Con l’avvicinarsi della primavera arriva per gli appassionati di bird-watching uno dei momenti più importanti dell’anno: quello in cui i cieli vengono attraversati da stormi di uccelli migratori diretti impegnati nei loro lunghissimi viaggi. E nel periodo compreso tra la fine di febbraio e la metà di marzo, in particolare, tra le protagoniste indiscusse ci sono le gru, il cui passaggio è sancito da un chiassoso “coro” da cui prendono il nome (una sorta di “krru krru krru”) e dalle suggestive figure create tra le nuvole con la caratteristica formazione a V.
La Liguria, in particolare, è uno snodo fondamentale per le migrazioni delle gru. La rotta interessa soprattutto la Liguria occidentale, compresa la Zona di Protezione Speciale Beigua-Turchino, già nota per i flussi migratori dei rapaci diurni.
Una vera e propria “danza” che non si conclude nel nostro Paese, visto che questi trampolieri non nidificano più in Italia ormai dall'inizio del secolo scorso e, fatta eccezione per alcuni gruppi che passano l'inverno in Italia, è possibile osservarle solo di passaggio: in autunno, quando sono dirette verso l'Africa, e tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera, quando invece ritornano nelle aree di nidificazione in centro e nord Europa.
Proprio per la frequenza con cui gli stormi di gru attraversano i cieli della Liguria in questo periodo, il Parco del Beigua ormai da qualche anno ha lanciato un’iniziativa di monitoraggio “social”, invitando appassionati e non a tenere il naso rivolto all’insù e a immortalare il passaggio di questi uccelli, condividendo il materiale con l'hashtag #GruInBeigua: negli ultimi giorni diversi video sono arrivati da varie zone della regione, da Sciaborasca, a qualche decine di chilometri da Genova, a San Lorenzo al Mare, nell’Imperiese.
La migrazione delle gru proseguirà nelle prossime settimane, sino a quando tutti gli stormi non avranno fatto ritorno – come accede a miliardi di altri uccelli migratori in questo periodo – nei luoghi in cui sono nati. Nel frattempo gli esperti tengono gli occhi puntati al cielo: «Venerdì i venti hanno spinto molti gruppi a tenersi sul mare guadagnando terra solo tra Pegli e Genova, e i passaggi sono andati avanti oltre le 23, con il buio – hanno spiegato gli esperti del parco il 3 marzo – Questo ha reso più complessi i conteggi dei nostri ornitologi, che tuttavia stimano con una certa sicurezza il transito sui confini del Beigua di circa 7.500 individui».