Con l'avanzare dell'età, nella nostra specie, va via via sempre più diminuendo la cosiddetta memoria episodica, ossia la capacità di ricordare il cosa, il dove e il quando di un evento passato. Ciò è dovuto al deterioramento nel tempo dell'ippocampo, una struttura presente nel cervello e sede di questa importante abilità. Ma cosa succede invece in quelle specie prive di ippocampo, ma dotate di questo tipo di memoria? Una ricerca, pubblicata recentemente su Proceedings of the Royal Society B, ha dimostrato che le seppie (Sepia officinalis) ricordano eventi specifici, potendo risalire al quando, al dove e a cosa è accaduto, fino a qualche giorno prima della loro morte, non mostrando segni legati all'invecchiamento.
Lo studio: le seppie ricordano il cosa – dove – quando di eventi passati
I ricercatori hanno studiato 24 esemplari di seppia, allevate e alloggiate presso il Marine Biological Laboratory, Woods Hole, negli Stati Uniti d'America. Gli individui sono stati divisi in due gruppi in base all'età: i sub-adulti (10-12 mesi) e gli adulti vicini alla senescenza (22-24 mesi). Per verificare la memoria episodica hanno sottoposto gli animali a un test: prima di tutto hanno indagato le loro preferenze alimentari, quasi tutte orientate verso i gamberetti vivi rispetto alla carne di gamberi. Successivamente hanno insegnato alle seppie che le prede potevano essere consumate in luoghi specifici, ossia dove era presente un quadrato in bianco e nero attaccato ad un'asticella, e dopo ritardi specifici. In particolare, la preda meno appetitosa veniva data con un ritardo di un'ora, mentre quella preferita dopo tre ore.
L'esperimento si svolgeva in questo modo: inizialmente le seppie potevano scegliere tra i due alimenti posizionati sui quadrati bianchi e neri (segnali visivi) identici ma situati in posizioni diverse. Dopodiché sono state addestrate al ritardo di consegna della preda: dopo un ora sapevano che era disponibile solo la carne di gamberi, mentre dopo tre i gamberetti vivi. Le seppie venivano quindi premiate solo se si dirigevano sul segnale visivo corretto, quindi nel primo caso dove ci sarebbe dovuta essere la carne, e la preda veniva mostrata solo dopo che l'esemplare aveva scelto il segnale visivo giusto. Il posizionamento dei quadrati bianchi e neri cambiava ogni giorno e, per sapere dove si doveva direzionare, la seppia doveva essere capace di ricordare il primo alimento scelto come preda preferita, che dopo un ora sarebbe arrivato quello meno appetitoso, mentre dopo tre ore quello più buono. I risultati sono stati interessanti: sia le seppie adulte che quelle subadulte hanno terminato gli esperimenti con successo.
©Schnell, A. K., Clayton, N. S., Hanlon, R. T., & Jozet-Alves, C. (2021).
Episodic-like memory is preserved with age in cuttlefish. Proceedings of the Royal Society B, 288(1957), 20211052.
La memoria episodica può essere utile per non riaccoppiarsi con lo stesso partner
Questo studio dimostra che, a differenza dell'uomo, le seppie non perdono la memoria episodica con l'età, se non negli ultimi giorni di vita. Questa specie quindi riesce a ricordare le componenti di cosa, dove e quando di eventi passati per guidare le decisioni future. Addirittura le seppie anziane erano più brave di quelle giovani nel test di memoria e probabilmente questa capacità ha una funzione adattativa. Dato che le seppie si riproducono verso la fine della propria vita, la memoria episodica, suggeriscono i ricercatori, può aiutare la specie a ricordare i partner passati per non riaccoppiarsi con loro e quindi diffondere maggiormente i propri geni. Dal punto di vista anatomico, questa abilità è possibile grazie al lobo verticale, coinvolto nell'apprendimento e nell'elaborazione della memoria, che a differenza dell'ippocampo umano, non si deteriora con la vecchiaia.