Violente e scioccanti, le immagini che arrivano da allevamenti di animali da pelliccia finlandesi di volpi con ferite sanguinanti, grasse e deformi, cieche e isteriche nei loro movimenti ripetuti all’infinito sono solo l’ultimo capitolo degli innumerevoli modi con cui gli uomini continuano ad allevare e torturare animali inermi solo per una pelliccia da indossare come status symbol.
Questa volta il filmato, registrato tra il giugno e il novembre 2022, mostra la sofferenza degli animali che nascono crescono e muoiono in gabbie strette e anguste per la moda delle pellicce anche in un paese come la Finlandia dove quasi il 100% degli allevamenti di volpi sono certificati dal sistema di garanzia SAGA Furs che promette "il più alto livello di benessere animale". Ma le immagini atroci di animali con occhi e orecchie gonfie e infette, code ferite e sanguinolente e zampe deformi, raccontano una storia profondamente diversa. Il video è online sul canale YouTube di Fur free alliance a cui rimandiamo i nostri lettori sottolineando che si tratta, come detto, di immagini orribili.
La denuncia con un video inchiesta sotto copertura di attivisti finlandesi
La denuncia arriva dai gruppi per la protezione degli animali Oikeutta eläimille e Humane Society International/Europe. E racconta un’Europa divisa a metà: da un lato 1,2 milioni di cittadini dell'UE che hanno fino ad oggi firmato la petizione "Fur-Free Europe" che, su iniziativa dei cittadini europei chiede alla Commissione europea di vietare l'allevamento e la vendita di pellicce nell'UE, dall’altra l’Europa dove gli immensi allevamenti intensivi sono ancora attivi e non cessa la moltiplicazione di questi animali solo per la produzione di pellicce per alimentare il mercato della moda che, in parte, ha già sconfessato il suo uso.
Infatti, malgrado la pelliccia di volpe proveniente dalla Finlandia sia ancora utilizzata da marchi come Fendi, Yves Salomon, Woolrich, Ermanno Scervino e Max Mara, continuano ad aumentare i marchi che hanno pubblicamente rinunciato alla pelliccia: «Solo negli ultimi anni – spiega Thomas Piestch, responsabile di Four Paws per gli animali selvatici nello spettacolo e nel tessile – Canada Goose, Oscar de la Renta, Valentino, Gucci, Burberry, Versace, Chanel, Prada e altri marchi di alto profilo hanno annunciato politiche fur-free».
Allevamenti da pelliccia già vietati in 19 paesi europei
Realizzato in sei allevamenti di animali da pelliccia scelti a caso nella regione di Ostrobotnia, nella Finlandia occidentale, tra giugno e novembre 2022, il terribile video è firmato dagli attivisti del gruppo animalista finlandese Oikeutta eläimille (OE). «La maggioranza dei finlandesi vuole che sia vietato tenere gli animali in gabbie solo per la loro pelliccia, ma i nostri politici non sono riusciti a porre fine a questa crudeltà – spiega Kristo Muurimaa dell'OE – un divieto a livello europeo aiuterebbe gli animali anche in altri Paesi membri, dove l'avidità di denaro viene anteposta al benessere degli animali».
L'allevamento di animali da pelliccia è stato vietato in 19 Paesi europei (14 dei quali sono Stati membri dell'UE), tra cui Paesi Bassi, Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Slovenia, Lussemburgo, Malta, Irlanda, Estonia, Francia, Italia e più recentemente, il 22 settembre 2022, Lettonia. «Ma – aggiunge Four Paws – discussioni politiche sul divieto sono in corso anche in Romania, Lituania, Spagna e Polonia. Altri due Paesi (Svizzera e Germania) hanno attuato norme così severe da porre fine all'allevamento di animali da pelliccia, mentre altri tre (Danimarca, Svezia e Ungheria) hanno imposto misure che hanno posto fine all'allevamento di alcune specie».
In Finlandia allevamenti in declino ma ancora aperti grazie ai sostegni statali
Malgrado questo, secondo i dati forniti da Four Paws, ogni anno nel mondo vengono uccisi più di 100 milioni di animali per la loro pelliccia, il che equivale a tre animali uccisi ogni secondo. In Finlandia, in particolare, il commercio sembra essere in declino e molti allevamenti animali da pelliccia stanno chiudendo così come è sempre più diffuso il fenomeno della diversificazione dell’attività, anche grazie ai sostegni statali.
«Negli ultimi anni, gli allevamenti di pellicce finlandesi hanno ricevuto oltre 30 milioni di euro di sostegno pubblico con il pretesto della pandemia di corona – spiega Oikeutta Eläimille – Ciascuno degli allevamenti in cui sono state scattate le foto pubblicate (il riferimento è agli allevamenti nelle aree di Lapua, Närpiö, Vetel, Kannus e Kaustinen di cui non sono stati forniti gli indirizzi) ha ricevuto il sostegno dello stato nel 2020-2021. In totale, a questi rifugi è stato erogato un sostegno di 379.000 euro».