Immaginate di scivolare silenziosamente tra le profondità marine, esplorando caverne nascoste e nuotando tra banchi di pesci scintillanti. Questo è il mondo affascinante che i leoni marini australiani ci stanno svelando come mai prima, grazie a una straordinaria ricerca condotta da Nathan Angelakis e il suo team del South Australian Research and Development Institute. I ricercatori hanno infatti intrapreso un'avventura tecnologica e scientifica nuova, posizionando telecamere e GPS su otto femmine di leone marino per svelare i segreti del loro comportamento e dei loro habitat sommersi.
La ricerca, condotta tra dicembre 2022 e agosto 2023, ha visto i biologi coinvolgere alcune femmine di leone marino australiano (Neophoca cinerea), un specie tra l'altro a rischio estinzione, che vivono tra Olive Island e Seal Bay, nel Sud dell'Australia. Le telecamere e i localizzatori GPS, fissati sulla schiena dei leoni marini, hanno permesso così di registrare video fino a una profondità di 115 metri, documentando i viaggi di caccia in mare aperto di questi mammiferi marini, che possono durare anche fino a sei giorni di fila.
«Abbiamo ottenuto riprese di interazioni davvero straordinarie», ha raccontato Angelakis. «Abbiamo visto un leone marino nuotare in mezzo a un gruppo di delfini comuni mentre si cibavano di un'enorme palla di sardine. E abbiamo anche ripreso un leone marino dare un morso alla coda di uno squalo bronzeo». Un altro momento estremamente affascinante catturato dalle telecamere, riguarda invece una madre che porta per la prima volta in mare il suo cucciolo.
«Si tratta della prima prova diretta che le madri di leone marino australiano insegnano ai loro cuccioli come procacciarsi il cibo», ha spiegato Angelakis. «Il video fornisce anche informazioni molto preziose sull'ambiente marino in generale, che possiamo utilizzare per mappare habitat e distribuzioni di altre specie marine chiave». Questi leoni marini, infatti, stanno inconsapevolmente aiutando i ricercatori a tracciare e a mappare come mai prima d'ora la vita e gli habitat dei fondali che frequentano, molto meglio di come farebbe un ROV comandato a distanza.
Il protocollo di marcatura e installazione delle camere utilizzato è stato naturalmente perfezionato nel corso di tanti anni, sempre in stretta collaborazione con veterinari esperti in fauna selvatica, per minimizzare qualsiasi tipo di disturbo e fastidio per gli animali. I dispositivi sono infatti molto piccoli, a basso profilo e pesano meno dell'1% del peso dell'animale, per ridurre al minimo qualsiasi tipo di interferenza con la vita di questi mammiferi marini, che rappresentano inoltre l'unica specie di pinnipede endemica dell'Australia.
Inoltre, sono state scelte solo femmine poiché sono anche le uniche a prendersi cura dei cuccioli, ma in futuro il team spera di coinvolgere anche maschi e individui giovani. «Avere una visione del mondo marino dalla prospettiva di un predatore, piuttosto che da una antropocentrica, può mettere meglio in evidenza quali aree, habitat, comportamenti e prede siano ecologicamente più preziosi per queste specie», ha concluso Angelakis. «In futuro, questo tipo di informazioni diventerà cruciale per gestire e proteggere meglio le specie marine e i loro ambienti».
Questa nuova ricerca non solo ci offre quindi uno punto di vista inedito e privilegiato del mondo sottomarino, ma getta anche le basi per una migliore comprensione e tutela degli ecosistemi e della biodiversità marini, minacciati costantemente da attività umane, inquinamento e cambiamenti climatici. Grazie ai leoni marini, ora possiamo immergerci con loro e scoprire attraverso i loro occhi un mondo sommerso che pulsa di vita e che ha bisogno di tutto il nostro aiuto per continuare a regalarci questi spettacoli sottomarini.