Il 14 giugno scorso la Corte di Appello di New York si è espressa negativamente sul noto caso dell'elefantessa Happy, che da ben 45 anni vive all'interno dello zoo del Bronx. L'organizzazione animalista Nonhuman Rights Project avrebbe voluto trasferirla in un rifugio per animali selvatici e per questo aveva richiesto che venisse considerata una "persona", cioè un individuo senziente con diritti morali e legali davanti alla legge americana.
La Corte ha però stabilito che non è possibile, per cui Happy continuerà a essere considerata come una proprietà dello zoo che potrà quindi continuare a decidere liberamente sulle sorti dell'animale. Happy rimarrà nel Bronx e non sarà trasferita in un rifugio.
Se la Corte si fosse espressa favorevolmente si sarebbe creato un precedente importante, una svolta storica per i tanti che vorrebbero venissero riconosciuti maggiori diritti agli animali in cattività.
Happy ha 52 anni ed è un'elefantessa asiatica (Elephas maximus) nata in natura negli anni 70 e catturata piccolissima in Thailandia insieme ai suoi fratelli. Fu immediatamente trasferita in California e poi consegnata allo zoo del Bronx, dove tutt'ora vive completamente sola da quando, nel 2016, è morto l'ultimo elefante con cui condivideva lo spazio. Da quel momento la Wildlife Conservation Society che gestisce lo zoo ha deciso di non acquistare altri elefanti, condannando quindi a una vita solitaria.
Happy, tra l'altro, è una dei tre elefanti che nel 2005 hanno permesso di dimostrare per la prima volta che anche i pachidermi sono in grado di riconoscere la propria immagine allo specchio, uno dei test sull’autocoscienza più utilizzati e che poche specie sono riuscite a superare, tra cui primati, delfini, cavalli ma anche pesci. NhRP puntava proprio su questa capacità per persuadere i giudici a riconoscerle maggiori diritti giuridici ma evidentemente non è bastato, cosa che invece era avvenuta di recente per i famosi ippopotami colombiani di Escobar.
Dopo la sentenza l'associazione ha dichiarato di ritenersi comunque soddisfatta, considerando che almeno due dei sette giudici si sono espressi in modo favorevole sul caso di Happy. Ora NhRP proverà a spingere su questa cosa per combattere per un altro caso simile, quello di un elefante che vive invece in California. Si punterà ancora un volta al riconoscimento dell'habeas corpus, che nel diritto anglosassone tutela le persone dall'essere reclusi senza una giusta motivazione legale, cosa che ovviamente per le cose non vale.
La strada verso il riconoscimento di maggiori diritti per agli animali resta comunque un argomento caldo e in continua evoluzione, ma sempre più paesi del mondo hanno iniziato a percorrerla. Il Regno Unito ha già riconosciuto come esseri senzienti, in grado cioè di provare sentimenti ed emozioni, numerosi animali, tra cui i crostacei. Un percorso simile è stato intrapreso anche da Spagna e Corea del Sud. Anche in Italia, dopo il recente inserimento della tutela animali in Costituzione, diverse associazioni e attivisti stanno spingendo in questa direzione.