Quest'anno sembra essere iniziato davvero positivamente per gli appassionati di mare e di biologia marina che vivono in Sicilia.
Dopo l'avvistamento a Capodanno di alcuni cetacei nel mare che bagna la spiaggia di Capaci e di Isola delle femmine a Palermo, un nuovo interessante avvistamento è avvenuto lo scorso 5 Gennaio, con alcuni tursiopi (Tursiops truncatus) che sono stati visti nei pressi del porto di Sciacca, in provincia di Agrigento.
Gli animali sembra che siano entrati nel porto seguendo due pescherecci che tornavano da una battuta di pesca e sono rimasti ben visibili dinnanzi alla curiosità dei presenti per poco meno di mezz'ora.
A testimoniare il loro ingresso c'era anche Aldo Lauricella, noto fotografo naturalista, che ha condiviso l'avvistamento degli animali con altri appassionati, sue sono le immagini all'interno di questo articolo.
Lauricella era in porto per scattare foto agli uccelli marini che solitamente si accalcano nella banchina quando arrivano le navi cariche di pesce dal largo, ma ieri la sorpresa era dietro l'angolo ed oltre a immortalare delle gazze marine (Alca torda) è riuscito a catturare le immagini davvero suggestive dei tursiopi.
I tursiopi sono entrati dentro al porto perché attratti dalla presenza del pesce e a seguito della presenza di acque basse e calme. La loro abitudine nel seguire i pescherecci e nel radunarsi nei luoghi in cui i pescatori lanciano gli scarti a mare però potrebbe rappresentare una grave minaccia, in quanto questi comportamenti potrebbero incentivare le catture accidentali nelle reti.
Su questo tema Kodami ha realizzato un video reportage nell'area protetta di Punta Campanella, in Campania, dedicato al progetto Life Delphi che si occupa di mitigare le interazioni tra pescatori e delfini.
In Sicilia anche sono in corso diversi progetti che cercano di ridurne il rischio e di abbassare i livelli del "conflitto" fra la burocrazia, gli stessi pescatori e gli animali, proprio per garantire la salvaguardia di queste specie che per decenni è stata vista in maniera poco lusinghiera dagli armatori.
Uno dei tratti di mare più ricchi in assoluto che necessita protezione
Il mare di Sciacca è tra i più ricchi e pescosi del Mediterraneo, in quanto geograficamente è a ridosso della linea di confine che sussiste fra il mare Mediteranneo occidentale e quello Orientale. Proprio in questo punto le correnti più calde e superficiali provenienti dal Mar di Alboran si mischiano con le acque più profonde provenienti invece dal mare Egeo, a seguito della differenza di temperatura e salinità che sussiste fra la superficie e i primi metri della colonna d'acqua sottostante. Questo rimescolamento indotto dalle correnti porta alla risalita di molte sostanze nutritive e al raduno di molti pesci e mammiferi marini, che in queste acque dispongono di maggiori opportunità di accumulare risorse.
Proprio a seguito di questa ricchezza di questo tratto di costa, nota ai biologi marini e agli escursionisti subacquei di tutto il mondo, da un po' di tempo Legambiente Sicilia desidera inaugurare alcune aree marine protette sulla costa meridionale dell'isola. Anche perché sono diverse le aree turistiche vocate al turismo sostenibile e che necessiterebbero di maggiore protezione.
Fra le aree marine protette proposte dall'associazione ci sarebbero anche Eraclea Minoa e la Scala dei Turchi, che distano rispettivamente meno di 40 e 50 chilometri di strada da Sciacca. Nell'ambito della campagna "PrezioseXNatura", già a partire dall'anno scorso Legambiente Sicilia aveva presentato delle proposte per tutelare l'intero territorio, per esempio applicando delle norme comportamentali alle 4 zone in cui è stata suddivisa l'area della Scala dei Turchi, ripetutamente ferita in più occasioni. Anche quest'anno però, con l'avvicinarsi del 3 Marzo – Giornata internazionale della Fauna – l'associazione ha intenzione di riportare la discussione all'attenzione della classe politica, essendo cambiata tra l'altro anche l'intera giunta regionale.
Queste norme, oltre a garantire la sicurezza stessa nell'accedere al territorio, fortemente gravato dall'abusivismo edilizio e dal cattivo comportamento dei turisti, permetterebbero al presidente del circolo Rabat di Agrigento Daniele Gucciardo e al presidente regionale di Legambiente Giuseppe Alfieri di sostenere all'Ars le ragioni che spingono gli ambientalisti siciliani a richiedere maggiori aree marine protette e riserve terrestri nel tratto di costa agrigentina.
«Ci sono molti modi per salvaguardare la Scala dei Turchi e per valorizzare il tratto di mare antistante – spiega Gucciardo, focalizzandosi sugli incidenti degli scorsi anni – Non illuminare artificialmente la falesia e non proiettare fasci luminosi su di essa per non disturbare la fauna marina; non cospargersi il corpo con fanghi derivanti dalla marna bianca, che oltre ad incentivare la distruzione della falesia non porta a nessun beneficio sanitario; non impiegare trivelle o altri arnesi simili per il fissaggio di attrezzatura balneare e vietare del tutto l'uso di ancore alle imbarcazioni turistiche che veleggiano a ridosso della costa.»
Un altro fattore che potrebbe aiutare enormemente questo territorio e la sua fauna marina sarebbe quella di eliminare tutti i relitti e le reti da pesca abbandonati che provengono dalle coste nord africane, a seguito del fenomeno dei migranti. Queste imbarcazioni e reti infatti rappresentano il peggior pericolo per pesci, tartarughe e delfini in questo tratto di mare e lo sversamento di gasolio indotto da alcuni naufragi è anch'esso da considerare una minaccia per la salvaguardia di molte specie.
Storiche infatti sono le segnalazioni delle associazioni, fra cui Mare Amico, che testimoniano i danni strutturali agli ecosistemi costieri provocati dall'azione combinata del mal tempo e della presenza di queste "trappole per uomini e animali".