Negli ultimi giorni si sente tanto parlare di venti solari e tempeste geomagnetiche, fenomeni causati da improvvise e intense attività nell'atmosfera del Sole. Eventi di questo tipo accadono di frequente e generano solitamente un disturbo del campo magnetico terrestre temporaneo, della durata di circa 24-36 ore, che può impattare sulle comunicazioni e sul corretto funzionamento della rete elettrica. Un evento di questo tipo, associato a una grande esplosione nell'atmosfera solare, ha generato un forte flusso di particelle verso la Terra segnalato dal NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) pochi giorni fa, e che ha prodotto più di una spettacolare aurora boreale in giro per il mondo.
Vista la forte capacità di questi eventi di alterare il campo magnetico terrestre, in molti si sono chiesti se e in che modo queste tempeste geomagnetiche possono avere un impatto anche sugli animali, soprattutto sulle loro capacità di orientamento. Come è noto tantissime specie migratrici utilizzano il campo magnetico per orientarsi durante i loro spettacolari viaggi per il mondo: ci riescono cetacei, uccelli, squali e tantissime altri animali. È possibile quindi che eventi solari di questa portata e durata interferiscano in qualche modo con le loro vite e il loro comportamento?
Il mistero dei piccioni scomparsi nel Regno Unito
Lo scorso 19 giugno, in diverse città del Regno Unito, si sono tenute come di consueto numerose gare di piccioni viaggiatori da competizioni. Manifestazioni del genere sono molto in voga in UK, e gli appassionati allevatori utilizzano proprio le straordinarie capacità di orientamento dei piccioni per gareggiare l'uno contro l'altro. Il concetto è più o meno questo: si portano tanti uccelli, appositamente allevati, molto lontani da casa e vince chi riesce a tornarci nel minor tempo possibile. Solo che questa volta qualcosa dev'essere andato storto. A Peterborough, nel nord-est dell'Inghilterra, dei 9mila columbidi liberati solo 4mila sono riusciti a tornare alla base. E anche a Swindon e Swansea, nel Galles meridionale, centinaia di altri piccioni sembrano essere misteriosamente scomparsi nel nulla.
Una sparizione di massa di questa portata non si era mai vista e gli allevatori sono certi che la colpa sia da ritrovare in qualche strano evento atmosferico che avrebbe disorientato gli uccelli facendogli perdere la strada. I piccioni viaggiatori usano anche il campo magnetico terrestre per orientarsi e teoricamente un forte disturbo temporaneo potrebbe compromettere la loro bussola magnetica. Tuttavia al momento non ci sono prove a sostegno di questa ipotesi e l'attività solare registrata in quei giorni è stata tutto sommato nella norma.
Ma cosa sappiamo per certo sul disturbo dell'orientamento negli animali e le tempeste geomagnetiche?
Attività solare e spiaggiamento dei cetacei
Uno dei più grandi misteri irrisolti della biologia è il fenomeno dello spiaggiamento di massa dei cetacei. Ogni anno sono circa 2mila i delfini e le balene che finiscono per arenarsi sulle coste e da molti anni gli scienziati si stanno interrogando sulle possibili cause di questi eventi apparentemente inspiegabili. Uno studio del 2017 condotto dalla NASA, in collaborazione con dei biologi marini, ha provato a cercare una possibile correlazione tra questi eventi e il disturbo del campo magnetico terrestre. Gli scienziati non sono riusciti ad arrivare a una conclusione certa, ma hanno ammesso che le possibili alterazioni del campo magnetico potrebbero contribuire, insieme a numerosi altri fattori, a far perdere l'orientamento a delfini, balene e altri cetacei.
Eppure un altro articolo, sempre del 2017, sembrava aver trovato un forte legame tra spiaggiamenti e attività solare. All'inizio del 2016 un gruppo di 29 capodogli (Physeter macrocephalus) maschi si è spiaggiato sulla costa meridionale del Mare del Nord. Secondo gli autori due piccole tempeste magnetiche, avvenute alla fine del 2015, hanno probabilmente confuso i cetacei facendogli perdere il senso dell'orientamento. Le alterazioni del campo magnetico durano mediamente 24 ore e possono spostare la latitudine magnetica fino a 460 km. I capodogli nuotano in media per circa 100 km al giorno e potrebbero quindi non essere stati in grado di rilevare e gestire queste variazioni finendo per arenarsi sulla costa.
Un ulteriore contributo a questa tesi l'ha fornita un altro importante studio pubblicato nel 2020 . Analizzando ben 31 anni di dati sugli spiaggiamenti delle balene grigie (Eschrichtius robustus) gli autori hanno scoperto che nei giorni in cui vi erano state alterazioni della magnetosfera, le balene si arenavano con una probabilità quattro volte maggiore rispetto al solito. Sembra quindi che alcuni cetacei diventino quasi temporaneamente "ciechi", finendo per commettere enormi errori di calcolo nella navigazione. Tuttavia sebbene gli autori sostengono che l'attività solare possa avere un ruolo importante nel disorientare i cetacei durante i loro lunghi spostamenti, potrebbero esserci molte altre cause che concorrono nel fenomeno come l'inquinamento, la temperatura dell'acqua oppure disturbi al sistema di ecolocalizzazione.
Tempeste magnetiche e uccelli migratori
Nel 2019 invece alcuni ricercatori hanno provato a sperimentare l'effetto dell'attività solare sui piccoli uccelli migratori. Molte specie migratrici, infatti, utilizzano tra le altre cose anche il campo magnetico e il Sole per orientarsi durante le lunghe traversate tra i continenti. Gli scienziati hanno simulato artificialmente una tempesta solare per studiare le risposte comportamentali di tre specie di piccoli passeriformi molto comuni anche in Italia: il luì piccolo (Phylloscopus collybita), la passera scopaiola (Prunella modularis) e il pettirosso (Erithacus rubecula). Se per le prime due specie l'esperimento non ha causato alcun cambiamento di comportamento significativo per il pettirosso qualche effetto piuttosto importante c'è stato.
Durante la "tempesta solare" i pettirossi hanno ridotto notevolmente l'attività migratoria notturna e aumentato invece quella diurna. Secondo gli autori l'attività solare può disturbare quindi le prestazioni migratorie di questi uccelli, che però possono rispondere attuando strategie comportamentali per compensare gli svantaggi. Di notte, quando non possono usare la vista e altri sistemi di orientamento, riducono l'attività a causa dei troppi rischi. Mentre di giorno, anche se l'orientamento magnetico è compromesso, possono sfruttare altri sistemi di navigazione e intensificare quindi l'attività migratoria.
La ricerca sull'impatto dell'attività solare sul comportamento degli animali sembra quindi aver dimostrato una stretta correlazione tra le alterazioni del campo magnetico e il disorientamento di molte specie animali. Tuttavia si tratta di un campo di studio ancora troppo limitato e decisamente giovane. Il modo in cui gli animali si orientano è talmente complesso e variegato che sarebbe prematuro trarre delle conclusioni incontrovertibili. Sappiamo che molti animali, soprattutto cetacei e uccelli, possono avere qualche problema di orientamento durante le attività solari più intense, ma per spiegare fenomeni tanto grandi come lo spiaggiamento di massa di delfini e balene, serviranno certamente molti altri studi.