato di consigliare e raccomandare come procedere. La decisione finale sul suo futuro sarebbe comunque stata presa dalle autorità, ma prima che potessero prendere una decisione, Noor è morta».

In tanti in questi giorni avevano seguito gli aggiornamenti sui social che, quotidianamente, informavano sulle condizioni di Noor. E già da qualche giorno, la situazione sembrava sempre più critica e sempre più in bilico. Ora, la morte della giovane elefantessa che avrebbe potuto essere salvata e trasferita altrove, lascia una scia di malumori legati alla certezza che curata adeguatamente, avrebbe potuto essere salvata e che quindi lo zoo dove è stata costretta a vivere per la gioia dei pochi visitatori paganti, non solo le ha sottratto la libertà ma anche la possibilità di una vita dignitosa.

Per questo in molti sperano che lo zoo venga finalmente chiuso e gli animali, tra cui Madhubala che ora è l’ultimo elefante rimasto, definitivamente trasferiti. «Lo zoo di Karachi non soddisfa gli standard internazionali e non è attrezzato per prendersi cura degli elefanti, soprattutto quando gli animali hanno bisogno di cure veterinarie specializzate – spiega ancora Four Paws attraverso il suo veterinario, vero e proprio veterano di situazioni estreme e di scenari di guerra dove è intervenuto in anni di attività a fianco dell’organizzazione per la difesa degli animali. – Pertanto, Madhubala, l'elefante sano rimasto allo zoo, deve essere trasferito al più presto in un luogo più adatto alla specie, per darle almeno la possibilità di una vita migliore».

È della stessa opinione anche Josef Pfabigan, direttore generale di Four Paws, che è attiva in Pakistan dal 2020 quando aveva salvato e trasferito l'elefante Kaavan dallo zoo di Islamabad a un santuario per elefanti in Cambogia con uno sforzo logistico straordinario che aveva visto anche il sostegno dell’attrice americana Cher. «Ci rattrista immensamente che la storia di Noor si sia conclusa in modo così straziante – afferma. – Vorremmo ringraziare tutti coloro che hanno lavorato giorno e notte in questi momenti difficili per cercare di dare a Noor una possibilità di sopravvivenza. Noor rappresenta molti altri animali selvatici che soffrono in cattività, in Pakistan e nel mondo. Siamo lieti che il governo federale e quello del Sindh stiano valutando la possibilità di chiudere definitivamente lo zoo di Karachi. Questo potrebbe essere un punto di svolta per il benessere degli animali selvatici in cattività in Pakistan».

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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