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13 Giugno 2023
15:45

Le renne riescono a comprendere piuttosto bene i gesti e alcune parole degli esseri umani

Le renne possono comprendere i gesti e alcune parole umane, anche se non sono propriamente animali domestici. Forse perché convivono comunque da secoli a stretto contatto con la nostra specie in uno stato di semi-libertà.

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Solitamente siamo abituati a pensare che solo gli animali domestici riescono a capire i gesti e le parole della nostra specie, poiché maggiormente predisposti grazie all'evoluzione a interagire con gli esseri umani. Nonostante sarà sempre più facile vedere un cane o un gatto interagire con noi e comprendere i nostri linguaggi, è anche vero che sono diverse le specie selvatiche che hanno convissuto con la nostra specie per lunghissimi periodi, imparando in un certo modo anche a comprendere anche alcune delle nostre forme di comunicazione.

Fra queste specie, hanno destato parecchio interesse tra gli scienziati le renne (Rangifer tarandus), che ormai da secoli vengono allevate allo stato semi-brado in alcune regioni della Russia, del Nord America e d'Europa. Essendo infatti ben abituate alla convivenza con la nostra specie e una specie altamente sociale dotata di buone capacità cognitive, le renne secondo, gli scienziati, rappresentano il caso studio perfetto per dimostrare che anche alcune specie selvatiche sono in grado di rispondere a diverse forme di comunicazione tipicamente umane, dopo un po' di apprendimento.

Un team internazionale di ricercatori dell‘Università di Turku, in Finlandia, e dell'INRAE ​​di Nouzilly, in Francia, ha esplorato così il diverso grado di comprensione delle renne focalizzandosi soprattutto sulla loro capacità d'interpretazione delle parole umane unite ai gesti. E i loro risultati, pubblicati su Journal of Comparative Psychology, sono stati considerati eccezionali da moltissimi etologi europei, visto che hanno appena dimostrato come questi cervidi riescono perfettamente a capire il concetto di puntamento e le varie indicazioni direzionali come destra, sinistra, dritto, qui, lì e più in fondo.

Questo è molto importante, poiché spesso neppure alcuni animali domestici riescono a superare i test di puntamento utilizzati dagli studiosi per comprendere se una specie o meno è in grado di comprendere dove guardare quando si indica un oggetto. «Molte specie, come cani, primati, cavalli, capre o elefanti, hanno già mostrato un grande potenziale nel comprendere alcuni gesti umani, ma questo non è mai stato studiato in nessuna specie appartenente al gruppo dei cervidi – sottolinea l'autore principale dello studio Océane Liehrmann – Le renne sono infatti le uniche specie di questo gruppo che sta lentamente subendo un processo di domesticazione per il loro utilizzo in attività come il traino delle slitte. Pertanto, è importante dimostrare che le renne possiedono le capacità cognitive necessarie per seguire le indicazioni umane», anche se non sono propriamente considerate tra le specie più famose per la loro intelligenza.

Proprio per comprendere il grande risultato ottenuto da questa specie, i ricercatori hanno fatto un confronto fra le loro renne studiate, alcuni cani e altri animali selvatici noti per le loro elevate abilità cognitive. Se si osservano infatti i comportamenti di queste specie, quando messe di fronte a un umano che indica un punto ben preciso per terra, i risultati possono essere molto differenti. Quasi tutte le renne da slitta, infatti, si avvicineranno al punto indicato dall'umano, osservando con attenzione ciò che si potrebbe trovare nel punto indicato.

I cani, talvolta, osservano il punto indicato dagli umani, soprattutto se sono addestrati, mentre altre volte continuano a osservare la punta del dito, senza comprendere cosa il gesto voglia dire. Le volpi e i procioni invece, non essendo particolarmente abituati agli esseri umani, anche accettando la presenza umana non comprendono affatto il gesto, ignorando completamente le indicazioni.

Nello specifico, per approfondire ulteriormente il livello di comprensione delle renne, i ricercatori francesi e finlandesi hanno esaminato la capacità di otto renne di rispondere a un segnale umano, che veniva tra l'altro indicato non come un vero e proprio comando, ma più che altro come un suggerimento. Lo sperimentatore in pratica, come nel gioco "Acqua-Fuoco" praticato da molti bambini, si posizionava tra alcuni secchi chiusi, con dentro dei licheni. Questi vegetali sono molto apprezzati da questi animali, ma essendo rinchiusi all'interno di un contenitore metallico durante l'esperimento, le renne non potevano percepire con precisione dove fossero nascosti.

L'animale dunque doveva per forza di cose confidare nei consigli e nei gesti dell'umano, che tramite un'unica indicazione o il borbottio di una parola (per esempio, sinistra) suggeriva alla renna quale fosse il secchio giusto, indipendentemente dalla conoscenza diretta con l'esemplare. Il test è stato infine ripetuto 10 volte per ciascuna delle otto renne e i ricercatori hanno notato che gli individui più maturi, già istruiti e con una maggiore esperienza con gli esseri umani, riuscivano a interpretare correttamente i suggerimenti degli esseri umani un numero maggiore di volte ai più giovani, che comunque con la pratica iniziavano a presto a sviluppare una maggiore confidenza con gli sperimentatori.

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L’esperimento ha previsto l’impiego di diversi sperimentatori che non rientravano fra i volti conosciuti dalle renne protagoniste dello studio

Questo dimostra non solo che questa specie è in grado di comprendere le gestualità e alcune parole umane, legate soprattutto all'orientamento, ma che le renne hanno anche un giusto livello di fiducia negli esseri umani, accettando i "consigli" da parte di potenziali sconosciuti.

«Tali comportamenti sono particolarmente interessanti, in quanto le renne vivono in semi-cattività e vengono lasciate in libertà per gran parte dell'anno, essendo in effetti utilizzate solamente nella stagione invernale – ha affermato il dott. Martin Seltmann, coautore dello studio – Mentre gli studi precedenti su altre specie sono stati condotti su animali completamente in cattività e domestici, le renne hanno dimostrato di essere capaci di comprendere gli esseri umani anche se hanno un contatto minimo con le persone, comportandosi abbastanza bene nel seguire i segnali umani solo con un minimo addestramento».

Lo studio cerca di evidenziare che tutti gli animali sociali che vivono a lungo vicino le comunità umane possono imparare a comprendere e interagire con noi, anche se non abitano propriamente all'interno delle nostre case. I prossimi animali che potrebbero dimostrare di possedere capacità simili, potrebbero tra l'altro anche provenire da contesti del tutto inesplorati dagli scienziati, anche se sono molti i ricercatori che guardano alla famiglia dei corvidi con particolare interesse.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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