Immaginate di passeggiare in natura e di imbattervi in una carcassa illuminata dalle prime luci dell'alba. I primi ad arrivare e ad approfittarne sono i lupi, affamati da chissà quanti giorni di digiuno. Poco dopo, quando i mammiferi hanno riempito i loro stomaci, un gruppo di enormi avvoltoi con un'apertura alare di oltre 2 metri e mezzo si precipita freneticamente per banchettare ciò che resta del povero animale. Non è accaduto a Yellowstone e nemmeno in un documentario sulla natura: è successo e succede ogni giorno qui in Italia, nel cuore più selvaggio del nostro Paese: l'Abruzzo.
A raccontarlo è lo scatto dei grifoni affamati realizzato da Andrea Corsi, Carabiniere Forestale e appassionato fotografo naturalista. Libero dal servizio, il Carabiniere era in compagnia di Kenia, il cane antiveleno di cui è conduttore. Li hanno osservati insieme, in silenzio e da lontano.
E se i grifoni sono tornati a volare così numerosi, permettendoci di ammirare spettacoli del genere, il merito è anche dei cani come Kenia. Un tempo i grifoni erano infatti quasi completamente spariti dal nostro Paese, anche a causa della persecuzione diretta da parte dell'uomo.
Questi maestosi avvoltoi sono necrofagi e si nutrono quindi esclusivamente di carcasse. Ancora oggi, purtroppo, c'è però chi avvelena animali morti nel tentativo di uccidere i predatori come lupi e volpi, considerati una minaccia per gli animali allevati. Spesso però ci finiscono in mezzo proprio i grifoni e gli altri avvoltoi. Ma il fiuto eccezionale per le carcasse di Kenia e dei tanti cani antiveleno alleati della fauna selvatica, sta fornendo un contributo fondamentare per proteggere il ritorno di questi bellissimi rapaci.
Il progetto europeo Life Pluto, per esempio, ha permesso di creare sei unità cinofile antiveleno che operano in ben 11 regioni italiane. Ma se Andrea e Kenia possono oggi ammirare proteggere i grifoni é anche grazie a una serie di progetti di reintroduzione che negli anni hanno riportato questa specie in Italia. In Abruzzo, il Parco Regionale del Sirente Velino, tra l'alto, è una delle roccaforti più sicure oggi per la specie, nonché una delle storie italiane di conservazione di maggior successo, viste le numerose colonie di avvoltoi che ospita.
Con i suoi quasi 10 kg di peso e un'apertura alare che può arrivare anche a 2,8 metri, il grifone (Gyps fulvus) è uno dei quattro avvoltoi presenti in Italia. Nonostante le grosse dimensioni, è un animale schivo ed innocuo con abitudini spazzine: si ciba infatti esclusivamente di carcasse di animali selvatici e domestici come cinghiali, cervi, pecore, capre e cavalli, non attaccando mai prede vive.
Il collo nudo e la criniera di piume lo rendono facilmente riconoscibile e lo aiutano a mantenere pulito il resto del corpo quando infila la testa nelle carcasse. Ha abitudini estremamente gregarie, e si riunisce in gruppi di decine di individui che nidificano su falesie a picco su prati d'alta quota, dove sfrutta le correnti termiche mattutine per sorvolare il territorio in cerca di cibo. La sua presenza, quindi, garantisce una serie di preziosi servizi ecosistemici, ripulendo i pascoli e impedendo il diffondersi di malattie, soprattutto tra i capi di bestiame in montagna.
Lo scatto di Andrea Corsi, quindi, racchiude in sé una serie quasi infinita di preziose chiavi di lettura. C'è tutto il vigore e la potenza della natura italiana più selvaggia e cruda, coi suoi cicli naturali di vita e di morte. C'è una delle tante storie a lieto fine di conservazione, con il ritorno di un animale un tempo quasi completamente estinto in Italia per colpa nostra. E c'è poi la meraviglia e la della relazione uomo-animale tra lui e Kenia, imprescindibile compagna di vita e preziosa allenata della natura selvaggia e vigorosa che vorremmo rivedere presto anche nel resto del Paese.