È noto che uccelli e altri animali fanno affidamento anche sul campo magnetico terrestre per la navigazione su lunga distanza durante le migrazioni stagionali. Tuttavia, il campo magnetico viene regolarmente disturbato da esplosioni di energia solare, che possono temporaneamente ridurne l’affidabilità per la navigazione. Un gruppo di ricercatori ha condotto uno studio volto a esaminare se esistesse una correlazione tra questi disturbi geomagnetici e le variazioni nei modelli migratori degli uccelli. Ebbene, dai risultati della ricerca recentemente pubblicati su PNAS, sembrerebbe proprio di si.
Prima di entrare nei dettagli dello studio, è importante comprendere cosa sono le tempeste solari o geomagnetiche. Si tratta di perturbazioni del campo magnetico della Terra di varia intensità, causate dal vento solare e le cui conseguenze possono essere molteplici e dipendono dalla quantità di energia coinvolta. Tuttavia, si sa poco su come questi disturbi influenzino gli animali che dipendono dal campo magnetico terrestre per l’orientamento migratorio e la navigazione.
Poiché molti uccelli sfruttano il campo magnetico per orientarsi, un team di ricercatori dell'Università del Michigan e i loro collaboratori hanno condotto uno studio utilizzando ampi insiemi di dati che sono stati raccolti durante un periodo di 23 anni da 37 stazioni radar meteorologiche (NEXRAD) e magnetometri negli Stati Uniti. L'obiettivo era valutare se queste tempeste geomagnetiche, alterando il campo magnetico, potessero influenzare il comportamento migratorio degli uccelli. Si sono poi concentrati sull'area e Grandi Pianure degli Stati Uniti, importante corridoio migratorio e spettacolare altopiano ricchissimo di biodiversità a Est delle Montagne Rocciose.
Attraverso l'analisi statistica dei dati, gli studiosi hanno misurato una riduzione del 9-17% nel numero di uccelli migratori, sia in primavera che in autunno, durante gravi eventi meteorologici spaziali. Hanno scoperto, inoltre, che gli esemplari che hanno scelto di spostarsi durante questi eventi, sembravano riscontrare maggiori difficoltà durante la rotta, soprattutto quando il cielo era molto nuvoloso.
«I nostri risultati evidenziano come le decisioni degli animali dipendano dalle condizioni ambientali, comprese quelle che l'essere umano non è in grado di percepire, come i disturbi geomagnetici, e che questi comportamenti influenzano i modelli di movimento degli animali a livello di popolazione», spiega Eric Gulson- Castillo, dottorando del Dipartimento di Ecologia e Biologia Evoluzionistica dell'UM, nonché autore principale dello studio.
È evidente, quindi, che gli eventi geomagnetici influenzano fortemente le migrazioni. «Tali risultati forniscono un contesto ecologico per decenni di ricerca sui meccanismi della magnetorecezione animale, dimostrando gli impatti a livello comunitario della meteorologia spaziale sulle dinamiche migratorie», ha detto invece l'autore senior dello studio Ben Winger, assistente professore presso il Dipartimento di Ecologia e Biologia Evoluzionistica dell'UM e curatore della sezione uccelli al Museo di Zoologia dell'UM.
Attualmente queste sono le novità emerse da questa ricerca, ma sono tanti altri gli studi che dovrebbero essere condotti per avere un quando più chiaro della situazione. Gli uccelli, infatti, non sono gli unici animali che fanno affidamento sul campo magnetico per orientarsi e spostarsi. Sarebbe interessante, quindi, verificare come le variazioni di quest'ultimo possano influenzare anche altri animali e magari effettuare un confronto tra gruppi e specie diverse.