Ancora scene di ordinaria follia, questa volta a Tornareccio, in provincia di Chieti. Nei giorni scorsi, i militari della Stazione Carabinieri Forestale di Villa Santa Maria, hanno fermato un’auto che trascinava un cane legato alla portiera attraverso una corda usata a mo’ di cappio al collo, impedendo che il povero animale facesse una brutta fine.
L’animale, una femmina "da ferma" di quelle generalmente impiegate per l'attività venatoria, è stata subito controllata dal veterinario ASL avvertito dai militari, il quale non ha rilevato gravi danni fisici, pr fortuna, se non lievi escoriazioni a una zampa. La cagna, risultata regolarmente iscritta all’anagrafe a nome della persona che guidava la macchina, aveva anche la coda tagliata, una pratica che in Italia è vietata dalla legge.
L’uomo, è stato denunciato per maltrattamenti nei confronti degli animali, reato per il quale rischia da 3 a 18 mesi di reclusione o una multa da 5 mila a 30 mila euro. A denunciare l’umano alla guida della vettura anche LNDC Animal Protection con la speranza che tale assurdo e crudele comportamento non venga reiterato da questa persona.
L’associazione, però, ha voluto porre l'accento anche sulla caudotomia, il taglio della coda, e sulla conchectomia, il taglio delle orecchie, pratiche consentite soltanto per comprovati motivi di salute e vietate in tutti gli altri casi.
«È sempre più chiaro, ormai, con quello che succede, quanto le pene per i reati contro gli animali siano ancora troppo poco incisive – ripete ancora una volta la Presidente LNDC, Piera Rosati, in accordo con tutte le associazioni – Nonostante questo, siamo ancora in trepidante attesa che le promesse fatte da tanti politici di ogni schieramento sull’inasprimento delle pene per questi reati si concretizzino in un’azione reale. Al momento, per questi maltrattamenti, la pena prevista è da 3 a 18 mesi di reclusione. Decisamente troppo poco per chi sevizia esseri viventi, tenendo conto anche del fatto che a pena non viene mai realmente scontata da nessuno».
Nonostante gli appelli e i richiami e, soprattutto, la legge, purtroppo la caudotomia viene spesso praticata sui cani da caccia con la scusa che potrebbero impigliarsi in rovi e cespugli: «La cosa più grave – aggiunge Rosati – è che ci sono ancora troppi veterinari compiacenti che offrono queste prestazioni mutilando i cani per meri motivi estetici o “funzionali” andando contro non solo alla legge, ma anche alla deontologia professionale».
In Italia, il taglio delle orecchie e della coda è assolutamente illegale perché considerato non solo una semplice operazione, ma una vera e propria “amputazione” o, meglio ancora, “mutilazione”. Questa pratica chirurgica è, infatti, estremamente invasiva e il post-operatorio provoca all’animale forte dolore, specialmente durante il cambio dei bendaggi e durante l’eventuale pulizia delle cicatrici.
Certo, nel caso della cagnolina di Tornareccio, forse il taglio della coda è la minore forma di maltrattamento subita dal suo pet mate se paragonata all’essere trascinata legata all’auto: «Ci troviamo davanti a una persona che davvero non ha alcun rispetto per l’animale che lo accompagna nella vita che considera invece come un mero oggetto da trattare senza alcuna attenzione. Fortunatamente, la tempestività dei Carabinieri ha salvato la vita questa povera cagnolina, che sicuramente avrà bisogno di tempo per elaborare tutto quello che le è accaduto».