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25 Luglio 2024
13:05

Le spiagge italiane dove puoi vedere la spettacolare schiusa delle uova di tartarughe marine

La caretta caretta è la specie di tartaruga marina più diffusa in Italia, e le coste dello Stivale sono "incubatrici" per numerosissimi nidi. Ricordando sempre l'importanza del rispetto e della tutela di questi siti preziosi, ecco dove è possibile assistere alla schiusa.

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La tartaruga marina, anche detta tartaruga comune (Caretta caretta), è un rettile carnivoro di grandi dimensioni della famiglia dei chelonidi che vive nei mari tropicali, subtropicali e nel mar Mediterraneo. È la specie di tartaruga marina più diffusa nei nostri mari e negli ultimi anni, complice anche il cambiamento climatico, si è assistito a un vero e proprio “boom” di nidificazioni anche su spiagge e coste che sino a qualche tempo fa non venivano toccate.

Le femmine di tartaruga depongono le uova sulle spiagge tra maggio e agosto, e le uova sono incubate dal calore del suolo per circa un paio di mesi. È la temperatura a determinare il sesso: uova che si trovano a temperature maggiori di 29°C daranno origine alle femmine, al di sotto di tale temperatura saranno maschi. I nidi di tartaruga sono dunque siti estremamente delicati, ed è fondamentale metterli in sicurezza e transennarli per evitare che le uova vengano distrutte dagli esseri umani o da insediamenti antropici come lettini e ombrelloni.

In alcune regioni, e in particolari circostanze, è consentito alle persone di assistere allo spettacolo della schiusa delle uova di tartaruga e osservare i tartarughini fare capolino dalla sabbia e dirigersi verso il mare. Si tratta però di spiagge e siti presidiati da volontari, in cui le persone vengono tenute a debita distanze e obbligate a rispettare rigidi protocolli per non disturbare gli animali né metterli a rischio.

Il disturbo antropico è infatti uno dei motivi più frequenti per cui le tartarughe abbandonano i siti di nidificazione, e tenerle al sicuro – loro, le uova e i futuri tartarughini – è prerogativa indispensabile. Fatta questa premessa, ecco dove è possibile assistere in sicurezza alla schiusa delle uova di tartaruga.

Campania

La Campania è una delle regioni in cui si registrano numeri record sul fronte dei nidi di tartaruga, in particolare la costa del Cilento, nel Salernitano, e il litorale domitio di Castelvolturno, nel Casertano.

In Cilento soprattutto le spiagge in cui nidificano le tartarughe sono numerose, e le amministrazioni comunali si sono adeguate a questo importante fenomeno. Il Comune di Ascea, per esempio, è stato insignito della bandiera “Comune amico delle tartarughe marine” da Goletta Verde per la significativa presenza di nidi di tartarughe marine sulle coste.

Nel 2024 sono stati censiti ben 16 nidi di caretta caretta sulle spiagge di Ascea,e il Comune ormai diversi anni fa ha firmato un protocollo di intesa con Legambiente nell’ambito del progetto europeo “Life Turtlenest”. Grazie a questo accordo, il comune di Ascea si impegna a seguire linee guida precise che favoriscono la nidificazione e la schiusa delle uova delle tartarughe, oltre a garantire la protezione degli arenili comunali.

Sicilia

Secondo l’ultima rilevazione di Legambiente e basata sull’elaborazione dei dati raccolti dal sito Tartapedia, in Italia al 16 luglio erano 331 i nidi censiti di tartarughe marine.

Tra le regioni, la Sicilia è al primo posto con 107 nidi:  le province di Trapani, Ragusa, Siracusa e Agrigento sono quelle che fanno registrare il maggior numero. Le spiagge più amate dalle femmine di caretta caretta sono quelle di San Vito Lo Capo, la Spiaggia dei Conigli a Lampedusa e l’Isola delle Correnti.

Il 24 luglio cittadini, turisti e un gruppo di volontari del Wwf sono riusciti ad assistere, a distanza di sicurezza, alla schiusa delle uova sulla spiaggia di Avola, in provincia di Siracusa, e a osservare i tartarughini sbucare dalla sabbia e dirigersi verso il mare.

Calabria

La Calabria è la seconda regione italiana per numero di nidi di tartarughe marine. Le si trova in diversi tratti di mare, dal Tirreno allo Ionio, in particolare lungo la Riviera dei Cedri (Isola di Dino e Isola di Cirella), nel Parco Marino Regionale "Scogli di Isca" e nell'Area Marina Protetta "Isola Capo Rizzuto", tra le più estese d'Europa.

C’è però un'area precisa che le caretta caretta scelgono per deporre le uova e riprodursi: le spiagge incontaminate del Basso e Medio Ionio, tra le province di Reggio Calabria e Catanzaro, dove ogni anno nidificano decine di tartarughe marine. Nello specifico il riferimento è alla cosiddetta Costa dei Gelsomini, in provincia di Reggio Calabria, e alla Costa degli Aranci, in provincia di Catanzaro. La spiaggia di Brancaleone (RC), in particolare, è considerata un punto di riferimento, ed è qui che non a caso sorge un Centro di Recupero Tartarughe Marine tra i più importanti del Mediterraneo. A Palizzi sorge invece il Caretta Calabria Conservation, che si occupa di monitoraggio, sensibilizzazione, formazione, campi vacanza e turismo naturalistico.

Basilicata

Come fa notare Legambiente, la cosa della Basilicata misura appena 70 km suddivisi tra le province di Matera sul Mar Ionio e quella di Potenza sul Mar Tirreno, eppure da qualche tempo è diventata “meta” delle femmine di tartaruga marina per la deposizione delle uova.

L’ultima deposizione è stata individuata lo scorso 19 luglio da una volontaria del WWF di Policoro, che ha avviato un’intensa attività di monitoraggio delle coste. La volontaria ha avvistato la traccia sullo schermo del telecomando del drone che stava pilotando sotto il controllo degli operatori autorizzati, e un biologo marino dell’Oasi di Policoro, in provincia di Matera, ha ispezionato la traccia e confermato il primo nido della recente storia documentata per Lido di Metaponto, località balneare di Bernalda.

Sono dunque cinque i nidi individuati sulle spiagge lucane, due in più di quelli totali dello scorso anno, e potrebbero aumentare ancora dato che manca almeno un altro mese alla fine della stagione di nidificazione.

Puglia

Anche la coste della Puglia sono selezionate dalle tartarughe marine per nidificare. Lo scorso anno erano stati censiti 40 nidi, oltre la metà dei quali tra le spiagge di Torre San Giovanni, Torre Mozza, Lido Marini, Torre Pali e Pescoluse.

La costa del Parco Naturale Regionale Litorale di Ugento è un altro “hot spot” per chi vuole assistere alla schiusa delle uova di tartaruga. Qui sono attivi i SeaTurtle Watcher, “angeli custodi” volontari dei nidi, che collaborano quotidianamente con il Centro Recupero Tartarughe Marine – Museo di Calimera.

Guardando soltanto a luglio, due nidi sono stati trovati nel comune di Salve e 6 nel comune di Ugento, di cui uno deposto proprio in mezzo agli ombrelloni del Lido Pineta. Un altro nido è stato individuato al Vivosa Apulia Resort, e un primo nido è stato trovato anche sul versante Adriatico. Diversi altri nidi sono stati censiti nel corso del tempo anche all’interno dell’Area Marina Protetta Porto Cesareo.

Toscana

In Toscana nel 2023 si è registrato un vero e proprio record di nidificazioni lungo il litorale. Il primo nido è stato individuato 10 anni fa sulla spiaggia del Puntone, a Grosseto, e da allora la rete di monitoraggio coordinata da Arpat ha indicato diversi siti “preferiti”: l’isola dell’Elba, in particolare le spiagge di Campo nell’Elba, Rio, Capoliveri, Marciana, l’isola del Giglio, la costa apuo-versiliese (Forte dei Marmi, Massa, Montignoso) e la costa litoranea tra Grosseto, Piombino e Livorno.

Lazio

In Lazio sono numerose le zone di costa predilette dalle caretta caretta per nidificare. Dal Circeo (San Felice Circeo) al litorale di Ostia, e poi Sabaudia e Terracina, Latina, Fiumicino e l'area di Capocotta, zona di litorale romano compresa tra Castel Porziano e Torvaianica, uno dei tratti di dune meglio conservati d'Italia. Estesa per circa 45 ettari, l'area di Capocotta, dal 1996, fa parte della Riserva naturale statale Litorale Romano.

La zona di Fiumicino è invece più delicata perché fortemente antropizzata, con la presenza di stabilimenti balneari e ombrelloni. Anche per questo motivo nel Lazio è stato avviato un progetto di tutela, Tartalazio, riferimento regionale del Lazio per il recupero, il soccorso, l’affidamento e la gestione delle tartarughe marine.

La rete svolge una funzione di riferimento chiaro e riconosciuto grazie al protocollo operativo e alla procedura di comunicazione fra gli Enti territorialmente competenti in materia specifica o in materia di tutela ambientale. Ideata e coordinata dagli Uffici della Regione Lazio, è costituita da Capitanerie di porto, Aree protette nazionali e regionali, Carabinieri/Forestali,  Associazioni ambientaliste e del turismo balneare e volontari. Come centri prioritari per la cura degli animali, la Rete si avvale della collaborazione del Centro di recupero della Stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli e di Zoomarine in località Torvaianica, Pomezia (RM).

Liguria

Anche la Liguria è entrata solo di recente nell’elenco delle regioni italiane in cui sono stati individuati nidi di tartaruga caretta caretta. Sulla lunga e stretta striscia di costa ligure la maggior parte delle deposizioni avviene in spiagge frequentate dai bagnanti, ed è per questo che i nidi vengono immediatamente transennati e i siti interdetti alle persone.

Il 21 luglio una caretta caretta è stata vista mentre abbandonava la spiaggia dello stabilimento balneare Bagni Londra di Alassio. Grazie alla segnalazione giunta alla Guardia Costiera e girata al gruppo GLIT (Acquario di Genova, Arpal, Università di Genova e Istituto Zooprofilattico Sperimentale), è stato avviato il protocollo per la verifica dell’avvenuta deposizione.

Sull’arenile sono così arrivati i biologi e i volontari dell’associazione “Delfini del Ponente APS”, che hanno raccolto e analizzato foto e video per risalire alla posizione esatta dello scavo. L’ispezione ha confermato la presenza delle uova e dunque il terzo nido per le spiagge della Liguria, dopo i due deposti a Laigueglia, in provincia di Savona, il 20 giugno, e ad Arma di Taggia (Imperia) sette giorni dopo. Lo scorso anno era toccato alla spiaggia di Levanto, in provincia della Spezia.

Nidi di tartaruga, l’importanza di tutelarli e rispettarli

I luoghi citati sono solo alcuni dei siti in cui le tartarughe marine scelgono di nidificare, e sono riserve preziosissime per questa specie, fortemente minacciata dall’inquinamento da plastica e dall’attività umana. Una tartaruga marina comune può vivere raggiungere in natura fino a 80 anni. La maturità sessuale, a seconda degli individui, varia intorno ai 20-30 anni e la sua attività riproduttiva dura circa 10 anni.

Un nido contiene mediamente un centinaio di uova che si schiudono dopo un periodo di 45-70 giorni. I piccoli possono impiegare fino a una settimana per raggiungere la superficie. Durante questo tragitto memorizzano informazioni che utilizzeranno da adulti, dopo 20-30 anni, per tornare a quella stessa spiaggia per riprodursi.

Per questo è fondamentale rispettare le zone di nidificazione: l’erosione delle spiagge sta inesorabilmente riducendo lo spazio idoneo per la nidificazione, e il calpestio dei bagnanti e l’uso di mezzi pesanti per pulire le spiagge possono causare la distruzione di interi nidi. L’inquinamento luminoso è un’altra importante fonte di disturbo per le piccole tartarughe appena emerse dal nido, che disorientate non riescono a trovare il mare, così come quello acustico.

Nei pressi dei nidi, dunque, l’attività e la presenza umane vanno limitate il più possibile ed è indispensabile non interferire, tenersi a distanza e rivolgersi sempre a esperti, biologi e volontari per capire se e quando è possibile assistere a una schiusa in condizioni di totale sicurezza per gli animali.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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