A Roma è stato trovato un nido di vespe orientali (Vespa orientalis), animali su cui sono diffusi dei luoghi comuni che generano paura. Molte persone ritengono che siano, ad esempio, specie che non appartengono alla fauna italiana, mentre, in realtà, sono autoctone e il loro areale è in espansione.
Le vespe sono sicuramente insetti temuti in quanto rievocano ricordi di dolorose punture o brutti spaventi. A queste esperienze personali, però, non andrebbe aggiunta la quotidiana dose di ansia mediatica che genera solo panico ingiustificato.
Iniziamo subito con lo sfatare il primo mito riguardo questi animali: le vespe orientali fanno parte della fauna Italiana. Sono diffuse quasi in ogni continente, compresa l'Europa del sud e in Italia ci sono numerosi avvistamenti che partono dalla Sicilia e arrivano fino ad alcune città del nord e del centro, fra cui oggi, anche Roma.
Le vediamo solo in questo periodo in quanto vivono in colonie stagionali costituite da un sistema di caste dominato da una regina. La vespa costruisce spesso i suoi nidi in vecchi edifici abbandonati e oggetti in disuso, anche se alcune colonie sono stati avvistate anche sottoterra.
A rendere interessante la biologia di questo animale sono alcune caratteristiche uniche nel suo genere: innanzitutto ha un sistema di comunicazione molto sviluppato in quanto riesce a inviare messaggi alle sorelle della sua colonia tramite vibrazioni sonore. Inoltre, ha una striscia gialla sulla cuticola, ovvero l'esoscheletro esterno, che può assorbire la luce solare per generare un piccolo potenziale elettrico che la aiuta fornendole ulteriore energie. Una vespa adulta mangia nettare e frutta e colleziona pezzi di altri insetti e proteine animali per nutrire la sua nidiata.
A questo punto, è giunto il momento di sfatare un secondo mito: sebbene ultimamente si è diffusa l'idea che questi animali vengano attratti dai rifiuti organici, questa credenza risulta falsa poiché in letteratura non vi è alcuno studio a riguardo.
Gli unici studi sull'attrazione di queste vespe riguardano la creazione di esche di vario genere utilizzate per catturarle o allontanarle dalle abitazioni e dai campi coltivati. Fra queste esche quella che risulta più attrattiva, secondo uno studio pubblicato sulla rivista Advances in Environmental Biology, è una a base di sardine, alimento che sì è presente negli scarti alimentari umani, ma non in maniera così abbondante.
Con questo non si vuole dire che le vespe orientali non provocano disagi, anzi, la loro puntura è estremamente dolorosa e, in alcuni casi di forte allergia, può significare anche la morte per alcune persone. Inoltre, sono diversi i casi clinici riportati in cui è stata richiesta una ospedalizzazione di emergenza per persone che hanno registrato punture multiple su tutto il corpo.
A questo si aggiunge anche il fatto che le vespe orientali sono fra i principali parassiti delle api mellifere, attaccando le colonie per ottenere miele e cibarsi degli individui che soccombono all'invasione del nido. A questi attacchi le api che hanno dimostrato di difendersi più efficacemente sono le api giapponesi (Apis cerana japonica).
Queste circondano le vespe che si sono inoltrate nell'alveare ammassandosi intorno all'individuo e la sua temperatura corporea inizia a salire a livelli letali, tanto che si può dire che la vespa viene letteralmente cotta viva. Le api cipriote (Apis mellifera cypria), invece, hanno sviluppato un metodo leggermente diverso in cui, invece di cuocerlo, asfissiano lentamente l'attaccante.
Come sempre, dunque, la questione risulta più complessa del previsto e la cosa migliore da fare non è mai cedere al timore e alla paura, ma informarsi meglio poiché l'ignoranza e il pressappochismo sono il punto di partenza dalla quale si originano i miti e i luoghi comuni.