Le scolopendre sono un gruppo di artropodi terrestri appartenenti alla classe dei chilopodi, comunemente noti come centopiedi. Come tutti gli animali che fanno parte al phylum degli artropodi, sono invertebrati caratterizzati da una corazza esterna, un esoscheletro, un corpo composto da tanti segmenti e una serie di appendici articolate. Più nel dettaglio, il genere delle scolopendre è riconoscibile per il corpo robusto di colori dal giallo al bruno, lunghezze che possono raggiungere i 30 centimetri, 21/23 paia e antenne brevi, formate da 17/34 articoli.
Una delle specie più diffuse in Europa e in Italia è la Scolopendra cingulata, anche nota come centopiedi fasciato, per via delle fasce alternate di colore nero, giallo e oro che caratterizzano il suo corpo. Si tratta di un predatore terrestre che usa la prima coppia di zampe e il suo potente veleno per catturare le prede. Secondo uno studio pubblicato nel settembre del 2014, si tratta di una specie diffusa in tutta l'area mediterranea del continente europeo e in alcune zone dell'Africa settentrionale. Generalmente non supera i 10 cm e vive sotto le pietre e negli ambienti antropici protetti e poco movimentati. Secondo un documento pubblicato dal laboratorio di Parassitologia dell'Istituto superiore di Sanità, un suo morso può provocare un forte dolore, seguito da un'infiammazione e addirittura edemi di tipo necrotico.
Tra le più note specie appartenenti a questo genere vi è anche la Scolopendra gigantea, o centopiedi gigante dell'Amazzonia, che secondo uno studio del College of Arts and Sciences dell'University of Puerto Rico, è in grado di predare anche alcune specie di chirotteri. Questo grande chilopode è diffuso nella parte settentrionale del Sud America e può raggiungere i 30 centimetri di lunghezza. Secondo quanto riportato sul sito del Museum of Zoology dell'Università del Michigan, il morso di Scolopendra gigantea è abbastanza forte da dare sintomi gravi anche agli essere umani.
Come è fatta la scolopendra
Gli artropodi appartenenti a questo genere sono suddivisi in oltre 3000 specie e possono, quindi, avere aspetti e dimensioni molto diverse tra loro. Le più piccole scolopendre del mondo misurano circa 3 millimetri, ma alcune specie, tipiche dei climi tropicali, possono arrivare anche a superare i 30 centimetri, come nel caso de centopiedi di Philip Island (Cormocephalus coynei). In genere hanno un dimorfismo sessuale poco accentuato, che rende complicato il riconoscimento dei maschi e delle femmine.
Hanno un corpo leggermente appiattito, formato da placche collegate tra loro mediante membrane flessibili. Durante il corso del loro sviluppo, questi artropodi sono soggetti a mute, date dal fatto che l'esoscheletro non cresce come il resto del corpo. Hanno una suddivisione del corpo piuttosto netta tra la testa e il tronco, suddiviso a sua volta in 21/23 segmenti (sempre dispari) con un paio di zampe ciascuno. Inoltre, hanno antenne, più o meno brevi, formate da 17/34 articoli. I colori del corpo sono diversi in base alle specie e possono dipendere anche dall'età dell'individuo.
Grazie alle numerose zampe, sono in grado di diventare estremamente veloci nel momento in cui si avvicinano alla loro preda, prima di afferrarla per ucciderla.
Habitat e distribuzione
Si tratta di animali solitari e molto ben adattati all'ambiente terrestre che, nella maggior parte dei casi trovano riparo sotto ai sassi, nelle crepe del terreno oppure nelle fessure delle pareti. Sono diffusi quasi ovunque nel nostro pianeta e si adattano a molte zone climatiche. Generalmente preferiscono gli ambienti non troppo umidi o troppo secchi, ma se l'ambiente esterno non è adatto alla sopravvivenza, tendono a cercare riparo all'interno delle abitazioni.
Per quanto riguarda la specie S. cingulata, la più diffusa nel nostro paese, è ampiamente distribuita su tutto il territorio nazionale, fatta eccezione delle zone più settentrionali, fino ad una quota di 1800 metri sul livello del mare. Si tratta comunque di una specie particolarmente adattabile, che predilige ambienti aperti e una scarsa copertura di piante, soprattutto per il fatto che conduce una vita prevalentemente notturna.
La densità è più alta nelle zone rurali e nelle periferie urbane, a patto che vi sia la disponibilità di luoghi sufficientemente protetti. Capita di trovarle nascoste nelle cantine e negli ambienti semi abbandonati, riparate all'interno di oggetti che non vengono toccati da tempo. Proprio questi ambienti rappresentano, infatti, il maggior rischio di incontro e contatto con l'uomo.
La vita delle scolpendre
Le scolopendre sono animali carnivori che si nutrono di invertebrati e, in alcuni casi di vertebrati come topi, rane o piccoli uccelli. Hanno abitudini notturne e, durante il giorno, tendono invece a cercare un riparo tranquillo, dove proteggersi. In alcune zone del mondo, infatti, questa specie ha predatori particolarmente temibili, come ad esempio i grandi scorpioni, dotati di un veleno altrettanto pericoloso.
Secondo uno studio condotto dalla Zoological Society of London sul sistema di accoppiamento della specie Scolopendra morsitans, i maschi sono dotati di numerose coppie di testicoli, posizionati a coppia nella parte inferiore del corpo. Una delle coppie è di dimensioni maggiori e si apre in un canale eiaculatorio, anche detto "organo copulatore". Il maschio è dotato, inoltre di una capsula che produce una sostanza bianca e granulare, la cui funzione non è ancora stata chiarita.
Come la maggior parte degli artropodi, la scolopendra è un animale oviparo. La femmina protegge le uova con le zampe posteriori e le abbandona solo raramente. Al momento della nascita, le piccole scolopendre sono bianche e vengono protette dalla madre finché non saranno autosufficienti.
Le scolopendre e l'uomo
In Europa e nei paesi del bacino del Mediterraneo non vi sono casi verificati di morsi di S. cingulata che siano risultati letali per l'uomo. Tuttavia, si tratta di un animale dotato di un veleno emolitico, ovvero che agisce sui globuli rossi, potenziato dalla lecitina, una sostanza simile a quella osservata nel veleno del cobra.
Nella maggior parte dei casi, i morsi di questo animale ai danni dell'uomo avvengono quando la vittima è a letto, oppure nel momento in cui indossa gli indumenti all'interno dei quali la scolopendra aveva trovato riparo. I primi effetti del morso sono generalmente un dolore acuto, a cui può seguire un'infiammazione, edema o addirittura lesioni di tipo necrotico emorragico.
Secondo quanto riportato nello studio condotto dal laboratorio di Parassitologia dell'Istituto superiore di Sanità, i sintomi tendono a scomparire nel giro di pochi giorni. Nel caso in cui si abbia il dubbio o la certezza di essere stati morsi da una scolopendra e si avverta un forte dolore, è consigliabile rivolgersi al proprio medico di fiducia, che potrà consigliare il miglior comportamento da tenere fino alla scomparsa dei sintomi.
Se si dovesse incontrare una scolopendra in casa, la cosa migliore da fare è munirsi di scopa e paletta e trasferirla fuori dall'ambiente domestico. Probabilmente è entrata dalle finestre aperte, soprattutto durante le stagioni tiepide, alla ricerca di un luogo più adatto alla sopravvivenza. Ricordatevi che gli individui più diffusi in Italia si nutrono soprattutto di piccoli insetti, quindi è più probabile che entrino negli ambienti in cui sanno di poterli trovare.