Sebbene non siano visibili all'esterno, le tartarughe e le testuggini, come tutti i rettili, possiedono orecchie in grado di captare suoni e vibrazioni. Studiare l'udito di questi animali non solo ci offre l'opportunità di comprendere meglio come riescano a percepire il mondo circostante, ma ci permette di fare un vero e proprio viaggio nel tempo per scoprire come facevano i primi animali affrancati dall'acqua ad ascoltare i suoni.
Infatti le tartarughe, insieme a un rettile loro parente il tuatara (Sphenodon punctatus), l'unico membro vivente dell'ordine Rhynchocephalia, sono animali con una storia evolutiva molto antica e le loro componenti anatomiche sono molto simili a quelle dei loro progenitori vissuti circa dai 140 ai 160 milioni di anni fa.
Prima di tuffarci nel mondo dell'udito di questi rettili, però, bisogna rispondere a un paio di domande essenziali: dove sono e come sono fatte le orecchie delle tartarughe?
Come sono fatte le orecchie delle tartarughe
Le tartarughe, a differenza di altri vertebrati, non hanno un orecchio esterno, ovvero il padiglione auricolare come quello dei mammiferi, ma presentano dei piccoli lembi di pelle più o meno stratificati. Questi funzionano come veri e propri timpani esposti all'aria, piccole membrane elastiche che catturano l’onda sonora e la trasmetterla all'orecchio medio, che a sua volta ha la funzione di trasmettere il suono all'orecchio interno. Dopodiché le onde sonore vengono elaborate e trasmesse al cervello e, a questo punto, le tartarughe sono in grado di sentire il suono.
Questi lembi di pelle, che hanno la funzione di proteggere l'orecchio da eventuali danni provenienti dall'esterno, si trovano sulla testa dell'animale, su entrambi i lati, dietro gli occhi e proprio sulla piega finale della bocca.
Questa pelle spessa è nota anche come placca cutanea, un anello di scaglie simili a quelle sul resto della testa, ma più piccole. Sotto di esse c'è uno strato grasso e la sua presenza, insieme alla placca cutanea, rende difficile per la tartaruga sentire bene i suoni aerei, ma garantisce una buona percezione delle vibrazioni trasmesse dal terreno.
I loro timpani sono i grado di percepire solo suoni a bassa frequenza, in media fra i 100 e i 700 Hertz e l'orecchio medio è costituito da un solo osso chiamato columella collegato alla cavità orale. La sua funzione è la trasduzione del segnale uditivo dal timpano all'orecchio interno e ha un ruolo molto simile a quella dei tre ossicini che compongono l'orecchio medio nei mammiferi: la staffa, l'incudine e il martello.
Per comprendere la differenza fra l'udito dei mammiferi e quello delle tartarughe è possibile prendere come esempio un animale con un orecchio insospettabilmente fine: l'essere umano. Uomini e donne riescono a percepire suoni in un intervallo fra 20 e 20.000 Hertz, grazie soprattutto a un organo non presente in altri animali, la coclea. Questa è una struttura dell'orecchio interno dei mammiferi che traduce l'informazione acustica in impulsi nervosi, in modo da renderla comprensibile al cervello umano.
La differenza nell'udito fra tartarughe d'acqua e testuggini di terra
Un udito così poco "sviluppato", però, non è sinonimo di un organismo poco evoluto. Sviluppare un udito del genere deriva dalla necessità di ascoltare solo determinati tipi di suoni e la maggior parte di questi deriva principalmente dall'ambiente circostante dato che questi rettili non sono animali estremamente vocali.
Il mezzo attraverso cui viaggia il suono, dunque, è importante e seguendo questo ragionamento ci si aspetterebbe che fra tartarughe marine e testuggini terrestri ci sia una differenza nell'udito. Le tartarughe marine, infatti, spendendo una grande parte del loro tempo in acqua, hanno sviluppato un udito in grado di percepire frequenze più alte adattandosi al mezzo in cui viaggia il suono.
Infatti, le vibrazioni sonore viaggiano più velocemente attraverso l'acqua piuttosto che nell'aria. Questo perché il suono non è altro che una variazione di pressione che si propaga in un mezzo fisico come l'acqua o l'aria, una successione di compressioni e rarefazioni delle molecole che dipende dalla densità ed elasticità del mezzo.
Le molecole d'acqua dunque, essendo più comprimibili dell'aria e più elastiche, permettono una trasmissione del suono più rapida. Sott’acqua, inoltre, la densità varia a seconda della pressione, temperatura e salinità, di conseguenza, il suono viaggia più veloce nelle calde acque superficiali e più lento in quelle fredde e profonde.
A riprova di ciò c'è uno studio pubblicato su Plos One che ha analizzato la differenza nell'udito della tartaruga verde (Chelonia mydas), sia dentro che fuori dall'acqua. La ricerca ha dimostrato che queste tartarughe riescono a percepire stimoli acustici subacquei tra 50 e 1600 Hertz e stimoli aerei tra 50 e 800 Hertz, confermando quanto sia importante l'influenza dell'acqua nella percezione dei suoni per questi animali.